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Grabbi: “Emozionante tornare a Terni, qui mi sono sentito amato” – VIDEO

Ospite speciale della cena per Flavia andata in scena al FAT ART, Ciccio Grabbi ha ripercorso la sua esperienza a Terni e non solo: "Ci tenevo ad essere qui, sono passati tanti anni, forse troppi. Sono emozionato"

Ti ricordi lo striscione Dio C'è al Liberati: "Lo ricordo bene. Prima della partita con il Torino, mi sono girato verso gli spalti e ho visto questo striscione, qualcosa di incredibile"

Non eri mai tornato a Terni, oggi però sei entrato nello stadio: "Sono entrato, ho pensato che speriamo qualcuno mi riconoscesse altrimenti mi avrebbero cacciato via. E' stata una grande emozione stare dentro al campo. La prima cosa che ho fatto è andare allo stadio"

Qual è il gol a cui tieni di più: "Quello più bello è stato con il Cittadella, un gol molto difficile da fare, di sinistro. Il primo gol con la Ternana l'ho fatto al Chievo al 90' su rigore"

Hai rivisto i tuoi gol con la Ternana: "Sempre. Poi ho i figli, i giocatori della Juventus che li vanno a cercare i miei gol. E' emozionante"

Esultavi sempre in modo veemente: "Ho sofferto molto il primo anno, la gente non sapeva cosa stavo passando. Sono andato in campo anche non potendo appoggiare il piede destro. Il primo anno ho preso tante critiche e giustamente. Ma stavo male, ho avuto coraggio a giocare in quelle condizioni"

Volevi riprenderti anche quello che ti avevano tolto: "In parte si, ma volevo far vedere alla gente cosa potevo fare"

Agostinelli ti convinse a giocare la partita con la Sampdoria: "Domenica prima giochiamo a Crotone, cado dopo un contrasto con Ametrano per un colpo alla testa. Non mi alleno mai perchè mi veniva da rimettere. Agostinelli disse al preparatore atletico di farmi fare un giro di campo, ma a me veniva da rimettere. Lui mi disse di andare in campo e nel caso sarei uscito. Quella partita feci gol di testa e credo sia stata la mia miglior partita. Qualcosa di incredibile"

Si dice che il dott. Martella aveva un ruolo importantissimo nel convincerti a giocare: "Ho un rapporto straordinario con lui. Non sono mai stato bene come avrei voluto. Essere rassicurato da Martella mi rassicurava, di lui mi fidavo"

Quell'anno la Ternana lottò per la promozione: "C'era un gruppo bellissimo, uscivamo insieme a cena, c'era feeling, si stava insieme. Eravamo convinti di poter vincere il campionato, i miei compagni erano molto forti. C'era Grella, Agostini, Mero, Benin, Fabris, Ripa, Balli in porta, Borgobello, Schenardi, Dell'Anno, la squadra era forte e con grandi valori umani"

Hai segnato tanti gol a Terni e poi non ci sei più riuscito: "Ho bisogno dell'affetto della gente. Quello che mi ha dato Terni non l'ho più trovato. Ho bisogno di sentirmi bene. Io a Terni mi sono trovato benissimo, mi sentivo amato. Questo ha fatto la differenza"

C'è stata l'opportunità di tornare a Terni: "Mi sono distrutto i piedi, sarei stato la brutta copia di quello che i tifosi avevano visto"

Vuoi raccontare quello che è successo con Maurizio Bonifazi: "Lui era in coma, la madre si mise in contatto con me tramite Sinigaglia. Gli feci un video messaggio in modo che lo potesse sentire tutti i giorni mentre era in coma. Lui si è svegliato, è venuto a trovarmi a Torino. Per me è stata una cosa sensazionale. Lui mi ha raccontato che quando si è svegliato si ricordava del messaggio, è stata una cosa che mi ha toccato, una cosa fortissima"

A chi assomiglia Zampagna: "Tecnicamente era fortissimo, un giocatore modernissimo. Se avesse giocato ora poteva stare in Nazionale. Luis Suarez può essere un giocatore a cui si avvicina"

Si parla della carenza di giocatori in attacco. Perchè in Italia non ci sono più giocatori di talento: "Il talento è 12 ore di lavoro al giorno. Una cosa è dire il talento, ci nasco e poi mi alleno. Poi c'è l'attitudine. Non basta allenarsi. Se io ho l'attitudine spiccata riesco prima di altri. La capacità di apprendimento è importante. Noi quando eravamo piccoli avevamo solo la palla tra i piedi, oggi c'è tanto altro. La passione ti porta a fare di più, quel di più che ti può portare avanti. Più tocchi la palla, più hai passione e amore per quello che fai. Puoi toglierti delle soddisfazioni. Gli attaccanti centrali sono in giro, ce ne sono pochi in generale, è un ruolo che adesso si fa fatica a trovare"

Il tuo primo gol in Serie A l'hai fatto con la Juve: "A Roma contro la Lazio, su assist di Del Piero. Se pensavo di restare alla Juve? Sarei andato via, il livello era troppo alto. Dovevo fare un paio di anni fuori per poi magari tornare. Dopo Ravenna potevo tornare, poi la Ternana mi comprò dalla Juventus"

Chi ti ha preso a Terni: "Osti, c'era Cuccureddu in panchina. Poi mi acquistò Borea, mi aveva avuto a Modena in C1. Mi conosceva come giocatore e come persona, avevamo feeling"

Ti ricordi quanto sei stato pagato dalla Ternana: "Non tanto rispetto a quanto mi hanno venduto"

Sei stato contento di andare al Blackburn: "A me piaceva una squadra dove avrei voluto giocare, il Glasgow Rangers. Avevo vesto un film che mi era piaciuto, ambientato in Scozia e mi ero fissato con i Rangers. I miei agenti dell'epoca mi dicono che c'erano i Rangers ma anche il Blackburn. Il Glasgow c'era perchè chi mi voleva era a Glasgow e poi passò al Blacburn. Mi ha voluto Souness e tutti quelli che mi sono venuti a vedere. Accardi, che era il mio agente con Galli, era direttore sportivo del Torino quando Souness allenava il Toro. Anche l'Udinese voleva prendermi. Il dispiacere è che io sono stato in Inghilterra e mi sono spaccato il piede in due. Era giusto andare in Premier League. Sono stato uno dei primi ad andare lì. Era un campionato che iniziava a diventare la vera Premier League. Ho giocato la prima partita a Newcastle. Nel riscaldamento ci saranno stati 15mila spettatori. In 5 minuti sono venute fuori 66mila persone. La Premier era bellissima, lo sport è vissuto come uno spettacolo"

Stefano Bentivogli

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