Archiviamo la partita casalinga contro la Virtus Entella, che è andata come è andata per tutta una serie di motivi che adesso non staremo qui a ripetere, ma che in estrema sintesi si possono condensare in tre lapidarie espressioni: una prestazione incolore per buona parte della gara, una condizione di salute fisica della squadra quasi ai minimi termini (ricordiamo la virulenza del virus che ha colpito la quasi intera rosa ndr) e una capacità di gestione della gara da parte del signor Chiffi quantomai discutibile ed opinabile. Ora, ognuno ha le sue convinzioni a riguardo, ma la questione che attanaglia un po' tutti, addetti ai lavori o tifosi, è "E adesso? Che succede adesso?". Adesso, a nostro avviso, si riparte, un po' malconci e un po' scontenti, ma sempre con la voglia di fare il massimo che si può in questo momento. A molti non basterà questa risposta, tanti vorranno sentirsi dire che adesso si vincerà e si troverà la via per la continuità. Forse sarà così, chi può smentirlo, o forse no, e alla base di questo ci sono i fatti. Quello che sappiamo per certo è che abbiamo una squadra giovane, anagraficamente fatta di ragazzi che sono ancora acerbi e stanno maturando ora, partita dopo partita, che devono ancora prendere a pieno coscienza delle proprie possibilità e dei propri limiti. La Ternana di questo campionato, probabilmente, possiede un tasso tecnico maggiore rispetto a quella dello scorso anno, per esempio, eppure il rendimento è molto più altalenante e discontinuo, perchè tolti Giuseppe Russo e Damiano Ferronetti, che sono anche loro giovani ma rappresentano un po' l'esperienza e l'ordine in campo , l'età media della squadra è davvero bassa. E se questo da un lato è un vantaggio, perché si gioca con più spregiudicatezza e irruenza, dall'altro è anche un limite, perché ogni partita diventa storia a se' e può essere condizionata da un singolo episodio: un gol subito, ad esempio, mentre si sta giocando bene, rischia di demoralizzare i giocatori che non riescono più a girare bene, mentre la stessa situazione, una settimana più tardi, potrebbe pungerli nell'orgoglio e fargli tirar fuori la giocata della vita. È così, che ci piaccia o no, e non si possono forzare le tappe, i giocatori devono maturare commettendo errori e facendo grandi partite, imparando dai propri errori e capendo con il tempo quale sia il loro posto sul manto verde di uno stadio, quali movimenti gli appartengono e quali, pur imparandoli, non saranno mai gesti naturali. Allora, sabato, che succederà? Semplicemente non possiamo saperlo, e nemmeno ipotizzarlo: quello che possiamo fare è dare fiducia a Tesser e alla squadra, senza buttare la croce addosso a questo o a quel giocatore, senza esaltarci troppo per una vittoria e senza strepitare ed esagerare con le critiche nella sconfitta. Insomma, cerchiamo di maturare tutti insieme, e poi vediamo quel che ne verrà fuori.
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