La Ternana torna alla vittoria dopo aver conquistato un solo punto nelle ultime quattro partite. E lo fa in casa di un Avellino a caccia di punti playoff. Per i rossoverdi una grande prestazione al Partenio.
1 – Breda non ha paura
Contro l'Avellino, Roberto Breda ha dimostrato ancora una volta di non temere i cambiamenti, anzi. Il tecnico rossoverde si è presentato al Partenio con un sistema di gioco nuovo, messo in campo una sola volta quest'anno nella difficile trasferta di Cagliari. Ma c'è di più perché dopo un primo tempo dove la squadra è rimasta troppo bloccata nella propria metà campo, nella ripresa ha messo mano ancora una volta al sistema di gioco, accantonando il 3-5-2 per un più offensivo ed elastico 4-3-3. Morale della favola Avellino in bambola e Ternana alle stelle.
C'è poi un altro aspetto da non sottovalutare. Come in passato non ha avuto paura di proporre Valjent terzino sinistro, al Partenio non si è fatto tanti scrupoli nel piazzare Janse mezzala destra. Una soluzione tattica che ha fruttato, eccome. Infine anche ad Avellino ha deciso di dare spazio nella ripresa a Gondo, nonostante le ultime prestazioni non entusiasmanti dell'ivoriano. Una cosa è certa, Breda non decide in base agli umori della piazza e le sue idee le porta avanti con grande serenità.
2 – Mazzoni e Ceravolo una spallata alle critiche
Prima esaltati poi criticati, anche aspramente. Ad Avellino, Mazzoni e Ceravolo hanno risposto nel modo migliore a chi nelle ultime settimane ha puntato il dito contro di loro. Portiere ed attaccante hanno dimostrato di essere due colonne della squadra. Se Mazzoni ha tenuto a galla la squadra quando ha rischiato di colare a picco Ceravolo l'ha fatta volare. Entrambi trascinatori seppure in modo diverso. Entrambi decisivi.
3 – Che sofferenza le palle alte
La Ternana ha vinto e meritatamente ad Avellino. Però i rossoverdi hanno sofferto la squadra irpina, soprattutto sulle palle alte, anche se a colpire raramente sono stati gli attaccanti. Tra i più pericolosi dell'Avellino c'è stato Insigne e questo è un problema. Perché il fratello del trequartista del Napoli non ha la struttura fisica di Mokulu. Problemi ci sono stati anche in occasione dei calci d'angolo. Difesa promossa comunque ma c'è ancora da lavorare perché non sempre si può pensare di vincere concedendo tanto quanto ha concesso la Ternana nel primo tempo.
4 – La panchina è tornata protagonista
Contro la squadra di Tesser ha fatto la differenza anche chi è entrato dalla panchina. Non era semplice perché al di la di Gondo che ha trovato grande spazio, gli altri innesti di Breda sono stati Signorelli e Grossi. Due che il campo in questa stagione lo hanno visto davvero poco. Purtroppo gli infortuni, le prestazioni dei colleghi di reparto e le scelte del tecnico hanno finito per penalizzarli. Non si sono demoralizzati, anzi hanno saputo sfruttare al meglio le chance che il tecnico gli ha concesso. Hanno costruito gioco e si sono resi pericolosi. Signorelli ha anche sfiorato il gol in più di una occasione. Questa volta sì che la panchina ha aiutato la squadra nel portare a casa una vittoria fondamentale. E alla fine sono arrivati anche i complimenti di chi la partita l'aveva marchiata a fuoco, ovvero Mazzoni, Ceravolo e Breda.
5 – Janse da cedibile a irrinunciabile
A gennaio Jens Janse aveva le valige in mano e stava per salutare la Ternana. D'altronde fino alla sfida di Brescia aveva giocato appena due spezzoni di gara. Poi al Rigamonti Breda ha piazzato l'olandese nel tridente alle spalle della punta e lui oltre a giocare bene ha sfiorato pure il gol. Tanto è bastato al tecnico per riproporlo nelle partite successive. Nessun rammarico perché con il passare delle giornate, l'esterno è cresciuto tatticamente a tal punto da diventare titolare inamovibile. Non sarà spettacolare ma ha sempre, o quasi, una palla gol da sfruttare. Tra l'altro si è dimostrato molto duttile. Esterno basso e alto a destra, terzino sinistro e ad Avellino mezzala con licenza di offendere. Una soluzione tattica che ha fruttato visto che ha servito l'assist per l'1-0 firmato da Ceravolo. Da bella scoperta è diventato una preziosa certezza.
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