Alberto Brignoli, numero uno delle Fere ed uno dei portieri più promettenti del panorama italiano, ha rilasciato una lunga intervista alla redazione di Calciomercato.com, in cui ha descritto i suoi inizi con il calcio, svelando i suoi idoli da bambino, le sue passioni attuali, senza dimenticare il campionato di Serie B con la Ternana, vogliosa di riscatto dopo un avvio non certo facile. Ecco la sua intervista completa:
Alberto, com'è stato il tuo avvicinamento al gioco del calcio e al ruolo di portiere?
"Avevo 10 anni quando ho iniziato a giocare, prima correvo in bicicletta. E' stato mio padre, che ha fatto in carriera il portiere, a ispirarmi e a spingermi verso quella scelta. Guardando le sue foto, sono rimasto affascinato e ho deciso che avrei giocato lì. Ho provato anche a fare l'esterno di centrocampo, ma si correva troppo per i miei gusti…".
C'è un portiere a cui ti sei ispirato più di tutti da ragazzino?
"Mi piaceva tantissimo Francesco Toldo e per me è diventato un mito assoluto dopo il grande Europeo nel 2000 in Olanda. Anche adesso che fa il preparatore dei portieri nella Nazionale Under 21, continuo a chiedere ai ragazzi che si allenano con lui di farmi avere la sua maglia, ma per il momento non ce l'ho fatta…".
E oggi chi è il portiere che ti piace di più e al quale provi a rubare qualche segreto?
"Sarebbe facile rispondere Buffon, ma credo che oggi non sia più quella di una volta pur rimanendo uno dei primi al mondo nel suo ruolo. Credo che in Serie A Handanovic sia il migliore in assoluto, ma attenzione a Bardi del Livorno. Lo trovo un portiere fantastico e sono sicuro che farà una grande carriera: è giovane ma si è imposto con una naturalezza anche in A davvero impressionante".
E tu che portieri credi di essere? Quali sono i tuoi pregi e gli aspetti su cui puoi migliorare?
"Non faccio paragoni, perchè non è il caso, però mi riconosco nello stile di Marchetti della Lazio. Mi piace attaccare la palla, muovermi molto ed essere parte integrante del gioco della squadra e in particolare della difesa. E' una caratteristica che rispecchia in pieno la mia indole e il fatto di lasciare spesso la porta è al contempo anche il mio difetto principale. La voglia di partecipare mi spinge talvolta a prendermi responsabilità non mie e a commettere qualche errore".
A proposito degli errori. Sei uno di quei portieri che soffre molto le critiche dall'esterno o riesci a fartele scivolare addosso?
"Io amo il calcio, ma non vivo per questo e questo mi aiuta molto nella gestione dei momenti di difficoltà. Ovviamente, ci resto male se commetto degli sbagli e ricevo pareri negativi, ma finito l'allenamento sono un ragazzo di 22 anni come tanti altri, che ha altre passioni e altri interessi".
Sembri un ragazzo molto sereno. Come hai vissuto i passi che hanno segnato la tua giovane carriera, dalla Serie D fino a un posto da titolare in Serie B?
"Ti ripeto, amo il calcio ma cerco di vivere il tutto in modo non ossessivo. Ho sempre sperato di riuscire in questa professione senza avere il chiodo fisso di arrivare a certi livelli. A 17 anni giocavo in Promozione e ho preso tutto con filosofia; la cosa che più mi stava e mi sta a cuore è migliorarmi, confermarmi e vedere ripagati gli sforzi che faccio in allenamento".
Hai una squadra del cuore oltre alla Ternana e una in cui ti piacerebbe giocare?
"Essendo nato vicino a Bergamo, sono un tifoso dell'Atalanta. Il mio sogno è la Premier League, proprio per la sana passione con cui si vive il calcio da quelle parti. Finita la partita, diventi uno di loro, ti valutano come un ragazzo qualunque".
A proposito di estero, pensi che si possa parlare ancora di una scuola italiana dei portieri o l'arrivo in massa degli stranieri ha messo in crisi queste certezze?
"Restiamo ancora i migliori in circolazione e te lo posso confermare dopo aver visto da vicino la professionalità del mio preparatore alla Ternana, Quironi, che mi fa lavorare duramente e sempre nell'ottica di aggiornarmi e di crescere giorno dopo giorno".
E il campionato di Serie B, che è tornato a puntare forte sui giovani per questioni prettamente economiche, è una palestra in tal senso?
"Assolutamente, si tratta di un torneo molto competitivo. L'aspetto più interessante è che hai modo di crescere e metterti alla prova soprattutto sotto il punto di vista mentale e della concentrazione e queste sono cose che possono tornare utilissime un giorno in A".
Non è un momento semplice per la Ternana: qual è l'obiettivo di questo stagione, salvezza o qualcosa di più?
"Mantenere la categoria è la cosa più importante, ma l'idea è quella di migliorare la posizione dell'ultimo campionato, chiuso al nono posto".
Lo scorso anno, le tue prestazioni hanno attirato l'interesse tra le altre di Cagliari, Milan e Sampdoria. Sono voci che ti risultano e come ti poni di fronte a esse?
"Voglio precisare che contatti concreti non ce ne sono mai stati, ma può tranquillamente darsi che qualche osservatore sia venuto anche a guardare me. Ovviamente, certi accostamenti a società di un certo prestigio mi inorgogliscono ma non mi distolgono dal mio obiettivo di proseguire la mia crescita e di confermarmi a certi livelli".
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