Finisce l’anno: gli up&down della stagione
Finita la stagione, manca solo l’ultimo atto. Ed già possibile buttare già una sorta di pagellone della stagione. 5 up e 5 down per fare la fotografia di quello che è successo durante questa annata, particolare particolarissima. Ma non per questo meno divertente o appassionante. Il vero problema di fondo è la frizione che si è generata ancora una volta fra la proprietà e la città. Un problema ormai decennale che abbiamo la speranza possa sempre risolversi.
UP sicuramente Breda, per il lavoro che ha svolto. Perché se vince anche contro il Brescia raggiunge quota 53 e sarebbe il miglior risultato dell’era Longarini. E lo ha fatto iniziando alla quinta di campionato: insomma non certo scontato come risultato. Avrà anche commesso qualche errore (sbaglia solo chi fa) ma nel complesso la sua valutazione è certamente positiva
UP Ceravolo. Ancora una volta una stagione sopra i 10 gol, ancora una volta trascinatore della squadra, fra i più positivi durante quest’anno, continuo, determinante. Merita di tornare in serie A, ma meriterebbe ancora di più che la Ternana almeno gli proponesse il rinnovo di contratto: anche solo per farsi dire di no.
UP anche Falletti. Tutti aspettavano l’altro uruguayano, quello alto. Invece da sotto, con uno scatto improvviso come quelli che sa fare in campo è arrivato Cesarito. Si è imposto nello spogliatoio a forza di video di Mario Bros, si è imposto in campo con i suoi lampi devastanti.
UP il gruppo: perché nominarli tutti, quelli che hanno fatto bene, non bastano 5 punti. E allora un applauso a tutti perché in una stagione stranissima in cui ogni settimana poteva nascondere un’insidia il gruppo ha mantenuto la rotta. Da Mazzoni a Zanon, da Gonzalez a Vitale, da Meccariello a Coppola, da Busellato a Furlan. Compreso anche chi non ha giocato. La scelta dei giocatori, fatta da Acri in estate (e peraltro in 25 giorni) è stata efficace non solo a livello tecnico ma anche a livello umano. E queste cose pesano in una stagione. Poteva essere da playoff? Magari con un pizzico di fortuna (e qualche scelta diversa in più) poteva essere davvero.
UP le dichiarazioni di inizio anno di Longarini. La prima conferenza stampa, seppur in mezzo a mille perplessità, a noi era piaciuta. I concetti espressi da Simone Longarini erano largamente condivisibili. Sembrava anche avesse toccato le corde giuste di una tifoseria che voleva sentirsi di nuovo coinvolta. Aveva parlato di famiglia, di autofinanziamento, di pazienza, di ambizione, di sostenibilità. Purtroppo alle parole non sempre sono seguiti i fatti (per lo meno da nostro punto di vista) ma speriamo che la carta costituzionale della Ternana rimanga quella. Magari con soluzioni diverse
DOWN la vicenda Masi. A livello di gestione sportiva è sicuramente il punto più basso della Ternana. Un giocatore fatto fuori senza motivo apparente, senza alcuna spiegazione né ufficiale né ufficiosa, senza alcuna apparente motivazione economica. Avrebbe potuto anche spaccare la squadra e rompere il giocattolo. E attenzione: non c’entra niente Santacroce, la scelta non è stata certo sua. Ci piacerebbe che almeno a fine stagione ci fosse spiegato cosa è successo (e soprattutto fosse spiegato a Masi).
DOWN le sconfitte nel derby a livello di campo è decisamente il grandissimo buco nero della squadra. Vedere festeggiare Ardemagni a casa nostra è stata una bella botta. Uscire sconfitti anche a Perugia è stata una mazzata. Senza considerare che sono arrivate due sconfitte anche contro l’Ascoli. E in queste partite parlare di tattica o di tecnica è inutile. Certe partite bisogna vincerle. E la rabbia sale ancora di più a vedere la classifica: il Perugia finirà sopra la Ternana soltanto per i due derby vinti…
DOWN l’assenza della proprietà (e i suoi consiglieri) a un certo punto Simone Longarini non si è più visto né sentito. Prima i comunicati avevano comunque creato dissapore all’interno della squadra e nello staff. Molto esigente il presidente nella prima parte, totalmente assente nella seconda. Senza vie di mezzo. La nostra idea è che i punti in classifica arrivano anche grazie alle dirigenza e la Ternana è stata senza direttore sportivo per mezzo anno. In più metteteci che – per stessa ammissione di Longarini – la consulenza della proprietà è di nuovo affidata ai fratelli Montemari, ecco spiegata l’ostilità che si avverte ancora in città…
DOWN le prime cinque gare (e la gestione di Toscano) le prime cinque partite sono state un film che non vorremmo più rivedere. Toscano, chiamato proprio dalla famiglia Longarini, anche per dare un segnale forte alla piazza non solo non riusciva a fare risultato (visto che la squadra era stata costruita praticamente negli ultimi 25 giorni) ma soprattutto non riusciva a parlare più con chi l’aveva scelto. Toscano ha avuto il coraggio (perché di coraggio si tratta) e la dignità di dimettersi: un gesto che non avrebbero fatto in molti. Forse da quel gesto, fatto dal Cannibale, quello che aveva riportato la Ternana in B, avrebbe dovuto suonare come campanello d’allarme…
DOWN Avenatti. Non potevamo non mettere Felipe nelle delusioni. Da lui ci aspettavamo molto. Ci aspettavamo continuità, ci aspettavamo probabilmente il campionato di Lapadula. Era la sua ora: voleva la A, non era arrivata, poteva farla sognare alla Ternana. Ora invece finisce il campionato senza essere titolare, con qualche buono spezzone e tanti rimpianti. I suoi mezzi tecnici e atletici non si discutono: forse deve crederci lui per primo