29 gennaio 2012. Altra categoria, altro allenatore, altre squadre, altro risultato e soprattutto altro arbitro. Eppure questo Ternana-Brescia ricorda quel Ternana-Lumezzane che andò in scena l’anno della cavalcata verso la B con Toscano. Per un motivo ovvio: il ribaltamento totale della gara in una manciata di secondi. Il calcio è bello ma a volte diventa meraviglioso. O strano e crudele, a seconda della parte che ci si trova a interpretare di volta in volta. Il calcio, nello specifico, è stato meraviglioso per la Ternana e crudele per il Brescia come per il Lumezzane. Non tanto per quello che le due squadre, lombarde e bresciane, hanno mostrato in campo: i rossoverdi in entrambi casi hanno meritato la vittoria. E’ stato crudele per averle lanciate dal paradiso all’inferno in un minuto.
Tre stagioni fa fu Maresca a dare spettacolo, assegnando un rigore inspiegabile agli ospiti che da novanta minuti stavano respingendo con le unghie e con i denti gli attacchi della Ternana. Allora era quasi scaduto il tempo. Parata di Ambrosi, ripartenza e gol delle fere al secondo minuto di recupero. Passare da una possibile e ingiusta sconfitta, a una vittoria all’ultimo tuffo, mise a repentaglio le coronarie ai più: viene ancora descritta come la gioia più grande da un numero indecifrabile di anni a questa parte. Contro quel pallone che non voleva entrare, contro quell’arbitraggio. Contro tutti. Contro il Brescia è andata diversamente ma la gioia è stata simile. Passare da una possibile e ingiusta sconfitta, a una vittoria meritata, ha messo a repentaglio un’altra volta le coronarie ai più. Abbiamo anche stentato a crederci, che quel pallone – toccato da Ceravolo su strepitoso cross di Falletti – era entrato. Tra il tocco dell’attaccante e il gol, il corpo di Arcari. La mano, forse l’ascella. Di sicuro si stava gonfiando la rete. Si muoveva. E i rossoverdi cominciavano la folle corsa sotto la Est. Attimi di puro delirio, oggi come allora.
Le fere l’hanno vinta col cuore, è vero, ma stavolta anche mostrando sprazzi di bel calcio, specie nella ripresa. Tutta un’altra musica rispetto alla prestazione offerta contro il Vicenza. Con un Avenatti straordinario, che è tornato a metterci la presenza, la firma e giocate che valgono il prezzo del biglietto. Con un Falletti che entra nel secondo tempo e scardina le difese (da qualche parte, verso nord, se lo ricordano benino). Con un Valjent in giornata di grazia e con un Crecco decisivo per il gol del momentaneo pareggio. Elencare i singoli, però, diventa noioso, ingeneroso e inutile. La Ternana è una squadra, una bellissima squadra che ha vinto da squadra. Col cuore e con il bel gioco, nonostante sia in emergenza numerica da settimane. E’ una creatura a immagine e somiglianza dell’allenatore, che ci mette il cuore e sa impartire il bel gioco. Quel cuore che si tocca guardando i tifosi ogni volta che rientra negli spogliatoi. Goditela mister, noi ce la siamo goduta perdendo la voce e lasciando lo stadio col tuo gesto d’amore impresso negli occhi. Calasse sempre così, il sipario sul Liberati…
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