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Le 5 cose che abbiamo imparato da Pescara-Ternana 3-3

1. Che la Ternana continua a perdere i punti

Abbiamo imparato che la Ternana sta dilapidando punti su punti. Emilio Coraggio alla vigilia della sfida di Pescara aveva voluto puntualizzare che “non è vero che la Ternana dilapida punti” e che i tanti pareggi in rimonta sono figli “degli episodi” e dell’incapacità della squadra “ a chiudere le partite”. A Pescara però tutto questo si è ripetuto. Sul 3-2 Finotto e Paolucci hanno sfiorato il colpo del ko e puntualmente i rossoverdi sono stati puniti. E’ inutile stare qui a puntare il dito però è giusto, dopo 17 giornate, prendere di petto il problema principale: la Ternana è penultima in classifica e nel caso di vittoria dell’Ascoli lunedì sera a Perugia si ritroverebbe in ultima posizione.

2. Che la Ternana è questa, nel bene e nel male

Abbiamo imparato che la Ternana è questa niente di più e niente di meno. Sotto di due gol i rossoverdi hanno recuperato ritrovando quello spirito che nel primo tempo sembrava perso, cappottando competamente la partita. Da squadra di un certo livello, portandosi addirittura sul 3-2. Poi è andato l’altro copione. Palla gol per chiudere la partita, un episodio negativo (l’espulsione di Signorini) e il pareggio di Valzania. Ternana double face, addirittura all’interno della stessa partita. Manca l’esperienza forse per gestire certe situazioni, ma fermandoci soltanto nei minuti di recupero quanto avrebbero fatto comodo 4 punti in più…

3. Che non è vero che Pettinari è peggio degli attaccanti in rosa

Abbiamo imparato che le affermazioni non sono tutte vere! Ricordate cosa disse Sandro Pochesci nel post partita contro il Partizani Tirana? Ecco: “Ci sono giocatori più forti di Pettinari che abbiamo preso". Ebbene alla prima partita contro Pettinari ha fatto un gol, ha sfornato un assist e con le sue giocate ha portato all’ammonizione di almeno due rossoverdi. Nella stessa partita il giocatore che si è avvicinato di più a Pettinari è stato Tremolada, anche se non così decisivo. Poi il match è finito 3-3 quindi “pari e patta”. Ci sta difendere la propria rosa, all’inizio così come durante la stagione però a volte ci sta anche che vieni smentito sul campo. E – almeno a noi – aver avuto ancora in rosa Pettinari (sempre che il Pescara lo avesse lasciato) ci avrebbe fatto piacere.

4. Che “Noi” possiamo essere sconfortati, non la squadra

Abbiamo imparato che se c’è qualcuno che può essere amareggiato non può essere la squadra. Il motivo? E’ proprio la squadra che deve reagire subito e arrivare alla fine del girone di andata con più punti necessari per tenerla agganciata al treno della salvezza. Tutti gli altri invece possono, anzi, devono sentirsi amareggiati per il sesto pareggio consecutivo. “C’è un po di sconforto” ha detto giustamente Coraggio a fine partita. Ma i ragazzi non possono permetterselo (almeno non per troppo tempo) perché con la trasferta di Pescara si è aperto un trittico di partite da incubo. Venerdì arriva il Parma poi trasferta a Palermo.

5. Valjent dalle “tragedie” ai gol pesanti

Abbiamo imparato che tutti possono risorgere. Guardiamo Valjent. Il difensore ha avuto un avvio di stagione da incubo culminato a Bari con quelle che Pochesci definì “tragedie” e che gli costarono anche il posto da titolare. Ma il buon Martin non si è mai perso d’animo, ha continuato a lavorare a testa bassa riconquistandosi il posto e segnando anche due gol importanti: l’1-1 in casa contro il Novara e il momentaneo vantaggio a Pescara. Tutto questo per dire che rialzarsi si può ma bisogna avere la forza e la qualità per farlo. La stessa cosa che deve fare ora la squadra.

Alessandro Laureti

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