Il confronto è alla base di ogni rapporto. Personale o professionale che sia. E non si può certo evitare che parlino direttore sportivo e allenatore, i responsabili del progetto tecnico della Ternana Calcio.
L’anomalia è che lo si sia fatto, praticamente, durante l’allenamento. Ma evidentemente ci sono delle priorità, e in questo caso le priorità sono state chiare, per tutti. Prima ci si deve parlare.
Dopo la partita con la Paganese, non c’erano stati confronti fra allenatore e direttore. E così alla prima occasione utile, eccola la chiacchierata.
Sgombriamo il campo da un facile equivoco: non sono volati stracci, non si è arrivati certamente alle mani, né tantomeno all’esonero o all’esautoramento del ruolo. Questo non significa che la chiacchierata sia stata fra lord inglesi o che non si sia alzato il tono della discussione. Ma sempre con un obiettivo comune: come tornare in serie B.
In tre ore di chiacchierata, capirete, si è parlato di tutto. Dai risultati, alla gestione delle partite, dai gol subiti a quelli fatti (e quelli che si potevano fare), dal mercato agli scontenti, dal portiere alla coppa Italia. Quasi un percorso maieutico, per sviscerare a fondo la situazione.
Non si doveva arrivare a dei risultati. Non si doveva arrivare a un punto mediano. L’anomalia non è averlo fatto, ma averlo fatto durante l’allenamento. Con urgenza, ma la questione ruota sempre e unicamente intorno a un solo concetto: crederci fino alla fine, andando oltre i propri limiti. Senza avere troppe preoccupazioni esterne o pensieri laterali. Un obiettivo: vincere. Questo chiede la proprietà (e lo sappiamo, da qui il nervosismo delle ultime settimane) e quindi verso questo bisogna tendere, se ci si crede. Nonostante tutto. Nonostante i 12 punti di distacco, nonostante il Bari, nonostante un girone ormai finito. Eccola allora la vera domanda: quanta convinzione c’è? Ed ecco che si arriva anche a dei punti fermi (in estrema sintesi):
la squadra prende più gol del previsto. Non prendere gol (vista la produzione offensiva della Ternana) significa vincere. O nella peggiore delle ipotesi non perdere.
Non esiste un problema di manovra o di gioco. Eventualmente di interpretazione di alcune parti di gara. La squadra si allena bene e ha (quasi) sempre risposto positivamente
la squadra è competitiva. Posto che tutto è migliorabile il primo punto è che per intervenire sul mercato ci deve essere la convinzione che ogni scelta ne presuppone due: chi arriva e chi parte…
Certo i problemi ci sono stati, altrimenti al posto della Reggina ci sarebbe stata la Ternana. Ma i panni sporchi si lavano in famiglia e non con dei processi pubblici. I prossimi giorni, le prossime settimane, saranno indicative. Per rispondere al vero interrogativo. Chi ci crede? La risposta a questa domanda determinerà il futuro della Ternana. Bisogna crederci perché non si può certo mandare in archivio una stagione a metà dicembre. E perché a gennaio/febbraio la Ternana si giocherà molto di questa sua voglia. Potenza, Monopoli, Reggina e Bari. Più la coppa Italia. Ecco perché non bisogna abbassare la guardia e abdicare. Io ci credo, e tu?
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