VdS – Il sogno di Marco Mengoni: “Derby alle Fere”

Il portale Voci di Sport ha raccontato una splendida storia legata alla Ternana che riportiamo:

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Si chiama Marco Mengoni ma non ha vinto X-Factor. E’ un bimbo ternano, frequenta le scuole elementari nella sua città natia. Ha un sogno nel cassetto e ha pensato bene di condividerlo con la maestra esprimendolo come meglio non avrebbe potuto in un tema libero che ha intitolato con la capacità di sintesi tipica del buon giornalista: “Il Derby”. A dir la verità lo ha scritto in stampatello e non serve una perizia calligrafica di un esperto nel settore per decifrarne il significato: è scritto con la penna rossa, a caratteri cubitali, perché il piccolo Marco vuole urlare al mondo intero qual è il suo sogno.

Certo se Avenatti e Gavazzi, rispettivamente attaccante e centrocampista della Ternana, indossassero ancora per qualche annetto la casacca rossoverde, Marco sarebbe il bimbo più felice del mondo. E già i suoi giocatori preferiti sono proprio loro, niente lavaggio del cervello mediatico, niente contaminazioni da Fifa 15. Di Messi, Cristiano Ronaldo e di idoli nazionali a strisce zebrate, nerazzurre o rossonere, non v’è alcuna menzione nel suo tema. Eppure lo scorso sabato 22 novembre Marco ha già giocato il suo primo derby umbro contro il Perugia. Ha provato una forte emozione al “Curi” sia perché Perugia e Ternana di lì a poco sarebbero scese in campo per dar vita al “derby dei grandi” sia perché, mentre le lecite schermaglie delle tifoserie si affrontavano con stoccate fatte di cori e sfottò, Marco scendeva personalmente in campo per giocare non uno ma due derby. Il primo se l’è aggiudicato la compagine rossoverde dei “Pulcini” con un perentorio 7-0, il secondo i parietà perugini con un secco 3-0. Marco ha ammesso di aver provato dispiacere per la sconfitta nella seconda partita ma in fondo ricorderà quel sabato pomeriggio come uno dei giorni più belli della sua vita perché, aggiungiamo noi, ha assaggiato per la prima volta il calore di un derby, ha gioito per la vittoria personale e, tosto, si è tuffato nella vasca d’umiltà apprendendo con grande maturità e intelligenza la cultura della sconfitta.

Il “derby dei grandi” invece si è concluso con un pareggio. Marco nel suo tema ha ammesso che sperava nella vittoria della Ternana, anzi era sicuro che i suoi beniamini avrebbero espugnato il “Curi”. Insomma la giornata non si è conclusa esattamente come sperava eppure con la gioia pura e innocente che solo un bambino è in grado di provare, coinvolgendo spesso anche gli adulti, si congeda così: “Alla fine siamo tornati a casa felici per la splendida giornata”.

Magari la maestra avrà riscontrato qualche errore di grammatica, qualche imprecisione ortografica. Ma, matita rossa o matita blu, a noi che non abbiamo il gravoso compito di correggere il verbo avere senza “h” e la “e” senza accento, basta il contenuto anzi ci riempie di una gioia pura e innocente che solo un bambino riesce a suscitare. E ringraziamo Marco perché in fondo, il suo sogno, è anche il nostro: un derby pacifico, che sia Lazio-Roma, Milan-Inter, Catania-Palermo o Perugia-Ternana, senza tafferugli con gli spalti assiepati da bambini e famiglie, da scuole calcio e da chi, il calcio, lo ama davvero. Certe volte vorremmo vedere i protagonisti, i calciatori, con gli occhi dei bambini. Per loro cosa sono? Undici bambini un po’ cresciutelli che si divertono giocando a calcio. Tutto l’universo che sta dietro non è contemplato, è contorno: ingaggi, montagne di milioni, dissapori, scontri al vertice.

Marco sogna di vincere il derby col Perugia, magari segnando il gol della vittoria. Sarebbe proprio il massimo ma, nel frattempo, avrà tempo e modo di rallegrare la maestra con un tema impeccabile, e crescerà come uomo e come calciatore. Noi gli auguriamo di indossare la maglia rossoverde un giorno. Se non dovesse riuscirci, però, custodirà con orgoglio il ricordo di quel sabato pomeriggio, per sempre, e siamo certi che avrà il valore di un gol nel derby al 90′".