Le 5 cose che abbiamo imparato da Novara-Ternana
1. Adesso ha un senso credere nella salvezza.
Abbiamo imparato che adesso salvarsi si può. Dopo la vittoria contro l’Avellino l’imperativo era spingere con ancora maggiore decisione. Ora è proseguire. La prima vittoria in esterna del campionato ha portato in dote oltre ai tre punti la penultima posizione in classifica. Grazie anche ai risultati delle altre la Ternana non è più il fanalino di coda del campionato di serie B. Adesso c’è il Pisa. Battere il Novara è stato fondamentale per credere nell’impresa. Fare punti a Benevento sarebbe fondamentale per dare continuità. Certo è che a fronte di un risultato negativo la squadra non dovrà abbattersi perché il futuro è tutto da scrivere.
2. Liverani riconosce i propri errori.
Abbiamo imparato che l’allenatore della Ternana sa riconoscere i propri errori e non ha paura di assumersi le proprie responsabilità dimostrando anche grande sensibilità. Contro il Novara, per la terza volta in quattro gare, sul vantaggio ha inserito il terzo centrale difensivo creando solo problemi alla squadra. “Paradossalmente volevo aiutare i ragazzi, mettendo la linea a cinque a tenendoli alti. Invece ho generato l’opposto. La squadra si è abbassata ed abbiamo subito. E’ la terza volta che succede. La colpa è mia, vuol dire che dovrò lavorarci di più oppure cambiare strada”.
3. La salvezza della Ternana passa per la semplicità.
Abbiamo imparato che la parola chiave in questo momento in casa Ternana è: semplicità. Liverani fa fare alla squadra cose semplici. La conferma è arrivata dalle parole di Damiano Zanon. Il terzino è andato dritto al punto: “Le cose semplici nel calcio vanno bene. Bastava mettere gli uomini giusti al posto giusto. Lo abbiamo detto tante volte, non vogliamo retrocedere. Stiamo cercando di far diventare possibile una salvezza che per molti era impossibile".
4. Adesso la squadra è finalmente unita.
“Quando perdi sei partite di fila nello spogliatoio vai allo scontro”: lo ha detto Simone Aresti nel post partita. E ci sta pure che siano volati gli stracci tra Ledesma e compagni. D’altronde perdere e ritrovarsi in fondo alla classifica non piace a nessuno. Adesso però la musica è cambiata. “Adesso si respira un bel clima nello spogliatoio” ha aggiunto il portiere rossoverde. D’altronde 9 punti in 4 partite e ultima posizione lasciata al Pisa farebbero sorridere anche il più pessimista del mondo. Al di la delle dichiarazioni che sono comunque importanti c’è un dato di fatto. Ora i rossoverdi si aiutano in campo. Nessuno è lasciato in balia dell’avversario o peggio, dei propri errori. Tutti fanno una corsa in più. Tutti adesso ci credono, anzi vogliono la salvezza.
5. Vecchi e nuovi, il mix è giusto.
Abbiamo imparato che Diakite non è un giocatore finito ma per personalità, forza fisica ed esperienza sta dando un grosso contributo alla squadra. Ha avuto bisogno di trovare la condizione fisica ma adesso è inamovibile. Abbiamo imparato anche che uno come Palombi non può stare a guardare. Le partite si vincono con i gol degli attaccanti e sempre il gioco degli attaccanti determina quello della squadra. L’ex Primavera Lazio che nelle movenze ricorda Pato (paragone esagerato?) attacca la profondità come nessun altro e in area di rigore non si distrae. E’ perfetto per giocare accanto ad un’altra punta. Ora con Avenatti ma c’è da credere che farebbe bene anche con La Gumina. Da qui una domanda, a che cosa è servito acquistare tanti centravanti a gennaio?