Le 5 cose che abbiamo imparato da Frosinone-Ternana
Sembrava mission impossible, sulla carta, tornare a casa non a mani vuote dal Matusa, casa dell’ambiziosa capolista Frosinone. E invece la Ternana ha conquistato, o meglio guadagnato, un punto davvero prezioso in un incontro a tratti teso, combattuto, intenso e di sofferenza, contro un avversario più forte, affrontato sfruttando sul campo tutte le carte a propria disposizione.
1 – La Ternana c’è. Ed è sulla strada della continuità
Ok, la Ternana deve ancora vincere la sua prima partita in trasferta, d’accordo. Ma la prova di Frosinone, gagliarda, al cospetto della capolista del campionato e della squadra che, fin qui, ha fatto vedere le migliori cose in assoluto dal punto di vista tecnico e fisico contro i rossoverdi, lascia ben sperare per il futuro e per la fondamentale partita contro il Brescia di sabato prossimo. Le Fere sono state, ancora una volta, capaci di gestire i momenti dell’incontro e, soprattutto, di saper soffrire quando la formazione di Marino ha spinto sull’acceleratore: quello del Matusa è un punto guadagnato, a differenza magari di altri pareggi (come contro il Cesena o a Trapani) che avevano lasciato un sapore amaro in bocca. Chissà che a fine anno non possa rivelarsi un punto importante in classifica, dove intanto la Ternana continua, lentamente, a tentare di staccarsi dalla zona caldissima; o, quantomeno, a tenere botta rispetto alla formazioni davanti, che sono tutte a pochissimi punti di distanza. E anche quota 23 punti al giro di boa si avvicina: se i rossoverdi continueranno a fare vedere le cose osservate negli ultimi due incontri e, soprattutto, se prolungheranno la striscia di risultati positivi, è un obiettivo assolutamente raggiungibile.
2 – Granitici e monumentali i centrali rossoverdi
Menzione d’onore, ovviamente, anche per uno Zanon dal rendimento e dalla costanza straordinari da circa dieci turni a questa parte e per un Germoni che ieri, in un campo difficile, sembrava aver molto più di appena 19 anni per l’autorità con cui ha contenuto avversari fortissimi e di primissimo livello (impressionanti a dir poco alcune individualità del Frosinone, come il solito Dionisi e il tedesco Kragl). Benino anche Aresti complessivamente, che bilancia in una prestazione complessivamente sufficiente un infortunio decisivo e un grande miracolo su Kragl. Ma il plauso più grande va alla seconda, grande, prova consecutiva del duo Masi-Valjent, che sembra davvero funzionare alla perfezione in questo momento. Prestazione in crescendo per lo slovacco (ricordiamolo sempre, classe ’95), che negli ultimi 30 minuti di partita in particolare ha raggiunto vette davvero altissime, con Dionisi che siamo certi se lo sarà sognato stanotte. Alberto stava per festeggiare un’altra prestazione fantastica e, soprattutto, la nascita della sua Ludovica (ancora auguri!) addirittura con un gol. Ma è la costanza e la puntualità nelle chiusure e nel lavoro sporco per tutto l’arco dei 95 minuti a farci dire orgogliosamente: Masi è davvero tornato.
3 – Felipe sì, Palombi nì. Ma…
Con la perfetta esecuzione dal dischetto sul finale del primo tempo del Matusa, Felipe Avenatti ha segnato la sua nona marcatura stagionale in 16 impegni di campionato. Prosegue, dunque, il momento magico dal punto di vista realizzativo dell’ex River Plate Montevideo: ma la prova dell’uruguaiano, a Frosinone, è stata molto di più, con tante sponde, servizi e spunti per i compagni che hanno messo in rilievo il suo bagaglio tecnico di primissimo livello. Un po’ meno meglio delle altre volte, invece, il suo compagno di reparto Simone Palombi, che fatica a trovare spazi nella rocciosa difesa gialloblu. Nonostante ciò, anche in una partita più complicata, è lui a procurarsi il rigore decisivo per il punto delle Fere. Ogni volta che Palombi scende in campo, fa succedere qualcosa di decisivo: a quanto pare, anche quando non gioca al massimo delle proprie potenzialità. E questa è una qualità da grande giocatore…
4 – Cesar tiene in pensiero la Ternana
Discorso equivalente per El Diez della Ternana, al quale non vengono concesse molte possibilità: nè a livello di spazi da parte della difesa frusinate, nè a livello di palloni giocabili forniti dai compagni. E anzi – pur non essendo la sua flessione così marcata -, un piccolo gesto di stizza nei confronti di Antonio Palumbo per un passaggio mal calibrato nel secondo tempo è indicativo di un momento in cui è lui stesso, in prima persona, a pretendere molto di più dalle proprie prestazioni. Quando ha spazi – due situazioni nel finale di partita, in una delle quali impegna severamente Bardi – è sempre pericoloso. Ma è proprio a pochi istanti dal termine che una conclusione strozzata ha portato ad una distorsione alla caviglia della quale non ci sono, al momento, notizie più precise. La speranza è, dunque, che non si tratti di nulla di abbastanza serio da addirittura a saltare l’importantissima sfida col Brescia. Perchè, anche non al meglio e con un solo piede, Falletti è assolutamente fondamentale e irrinunciabile per la Ternana.
5 – Arbitri: mai una partita che vada dritta
Eppure era partito bene, Marini di Roma 1. Ignorando la simulazione in area (poi ripetuta, valsa anche un richiamo verbale) di Daniel Ciofani e assegnando un rigore sacrosanto (braccio largo e che si frappone, seppur involontariamente, tra il colpo di testa di Palombi e la porta frusinate, da parte dell’ex rossoverde Matteo Ciofani) alla Ternana. Certo, gli era sfuggito un giallo a Soddimo per fallaccio su Zanon, ma ci può stare. Quello che non può esistere, nè in cielo nè in terra, è il giallo assegnato a Gori per un’entrata a dir poco criminale, immotivata e di frustrazione, su Petriccione: gamba altissima in salto e tacchetti quasi sulla nuca di dell’ex Pistoiese. Un intervento, semplicemente, pericoloso per il giocatore rossoverde. Da rosso diretto e squalifica per più di un turno. E invece, pur succedendo tutto sotto gli occhi del fischietto romano, arriva soltanto, incomprensibilmente, un giallo. Ma possibile che non ne debba mai andare una dritta con gli arbitri di questa "nostra" Serie B?