Le 5 cose che abbiamo imparato da Carpi-Ternana
Peccato per i risultati delle altre in bagarre nella parte bassa della classifica. Ma, a fine anno, il punto conquistato con le unghie e con i denti dalla Ternana nell’arcigna trasferta di Carpi sarà indubbiamente una lunghezza guadagnata nella graduatoria finale. E la striscia di risultati utili consecutivi (8 punti in 4 partite) continua…
1 – È un grande pareggio a Carpi
Vero, ancora manca la prima vittoria in trasferta. Ma il Cabassi non era sicuramente il campo ideale dove andare a conquistare il primo successo stagionale lontano dalle mura amiche. Non vogliamo rammaricarci e dire “peccato” soltanto pensando al momentaneo vantaggio rossoverde e a quello che sarebbe potuto essere se la Ternana fosse rimasta in 11 uomini: anzi, è opinione di chi scrive che l’infuocato finale di primo tempo e il gol subito dai padroni di casa abbia incendiato lo stadio e la partita e, paradossalmente, complicato la vita ai rossoverdi. Tutto sommato il pareggio è il risultato giusto, che premia la capacità di sofferenza e il cambiamento complessivo, in meglio, di una squadra che soltanto un mese fa non sarebbe stata capace di portare via un punto da Carpi. E, viste le assenze pesanti (e rivelatesi tali), questo esito non era affatto scontato.
2 – Pagata qualche ingenuità di troppo
Forse la Ternana, in vantaggio prima e in superiorità numerica poi, avrebbe potuto davvero portarla a casa. Stavolta è tornato a far parlare di sè qualche errore individuale, purtroppo: principalmente da parte di giocatori giovani, seppur forti e a loro modo “esperti”, come Palumbo (perchè prendersi quel giallo inutile sull’esultanza?) e Valjent (imperdonabile palla persa a centrocampo, che ha consentito poi a Lasagna di battere Di Gennaro in uno contro uno). Inoltre, anche i troppi palloni persi da un Bacinovic ancora fuori fase: tra i tanti c’è anche quello che poi porta all’inevitabile intervento da dietro di Palumbo su Letizia che, di fatto, gli costa il rosso. Stavolta i rossoverdi sono tornati a pagare qualche ingenuità, seppur inserita in una prova positiva e nel contesto di una crescita evidente in entrambe le fasi: l’impressione è che le assenze, a livello di sicurezza in campo, abbiano pesato tanto.
3 – Germoni sì, Bacinovic no
Ci sarebbe tanto da dire sulle individualità rossoverdi a Carpi, sottolineando che nel complesso la prestazione è stata sufficiente o quasi sufficiente da parte praticamente di tutti. Incolori i tre davanti (tra cui Palombi, prima prestazione un po’ al di sotto degli standard per lui), abbastanza bene Di Gennaro nonostante un paio di incertezze (ma da registrare anche un paio di belle parate). Fondamentale tuttavia sottolineare la crescita di Luca Germoni: il terzino rossoverde non sarà forse tecnicamente dotato come il suo compagno di vivaio della Lazio Palombi, ma è sempre più titolare sulla corsia sinistra della Ternana e soprattutto in crescita completa. Dopo un avvio di partita non convincente in fase di possesso palla, con qualche appoggio facile sbagliato di troppo, cresce alla distanza e disputa un secondo tempo, e in particolare un finale di partita, estremamente positivo dal punto di vista della prestanza fisica. Evidenti anche i miglioramenti sul piano difensivo, dove non soffre più di tanto clienti scomodi come Letizia, Crimi e talvolta Lasagna. Ancora male, invece, Armin Bacinovic: lo sloveno gioca a causa delle tante assenze (decisivo il forfait all’ultimo di Di Noia) e rallenta i ritmi del centrocampo rossoverde. In mezzo è parso lento e impreciso e ha commesso troppi errori – alcuni gravi e ingenui -, inspiegabili per un giocatore esperto e dotato come lui. Sembrava essere uscito dai piani tecnici di Carbone: non sarà questa prova a ribaltare eventuali gerarchie.
4 – Di Martino bravo quando serve, ma più ombre che luci
Settima direzione in carriera e stagionale in B per il fischietto teramano della sezione di Giulianova, che ha incrociato nuovamente la strada delle Fere dopo il controverso rigore concesso a Trapani qualche giornata fa. Avvio di gara molto negativo per lui, che scontenta entrambe le parti, lasciando correre su falli evidenti e da sanzionare soprattutto ai danni di Falletti, salvo poi ammonire Bacinovic e lo stesso numero 10 rossoverde alle prime irregolarità commesse. Non un idillio, insomma. Ma poi prende le decisioni giuste quando la partita sarebbe potuta cambiare in maniera irreversibile, lasciando correre sulle tre simulazioni (due nel concitato finale di primo tempo sullo 0-1 per la Ternana, una dopo 20 secondi nella ripresa) dei padroni di casa, anzi ammonendo in maniera sacrosanta i “tuffatori” Bianco e Catellani. Le decisioni giuste, prese al momento giusto, riscattano parzialmente – anche se non del tutto – una prova altrimenti negativa, che ha scontentato tutti e anzi soprattutto il Carpi e il Cabassi, che lo ha fischiato a lungo. Neanche il signor Di Martino, insomma, sembra essere un fischietto di qualità eccelsa, per così dire, in Serie B.
5 – Peccato le altre, la classifica è sempre quella
Tre punti sfumati o un punto guadagnato? Seppur in controtendenza con squadra e staff, propendiamo di più per la seconda interpretazione. L’altro rammarico di giornata (se vogliamo oltre al vantaggio sfumato delle Fere) viene dagli altri campi, dove tutte o quasi le concorrenti hanno fatto bene: il Cesena si è imposto (3-0) sul Cittadella, la Salernitana ha espugnato incredibilmente (1-3) Frosinone. Vicenza più scarico a Terni, vista la vittoria inaspettata nel derby casalingo col Verona? Macchè: c’è da giurare che i biancorossi arriveranno al Liberati con grande voglia di confermarsi. Fortuna i gol in extremis di Scaglia ad Ascoli e di Cissè ad Avellino. E fortuna per la vittoria del Perugia sulla Pro Vercelli. La classifica, insomma, è rimasta praticamente la stessa, con le Fere a +1 dai playout. Ma questo, sulla carta, era un turno estremamente negativo, da pronostici, per la Ternana, ora a 20 punti; e pensate a come sarebbe sembrata la graduatoria senza il pesante (perchè alla fine varrà tanto) punto di Carpi. Per questa formazione rossoverde, adesso, a 3 giornate dal termine del girone quota 24-25 punti è un traguardo realistico.
di Federico Trastulli