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Il tre cose che tengo, tre cose che butto di questa stagione delle Fere

La stagione è terminata, la Ternana è salva e il prossimo campionato sarà il quarto di fila in Serie B. Era questo l'obiettivo sin dall'inizio, non ne è mai stato fatto mistero, ed ora che è stato raggiunto è proprio ora di tirare le fila di questi lunghi nove mesi sportivi, mesi passati su una sorta di otto volante, o sulle montagne russe se preferite, che ci ha fatto salire a quote altissime e scendere in picchiata più e più volte: insomma, non ci siamo mai annoiati quest'anno, volenti o nolenti. Ci sono stati momenti buoni e momenti meno buoni, settimane esaltanti e altre che abbiamo vissuto con un bel pizzico di tensione e di apprensione, cose da tenere e cose da buttare. Ecco perchè abbiamo deciso che terremo tre cose e ne butteremo altrettante adesso che questo campionato è terminato.

Butto il record di sconfitte casalinghe. Senza dubbio il più grosso cruccio di una stagione intera, che va di pari passo con i momenti di difficoltà di classifica vissuti dalla Ternana. Perdere dieci partite al Liberati, da sempre considerato fortino dei rossoverdi, non era mai successo, al massimo se ne erano perse nove e si era retrocessi. Quest'anno, ringraziando quello che più vi piace ringraziare, l'epilogo è stato diverso, anche se la salvezza è arrivata all'ultima giornata, proprio in casa, con un po' troppa sofferenza. Resta il fatto che il magro bottino raccolto sul campo amico è stata proprio la causa di una permanenza in B conquistata all'ultimo, perchè sarebbe bastato pareggiare quelle quattro o cinque partite, che di certo non avremmo meritato di perdere, per poter vivere questo finale di stagione con maggiore tranquillità. Non sembrano esserci motivi oscuri dietro questo record, probabilmente la giovane età dei giocatori ha fatto si che la squadra risentisse in modo maggiore della pressione che si creava intorno a loro, e si sa che se vincere aiuta a vincere, perdere aiuta solo ad aumentare la tensione nervosa. La smania di far bene in casa si è troppo spesso trasformata in fretta e in paura, e ancor più spesso in una gran quantità di palle gol non sfruttate contro un solo tiro degli avversari che però si è trasformato nel gol vittoria. Ora che la salvezza è matematica bisogna fare in modo che il prossimo anno, chiunque farà parte della Ternana, non ricaschi nella stessa trappola.

Butto il mercato invernale di riparazione. Senza nulla togliere, per carità, ai giocatori arrivati nella sessione di mercato di gennaio, è innegabile e indubbio che questa finestra di acquisti di riparazioni non ne ha avute affatto. Ci sta che ad agosto si decida di puntare sui giovani, su una squadra con l'età media più bassa della categoria, ci sta che si vogliano far maturare i giocatori che si hanno, per valorizzarli e valorizzare la società, è un'idea giusta e condivisibile. Quando, però, con l'andare della stagione si susseguono infortuni che mettono fuori causa anche i giocatori più d'esperienza, quando finiscono le alternative da schierare in campo, quando quelli che hanno tirato la carretta per tutto il girone d'andata vorrebbero rifiatare ma non possono, allora quello sarebbe il momento di correre ai ripari, di prendere qualche giocatore di categoria che serva per riforzare i reparti con maggiori difficoltà. Per esempio la difesa rossoverde. Invece? Invece il mercato ha portato due attaccanti, e basta, costringendo in questo modo squadra e staff a reinventarsi in continuazione, spendendo una gran quantità di energie fisiche e mentali, a volte troppe per una rosa così giovane e in parte ancora inesperta. Per fortuna e per dedizione, i giovani hanno saputo trovare ulteriori stimoli che hanno alimentato spirito e corpo, e è andata come tutti sappiamo, bene. Per il prossimo campionato, però, sarà il caso di portare avanti un mercato più oculato: non serve spendere miliardi per costruire una squadra equilibrata.

Butto una società a corrente alternata. Per quanto si possa dire che in una squadra quello che conta sono giocatori, allenatore e staff tecnico, avere una società presente alle spalle è altrettanto importante. Purtroppo per la Ternana, la presenza della società in questo campionato è stata abbastanza discontinua, e troppe volte poco incisiva. Andare al campo una volta ogni tanto, o visitare il ritiro prima della partita col Modena non sempre può bastare, soprattutto quando la squadra ha un bisogno fisiologico di fiducia e di appoggio. Le parole di Tesser rilasciate nell'intervista dopo la partita col Varese riassumono in pieno la situazione, e sono un monito che la società dovrebbe cogliere al volo: quest'anno è andata così, ma per il prossimo bisognerà lavorare sulla presenza. Sbagliando si impara.

Tengo la salvezza. La permanenza in Serie B è stata da subito e sempre l'unico e solo traguardo che la Ternana si è posta, senza fare falsi proclami e senza creare illusioni, di questo alla società va dato atto. Non si è mai parlato di campionato da dominare, ne' di playoff da agguantare, ma soltanto di salvarsi, e così infine è stato. Una salvezza raggiunta in primis grazie alla serietà, alla perseveranza e alla dedizione di Attilio Tesser, un uomo prima e un allenatore poi di grande competenza e di duro lavoro. E' prima di tutto merito suo se la Ternana non si è sfaldata sotto il peso delle difficoltà, che oggettivamente ci potevamo aspettare. Mai una parola fuori posto, ha dovuto reinventare squadra e ruoli praticamente in ogni partita, senza mai piangersi addosso ma rimboccandosi soltanto le maniche: un vero lavoratore. Il mantenimento della categoria è merito, tanto, anche dei giocatori, molti giovani e spesso con poca esperienza in questa serie, che non si sono mai tirati indietro e non hanno mai mollato la presa. Possiamo discutere ore di alcune prestazioni poco convincenti di questa squadra, di alcuni errori commessi, di qualche momento di gestione errata delle partite, ma una cosa certamente non possiamo imputargliela, ovvero la mancanza di impegno. Ci hanno sempre creduto e soffiato, a volte superando i problemi creati dagli infortuni, altre compensando una forma fisica non eccellente con una grinta seconda a nessuno, e il risultato sono stati 51 punti e il dodicesimo posto in classifica. Insomma, “semo nati pe' tribbola'” e lo abbiamo fatto anche quest'anno, e forse un po' troppo, ma chi si aspettava di giocare un campionato all'acqua di rose aveva già sbagliato in partenza. Salvezza doveva essere, salvezza è stata. Per il quarto anno consecutivo saremo in B: niente non è, anzi.

Tengo il record di vittorie fuori casa. Già, perchè se è tristemente vero che la Ternana di quest'anno detiene il poco invidiabile primato di sconfitte interne, nella storia rossoverde, in quella stessa storia può vantare però il record di vittorie ottenute fuori casa. Nessuna prima di questa squadra era riuscita a mettere insieme sette trasferte vittoriose in un solo campionato: ventuno dei cinquantuno punti totali sono stati collezionati fuori dal campo amico, una media degna di una squadra con ben altri obiettivi. Merito di un gioco costruito sul contropiede e sulle ripartenze, che ha saputo piegare squadre del calibro di Spezia, Pescara e Frosinone, le prime due proiettate verso la Serie A mentre l'ultima se l'è già conquistata la promozione. Un andamento esterno che ci è valso il quinto posto nella classifica dei risultati ottenuti in trasferta, dietro solo a Carpi, Bologna e Pescara, e a pari merito con il Vicenza. Ci auguriamo di mantenere questa media anche il prossimo anno.

Tengo l'essersi saputi sempre rialzare dopo sconfitte importanti e periodi difficili. La tigna, di sicuro, non ha fatto difetto in questa Ternana, e lo prova il fatto che ogni volta che sembravamo aver toccato il fondo ed aver finito ogni forza, fisica e mentale, per riprenderci, in realtà abbiamo trovato il modo di rialzarci e risalire la china. Dopo aver fatto tre punti in otto partite, nel girone di andata, precipitando in classifica, siamo stati capaci di metterne in cassaforte undici in cinque incontri, potendo rifiatare almeno per un po'; dopo aver inanellato una serie di risultati deludenti, culminati con la sconfitta contro la Pro Vercelli che è costata contestazioni e il rimanere impantanati in zona playout, ecco che tiriamo fuori dal cilindro la vittoria in casa del Modena, che ci consegna una bella fetta di salvezza. Ne potremmo citare altri di esempi, ma quello che conta è che la Ternana di questa stagione è stata una squadra capace di rinascere dalle proprie ceneri, di tirar fuori nei momenti di difficoltà una capacità di gestione della partita che spesso non ha avuto nei momenti migliori. Di sicuro questo sapersi rialzare quando tutto sembrava compromesso è un atteggiamento che da questa squadra dovremmo imparare un po' tutti per il futuro.  

Marina Ferretti

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