Le 5 cose che abbiamo imparato da Modena-Ternana
Le Fere espugnano Modena. Una frase che rischia di diventare, in positivo, la chiave di volta della stagione rossoverde: di quel campionato che potrebbe esser stato risolto dai tre, pesantissimi, punti guadagnati dalla Ternana al Braglia. Ecco che cosa abbiamo imparato dalla fondamentale vittoria di ieri:
1 – Questa squadra ha un cuore enorme.
Quando, al trentaduesimo minuto, la palla rotolava in rete dopo il surreale infortunio di Meccariello, sembrava si stesse consumando un film già visto troppe volte in questo campionato: l'ennesimo capitolo di una maledizione lunga una stagione. Sarebbe stato troppo facile abbattersi e lasciarsi trasportare dall'inerzia del match, favorevole al Modena padrone di casa: la reazione delle Fere, guidate da capitan Fazio, invece, è stata esemplare. Da Fere, appunto. In un incontro dove i rossoverdi hanno dato tutto quello che avevano, superando insidie e difficoltà: una prestazione al 110%, in cui ogni singolo ha reso al meglio, che è andata a dimostrare che questa squadra sa anche rimontare (come già fatto vedere contro il Brescia). Bel gioco, tante occasioni, capacità di stringere i denti nei momenti di difficoltà e acuti dei top che, da soli, sono valsi il prezzo del biglietto. L'impresa sportiva che ci voleva per raddrizzare il finale di un'annata nata storta, un inaspettato ruggito da parte di una squadra, finalmente, capace di far valere il principio del "mors tua, vita mea". Semplicemente, i tre punti più pesanti dell'anno.
2 – Alberto Brignoli ha spiccato il volo.
Quando Stefano Ambrosi ha ritrovato il suo ex compagno di reparto, in occasione del derby, la nitida impressione che ha avuto è stata quella giusta: "Il talento c'è sempre stato, ma ho visto una maturità e una risolutezza nel tenere le redini della retroguardia che dà grande sicurezza a tutta la squadra". Anche qui, il tandem Marotta-Paratici ci ha visto lungo: facile, direte, per chi ha seguito Alberto durante tutta la stagione in rossoverde. Una crescita vertiginosa, spaventosa per costanza: sempre più decisivo, al punto da diventare – per distacco – il miglior portiere della categoria, fino all'exploit del Braglia. Ieri, come in altre occasioni, poesia in movimento: almeno tre miracoli inspiegabili dal punto di vista della fisica; quello "sulla sirena" ha, probabilmente, salvato il campionato rossoverde. A Modena arriva la prestazione emblema del torneo di questo ragazzo: ora ad attendere Brignoli c'è una meritata Serie A, ma prima, venerdì, il Liberati tributerà il saluto che merita a questo ragazzo, per quella che – verosimilmente – sarà la sua ultima partita da Fera.
3 – Avenatti, croce e delizia.
Periodo difficile, settimana difficilissima. Un tunnel dal quale tirarsi fuori solo per conto proprio, quello mentale nel quale è (anzi, era) entrato Felipe Avenatti dopo quel maledetto infortunio d'inizio febbraio contro la Virtus Entella. Lo sporadico acuto di La Spezia è stato solo un barlume di luce in una crisi interminabile: il ragazzo ha poca fiducia in sè e, come detto da Fazio dopo la sconfitta contro la Pro Vercelli,"nè i compagni, nè i membri dello staff hanno idea di come scuoterlo". Piovono copiose e da più parti le – sacrosante – critiche e il ragazzo in campo sembra sempre più "depresso". I sette giorni nel ritiro di Zola Predosa sono, invece, inaspettatamente positivi: il ragazzo si allena alla grande e ritrova la serenità, anche grazie alla vicinanza della famiglia e della fidanzata. Fugati, dunque, eventuali dubbi di Tesser, e Avenatti è titolare a Modena: la prova, nel complesso, è piuttosto anonima, anche se più vivace delle precedenti uscite, ma i due spunti trovati dalla punta uruguagia valgono un assist e un gol, il primo dopo 600 minuti. Altri tre punti che, nel bene e nel male, portano la firma di Felipe Avenatti: ora sono quasi trenta, nel computo totale delle lunghezze in classifica delle Fere. L'augurio è che Felipe, per il suo futuro, riesca a superare tutti i suoi blocchi mentali: perchè dopo il gol ci sono stati cinque minuti in cui, fra difesa del pallone sulla trequarti avversaria, sgomitate e un sombrero, è sembrato il giocatore fenomenale dello scorso girone. Quello che tutti vorremmo rivedere anche contro il Varese, lui per primo: le lacrime di gioia (e di sollievo) a fine partita parlano per Felipe.
4 – Probabilmente la Ternana non dovrebbe battere i calci d'angolo.
Dispiace rischiare di essere ripetitivi, ma l'assist fornito ieri dalla Fere è troppo invitante per non essere sfruttato adeguatamente: 7 corner e nessun gol, è musica alla quale siamo abituati. Ma subire contropiedi e rischiare di incassare gol dalle ripartenze avversarie, sugli sviluppi dei propri calci d'angolo, è la goccia che fa traboccare il vaso: troppo sbilanciata, come sottolineato da Tesser nel postpartita, la compagine rossoverde, soprattutto in occasione dei primi tre-quattro tiri dalla bandierina. Sei saltatori in area, palla puntualmente spazzata dalla retroguardia modenese (quando lo spiovente è finto in area) e diversi gialli pronti a ripartire: il risultato? Diversi clamorosi, e fulminei, ribaltamenti di fronte, con un paio di miracoli di Brignoli a salvare la partita. Uno spettacolo inquietante e, ripetiamo, ingiustificabile, che non dovrebbe verificarsi nelle occasioni in cui c'è la stagione in palio. Passi per Modena, visto il risultato, ma il bis con il Varese è tutt'altro che richiesto.
5 – Al Braglia le Fere sono state più forti della sfortuna.
Quella stessa malasorte che, dopo aver perseguitato la formazione rossoverde durante tutto l'arco del campionato, si è ripresentata, puntualissima, anche ieri allo stadio Braglia: incredibile l'autogol di Meccariello che, al trentunesimo del primo tempo, sembrava materializzare la maledizione che, dagli infortuni alle kafkiane situazioni da "mani nei capelli" nelle varie sfide del torneo, ha accompagnato la Ternana per tutto l'anno. Alla fine, quel che conta è il punto d'arrivo del cammino delle Fere: di intemperie, però, la compagine di Tesser ne ha affrontate abbastanza per una stagione e adesso, con il presupposto di metterci la giusta grinta e concentrazione, l'augurio è che il gran finale di venerdì sia quello tranquillo che questa squadra, per come ha affrontato un anno dalle avversità assurde, merita.