Ecco perché crederci (e perché no): alla Serie A, ovvio!
Risvegliarsi la domenica mattina e sotto il sole passeggiare con la consapevolezza di essere primi in classifica è una bellissima sensazione. Mai provata da tantissimi tifosi rossoverdi. Ci era andata molto vicina la seconda Ternana di Beretta, che addirittura alla fine del girone d’andata passo qualche ora in testa alla classifica, ma di li a poco iniziò la discesa non programmata. Ora non sappiamo come andrà a finire non abbiamo la palla di vetro, e quindi ci godiamo il momento. Ma tutto questo non deve portarci, proprio perché è una sensazione nuova, a pensare di aver già vinto il campionato. Altrimenti anche qui sarebbe soltanto l’inizio della fine. E allora – come succede nei film quando si deve prendere una decisione importante – proviamo a fare una lista dei perché sì e perché no. Per capire da quale parte pende la bilancia. E per essere il più obiettivi possibile. Continuando a passeggiare, con il sole in faccia e quel sorriso stampato che non si toglie facilmente.
NO
1 – La Ternana non ha né il miglior attacco (Bari) né la miglior difesa (Reggina). Né la miglior differenza reti (+12 sempre Reggina). Non è né la migliore in casa (Reggina e Frosinone hanno fatto 12 punti) né quella fuori casa (il Bari addirittura 13, il Genoa prossimo avversario rossoverde 12) Insomma ancora non è eccellente in nulla. E’ prima perché è diventata invincibile nell’ultimo mese: serve un periodo di tempo più lungo. Serve un’identità ancora più marcata, nonostante proprio le variazioni di ritmo hanno portato a questa classifica e a questo momento d’oro.
2 – La qualità delle avversarie e la classifica molto corta nonostante il grande strappo. Le 5 vittorie consecutive hanno portato al primato ma questo non deve nascondere che di grandi (e soprattutto buone) squadre è piena la B. E che il primato della Ternana è simbolico. Ci sono troppe squadre nel giro di due tre punti. Significa che basta una partita per retrocedere al 5 posto. O magari ancora più giù.
3 – A metà girone d’andata mancano da affrontare ancora 5 squadre della prima metà della classifica: Genoa, Bari, Brescia, Frosinone e Cagliari. Significa che 5 su 9, più della metà, sono squadre toste da affrontare: squadre che avevano peraltro ambizioni di promozione (o almeno quasi tutte). Questo senza contare che comunque anche le altre sono sempre rognose. Insomma non solo è poco il cammino già fatto: gli esami non finiscono mai
4 – Delle grandi annunciate (Cagliari, Parma, Genoa) nessuna ha ancora ingranato al 100%, ma sono sempre in zona A. Cosa succederà se dovessero ingranare davvero
5 – Il campionato si decide – bene che va – ad Aprile, non certo ad ottobre. Lo sanno tutti. La Ternana ha 19 punti, più di tutti è vero. Ma con questi 19 punti non sarebbe neanche salva. Ne mancano 87 ancora da assegnare. Questo significa che chi è davanti ora fa incora in tempo a retrocedere e chi è in fondo fa in tempo ancora a rientrare nella corsa alla promozione diretta
SI
1 – Le 5 vittorie consecutive danno fiducia: anche perché due arrivate con una rimonta completa. Questo da una consapevolezza alla squadra speciale. L’appetito vien mangiando. Questa squadra, a cui in molti hanno detto che era forte, ora lo sta toccando con mano.
2 – Le 5 vittorie hanno anche creato un gruppo positivo e disponibile. Fondamentale in B. Il gruppo può aiutare a superare le difficoltà. Qui si stanno delineando delle gerarchie dovute ai risultati. Ma allo stesso tempo c’è la consapevolezza che ci sono giocatori talentuosi anche in panchina (o in infermeria). Poter gestire un gruppo così, vincendo, significa poter affrontare certe situazioni con meno tensioni. E nel processo di costruzione questo è un vantaggio da non dissipare.
3 – Una profondità di rosa mai vista a Terni (e raramente vista altrove): quando Lucarelli si gira verso la panchina ha un’ampia varietà di scelta. Nonostante gli infortuni. E infatti ci si chiede: e quando torneranno tutti cosa succede? Lucarelli sarà sempre “sotto pressione” perché dovrà trovare il modo di far giocare i giocatori più talentuosi o scegliere quelli più in palla. Ma sapere di poter contare su un roster del genere è straordinario. Per qualsiasi evenienza. Sia se devi giocare una partita all’attacco sia se devi difenderti.
4 – Magari proprio per questo la Ternana non sembra (paradossalmente) aver espresso ancora il suo potenziale: ha ancora margini di crescita. Tecnici e tattici. Ci sono i rientri dagli infortuni (il prossimo sarà Falletti a tornare), far tornare Palumbo a centrocampo, provare di nuovo il 4231 o altri sistemi che possano servire in futuro. I margini ci sono ancora, anche nelle prestazioni individuali dei giocatori
5 – Dei 20 allenatori che sono in B è vero che ci sono alcuni campioni del mondo (Inzaghi, De Rossi, Cannavaro, Grosso) ma soltanto in 5 hanno vinto la B (Corini, Tesser, Liverani, Pecchia, Inzaghi e Baldini). Di questi 6 solo in 3 ora sono in zona playoff. Quindi l’esperienza conta, per carità ma la Ternana c’è…