Avellino-Ternana, le 5 lezioni

Un punto che vale tanto oro quanto pesa, quello riportato a casa dalla Ternana in quel del Partenio-Lombardi. La zuccata di Avenatti risponde alla realizzazione dal dischetto di Castaldo e le Fere ottengono un pari prezioso ad Avellino: ecco le cinque cose che abbiamo tutti imparato dal match in terra irpina.

1 – Avenatti ha carattere da vendere.

Altro che timido, impaurito e demoralizzato dagli errori: ad Avellino corre tanto e lotta contro tutti gli avversari, incapaci di contenere un colosso così talentuoso. Si rialza subito dopo la brutta prova contro il Latina e, come i grandi, risponde sul campo alle critiche, facendo le cose a modo suo: infatti segna. Se ci sono poche caratteristiche che contraddistinguono il grande attaccante sono i gol e la capacità di trascinare la squadra: questo ragazzo, a 21, le possiede già entrambe.

2 – Brignoli, quando il dovere chiama, è sempre pronto.

Il portierino rossoverde – o meglio, bianconero – salva un'altra volta la sua scialuppa con un paio di interventi strepitosi, soprattutto su uno degli ex di turno, ovvero Antonio Zito: nega all'esterno campano la gioia di una rete pesantissima e consente alle Fere di riportare a casa un pareggio che rischia di pesare tantissimo a fine campionato. Sempre decisivo.

3 – Crecco, meglio al centro che a sinistra.

Intendiamoci, la prima volta è sempre particolare: Luca ha giocato "una partita di grande sacrificio, impegnandosi a più del 100% e aiutandoci a portare a casa questo punto prezioso", usando le parole di Alberto Brignoli. Tuttavia, anche se, come sottolineato da Tesser, un mancino naturale come lui quel posto in campo lo può ricoprire, Crecco nel nuovo ruolo di esterno è parso un po' in affanno: l'usuale grande prova di fisicità e corsa, ma con qualche difficoltà in più del solito. L'episodio del rigore, sul quale Almici non fa nulla per resistere al contrasto, comunque falloso, di Crecco, è il simbolo di un'esperienza sicuramente non da buttare, ma che forse avrà fatto preferire al giovane di proprietà della Lazio i tempi trascorsi in mediana.

4 – Dugandzic, serve ancora tempo.

Alla seconda partita (o meglio, al secondo spezzone) in maglia rossoverde, ancora niente da sottolineare per quel che riguarda Marko Dugandzic. Nessuno spunto, nessun acuto: solo un paio di palle perse e un cartellino giallo per un fallaccio su Pisacane. Sicuramente va dato ancora tempo a questo ragazzo, in piena fase di ambientamento e quindi non suscettibile neanche di giudizi provvisori. La lezione-Avenatti è necessariamente da considerare appresa.

5 – Non solo la Ternana ha da recriminare riguardo alle direzioni arbitrali.

Sorprende, tuttavia, che a farlo sia stato il tecnico dell'Avellino Rastelli nel postpartita del Partenio, lamentando una presunta irregolarità sul gol di Avenatti e pretendendo rispetto dalla classe arbitrale. Devono essergli sfuggiti i due rigori negati alla Ternana, il primo su fallo di mano di Bittante, il secondo su evidente strattonata ai danni di Avenatti, sottolineati invece dai tesserati rossoverdi nelle interviste del dopopartita. A dimostrazione che, come sempre, errori ed episodi si compensano e che un po' di equilibrio nelle valutazioni non è mai fuori luogo.