La Ternana prende quattro cazzotti in faccia. In casa, davanti alla sua gente. In uno dei momenti più bui della storia economica della città. E alla fine della partita sul taccuino dell'arbitro ci sono tre ammonizioni annotate. Ma sono tutte e tre di giocatori del Livorno. Questo piccolo dato ci dà la dimensione della Ternana. Non spiega nulla e naturalmente non stiamo incitando alla violenza nessuno.
Ma a casa propria quando le cose non girano, come è successo, non bisogna soltanto cercare di reagire cercando la via del gol per diminuire il passivo, come è successo. Ma anche divendere il territorio, far capire all'avversario che oggi per me è una giornata storta ma che difenderò comunque il mio metro di campo con il sangue. Non abbiamo avuto la sensazione che la Ternana non abbia voluto combattere, anzi. Ma che sia cromosomicamente una squadra con poca "cattiveria", ignoranza. Senza esagerare: quel pizzico di malizia che rende più saporita una prestazione (buona o brutta che sia). Di sicuro per buona parte è dovuto dalla giovane età di molti di ragazzi in rossoverde. Ma alle volte, questo tipo di cose non si insegnano: o ce le hai o no. Magari però, anche questo, come spunto di riflessione, potrebbe aiutare alla prossima.
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