Un silenzio che fa male

720 kilometri, 5 gol e nessuna intervista.

Anzi il paradosso forse è che se fossimo stati in curva due dichiarazioni dei giocatori le avremmo avute. Da riportare ai tifosi.

Un solo giornalista presente, al Mazza, nella sera della peggior debacle dell’era Lucarelli. Una volta, è vero, i giornalisti erano di più al seguito. Poi la crisi economica dell’editoria e il covid hanno fatto il resto. Ora l’unico giornalista presente era andato a spese del nuovo canale ternano AM Channel (e anche nostro collaboratore), che peraltro ha anche acquistato (a proposito di spese) i diritti per fare le interviste in diretta nel post partita. Ma tutto questo sacrificio non è servito a nulla.

A Ferrara non c’è stata conferenza stampa, non ci sono stati giocatori da intervistare. C’è stata solo  una breve intervista realizzata dai canali ufficiali della Ternana e distribuita, giustamente, a tutti. Basta.

Ora è chiaro che il momento non invitava a fare una festa. Ma potersi confrontare con i diretti interessati, anche dopo una sconfitta così brutta, è indispensabile. Soprattutto nel terzo millennio dove la comunicazione fa parte della nostra società, dove è impossibile non comunicare. 

Durante il Covid abbiamo imparato ad usare le tecnologie per partecipare alle conferenze anche non in presenza. Quando è stato possibile tornare a farle, dopo la partita, è stato privilegiato chi era allo stadio, in trasferta. Oggi neanche quello. Sarebbe bastato poco. Nessun giornalista, neanche chi era a Ferrara, ha potuto parlare con l’allenatore. E neanche con un calciatore.

Peccato. Un’occasione persa. Per farci capire cosa stasera non ha funzionato.