La Ternana è in Serie C. Cronaca di una fine annunciata o fulmine a ciel sereno?

E così, quello che non sarebbe dovuto succedere è successo, lo spauracchio intravisto negli incubi di inizio stagione si è palesato e mano a mano è diventato reale: la Ternana, dopo sei anni, è di nuovo in Serie C.

Cronaca di una fine annunciata o fulmine a ciel sereno? Una fine difficile da mettere in conto oppure l'epilogo già scritto di una stagione storta sin da subito? Probabilmente la verità sta un po' nel mezzo, anche se il timore che le tante scommesse fatte potessero non funzionare c'era ed era fondato sin dall'inizio. E' altrettanto vero, però, che in alcuni frangenti del campionato qualcosa sembrava andare nel verso giusto, su tutti la vittoria nel derby, in rimonta e in trasferta, che avrebbe potuto rappresentare la spinta verso la salvezza, ed invece ha finito per essere un salto verso la discesa. Per quanto cercare le responsabilità di questa disfatta non possa cambiare la realtà dei fatti, sarebbe sicuramente sciocco e controproducente liquidare quanto accaduto con un lapidario “è andata così, è il calcio”. Certamente le regole del gioco sono queste, c'è chi viene promosso e chi retrocede, ai primi vanno gli elogi, ai secondi le critiche, meglio se costruttive. E senza dubbio, alla gestione del campionato della Ternana di quest'anno, le critiche non possono non essere mosse. La proprietà ha commesso degli errori, su tutti quello di allestire una rosa composta da tanti giovani, neofiti della Serie B, ancora non pronti ad affrontare un campionato così lungo e difficile, anche dal punto di vista psicologico, senza un'ossatura esperta alle spalle. Per quanto il patron Bandecchi possa essere partito con le migliori intenzioni, da inesperto del mondo del calcio, ha commesso l'errore di non affidare questa nuova macchina Ternana ad un guidatore esperto anzi, non senza una punta di presunzione dovuta al successo avuto in altri campi, ha scommesso anche su un allenatore esordiente in categoria. Scommesse su scommesse, troppe per una sola stagione, aggravate dalle scelte portate avanti sullo scavallare dell'anno: se la fiducia in Pochesci era venuta meno, l'esonero sarebbe dovuto arrivare immediatamente dopo la partita di Avellino, e non per prendere un'altra scommessa, ma il De Canio della situazione. E ancora, se la fiducia nell'allenatore era davvero vacillante, perchè affidare a lui la scelta dei giocatori durante la sessione invernale del mercato, quando invece di rinforzare la squadra, sono stati commessi ancora degli errori? A gennaio si sarebbe ancora potuto mettere mano alla rosa, con innesti esperti, che potessero servire anche da guida per i compagni più giovani, consentendogli di crescere e maturare, e soprattutto che avrebbero potuto andare a rinforzare i reparti più in difficoltà, invece si è scelto di scommettere ancora. Ma si sa, alcune scommesse sono vincenti (Montalto, ad esempio, solo per citarne una), altre meno, e il gioco d'azzardo è sempre un grosso rischio.

In fondo, il campionato della Ternana è sempre stato un'altalena di emozioni, a volte anche di illusioni, ma la classifica questa volta non è bugiarda, è tragicamente lo specchio della realtà e la retrocessione, ahinoi, non ne è che la conseguenza logica.