Una delle versioni peggiori della Ternana targata Breda (se non la peggiore) lascia il passo all'Ascoli, squadra malmessa a livello di classifica e ambiente. Giocando una non-gara (o non giocando, se preferite).
1 – "Approccio poco professionale".
La Ternana è stata assolutamente messa sotto da un avversario in enorme difficoltà e i cui valori effettivi erano sottolineati dalla classifica. Eppure, a fronte dell'intensità di chi pareva giocare la partita della vita (molto nervosamente, peraltro), le Fere non solo non hanno saputo trovare una risposta adeguata – che pure era nelle loro corde -, ma addirittura non sono riuscite a fare praticamente nulla a livello di creazione di gioco. Breda ha sostenuto che la sua squadra "ha provato a costruire per tutta la partita", ma per larghissimi tratti – allora – ha palesato le sue difficoltà di fronte ad un avversario modesto. Senza possesso palla e senza costruzione di azioni per 60 minuti abbondanti, poi qualche idea disordinata e anche il peccato capitale di sprecare palle gol clamorose. Simone Longarini non ci sta e attacca: ora vincere e convincere col Como, perchè sbagliare significherebbe rimettere in discussione tutto (a partire da Cesena). Sennò, ritiro. Ci sta.
2 – La Ternana ha gettato alle ortiche una grande occasione.
Perchè disorientato e sul punto di implodere, un Ascoli già più che abbordabile (seppur poi vincente col merito sul campo) – senza Cacia e Perez – poteva essere proprio l'avversario giusto per, finalmente, confermarsi e svoltare. E invece, ancora una volta, quando è il momento di dare un'accelerata, la Ternana inciampa rovinosamente. Non solo perde, ma lo fa giocando una partita gravemente insufficiente, con il già citato aggravante delle occasioni clamorose non realizzate (non che fossero mai scaturite da azioni costruite e avvolgenti come fatte vedere a sprazzi con Breda). Un brutto passo indietro.
3 – Un altro "derby" perso.
Le partite importanti per la piazza, finora, questa Ternana le ha sbagliate tutte. Ora, probabilmente non conta quanto l'unico e vero derby, ma la sfida contro l'Ascoli era sentita in maniera particolare da larga parte della tifoseria. Ecco perchè ha fatto male, più che la sconfitta in sè, l'atteggiamento passivo della squadra, chiamata invece ad essere "Fera" ogni volta che scende in campo. Questa regolarità nel "sudare la maglia" e nell'andare su ogni pallone con gli occhi iniettati di sangue era (ed è) la – sola – richiesta dell'ambiente rossoverde, che avevamo riportato pochi giorni fa dopo la bella vittoria di Vercelli. Proprio l'acuto del Piola ci aveva dato conferma che di "personalità", questa squadra, potenzialmente ne ha da vendere. Però, quando conta, finora ha stentato ad uscir fuori e questo è un peccato davvero grande (nonchè un limite, che ieri ad Ascoli ha fatto la differenza in negativo). Anche perchè il rapporto con la tifoseria, giusto o meno che sia, si cementifica anche attraverso queste partite, quelle più "sentite". E finora la Ternana ne ha floppate 2 su 2.
4 – Avenatti non convince Breda?
Questo quesito è probabilmente il più importante "refuso" della brutta sconfitta di Ascoli. Il cambio al 38' del primo tempo, inutile nascondersi, ha meravigliato profondamente tutti e ha fatto porre più di una domanda – alcune di queste anche scomode. Ricostruiamo, però, i fatti. Breda, al 38' di una frazione orrenda da parte della Ternana – sotto 1-0 -, decide di togliere uno dei giocatori percepiti dall'ambiente rossoverde come "indispensabili" (anche se poi il numero di presenze di Avenatti con l'allenatore veneto smentisce già questa definizione). Al suo posto entra Furlan – giocatore diversissimo – e Ceravolo passa al ruolo di prima punta, già svolto con Breda. L'ingresso dell'ex Bassano sconvolge un po' il piano disegnato sulla carta dallo staff tecnico, che voleva far rifiatare proprio il 7 rossoverde in vista anche dell'impegno contro il Como. E invece, proprio questa specifica sostituzione sottolinea l'urgenza di un cambiamento nel fronte d'attacco rossoverde. E' rimasto così insoddisfatto, Breda, della prova ad Ascoli di Avenatti (non buona, è vero, seppure in linea con il resto della squadra)? Oppure si tratta di una decisione più ponderata, al quale si è arrivati dopo una serie di prestazioni non pienamente convincenti? L'allenatore rossoverde, a fine partita, ha dichiarato che servivano semplicemente caratteristiche diverse: quindi, le aspettative sulla carta erano state disattese. Una vera e propria scelta tecnica, dal sapore di bocciatura. Ora sarà interessante vedere cosa succederà – a livello di formazione – nei prossimi giorni.
5 – Col Como c'è molto di più dei tre punti in palio.
Prima di tutto, è l'ennesimo scontro salvezza. E lo score delle Fere in merito non è impeccabile, finora. Poi, la Ternana è chiamata alla vittoria interna contro quella che è – nettamente, guardando la classifica – l'ultima della classe: vietato, insomma, fallire. Per tante ragioni. Ora i rossoverdi dovranno centrare un duplice obiettivo: rialzare la testa, per l'ennesima volta, dopo un brutto stop (peraltro davanti ai propri tifosi, i quali non lascerebbero solo Simone Longarini nel non digerire un'eventuale altra, fragorosa, debacle interna) e, soprattutto, non complicarsi la vita con le proprie mani. La Ternana, tra la partita col Vicenza e quella di Vercelli (e più in generale con Breda), si è risollevata e si era messa nelle condizioni di poter navigare in acque più sicure, dopo aver stabilmente stazionato in zona retrocessione. Ora, mettere tutto in discussione contro il Como sarebbe delittuoso e controproducente. Perchè, numeri alla mano, la sconfitta contro l'Ascoli non è un dramma per la classifica. Anzi, potenzialmente si può terminare il trittico terribile con il più che soddisfacente bottino di 6 punti – visto che non sappiamo proprio pareggiare. Ma la condizione, quindi, è la vittoria contro i lariani. Perchè poi c'è Cesena, e dopo rimangono solo Lanciano al Liberati e Brescia al Rigamonti nella prima tornata. E girare intorno a quota venticinque, alla fine del girone, è essenziale.
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