Il momento della squadra, la società, Breda e tanto altro. Parola all'amministratore unico della Ternana, Simone Longarini. Il numero uno delle Fere incontra i giornalisti all'Hotel Garden di Terni, ecco le sue dichiarazioni raccolte dalla nostra inviata Marina Ferretti.
"Sono qui oggi perché voglio chiarire alcune dinamiche, mandare alcuni messaggi. Quando sono entrato io, la Ternana era una macchina che guardava poco al domani. Io il 3 dicembre ho avanzato un procedimento contro Deodati, per alcuni comportamenti o azioni del passato. Oggi so chi fa del bene e chi fa male alla Ternana Calcio, in ogni settore. Le critiche sono una risorsa, ma non le illazioni e le mancanze di rispetto soprattutto verso chi è sempre trasparente. Si parla ancora di Toscano, qualcuno scrive che devo dimostrare di esser bravo e far tirar fuori i soldi a papà: voglio chiarire questo punto. All'inizio c'era il rischio di non poter andare avanti, per evitarlo abbiamo chiesto aiuto a tutti compresi i Montenari, che però ora hanno ripreso la propria strada. Dopo Entella ho voluto essere chiaro con la squadra: "Partiamo da zero, crediamoci e impegnamoci.Vi sarò vicino e vi supporterò purché ci mettiate sempre il massimo impegno". Per qualche tempo ha funzionato, anche a Crotone. Recentemente (il nostro secondo derby ad Ascoli) meno. E dopo Como sono ancora più amareggiato perché è la dimostrazione che quando si vuole si può far bene tutti". E ancora: "Molti di voi non hanno interpretato bene il comunicato post ascoli. Io li avrei mandati tutti comunque in ritiro, ma sono innamorato di questa squadra: credo in loro. Ma non posso crederci da solo. Questa squadra ha investito molto su 5 talenti, lo sanno tutti".
Obiettivi? Il minimo sono i playoff, ma se il ds non sbatte i pugni sul tavolo ogni tanto le cose non vanno. I ragazzi non vanno solo protetti, un bravo ds deve essere un buono operatore di mercato ma anche far camminare la squadra bene. Breda non mi è piaciuto quando ha detto di aver visto una buona gara ad Ascoli, solo in quel caso".
Un messaggio al ds. "Dopo Entella l'ho aiutato molto, lui sa come, ma forse non ci capiamo. Ho anche strappato la sua risoluzione anticipata, ma sono stanco di spendere per una salvezza all'ultima giornata. Ho mandato giù tante cose, anche che contro l'Entella non mi sia venuto a guardare in faccia nessuno. Ad Ascoli sono rimasto per vedere la reazione, ma non l'ho vista. Il ds mi ha sempre detto che la squadra è da playoff ma spesso ci siamo accontentati del risultato".
Sul rapporto con i tifosi: "Abbiamo lavorato per riavvicinare i tifosi, molti mi hanno detto di cacciare i soldi, o che non verrà gente allo stadio per il cognome che porto. Ma il cognome che porto è quello che da dieci anni manda avanti la baracca, e non è scontato. Abbiamo fatto molte iniziative per riavvicinarci alla gente e ai tifosi, accogliendone le richieste legittime, non per ultimo le maglie del prossimo anno. Ringrazio anche la Macron, visto che all'inizio i rapporti erano partiti male".
Longarini continua, questo il suo sfogo: "Non voglio più essere solo, ed essere il bersaglio di qualcuno, anche delle istituzioni che parlano male di me pur entrando allo stadio con l'accredito. Se devo essere solo, viene voglia di fare un passo indietro. Prima di andare via volevo dare una risposta a Tonino, un noto tifoso: il suo biglietto da visita per me è il comportamento tenuto al Fiamma, non serve che si presenti in sede".
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