Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Ascoli
Un 3-1 forse troppo largo, ma soprattutto un dato di fatto incredibile: la Ternana ha perso quattro "derby" su quattro in stagione. Ecco cosa abbiamo imparato dall'ultima mazzata inferta al morale di una piazza già demoralizzata:
1 – Ancora una volta, agli altri basta il minimo.
Tre tiri, tre gol. Basta questo per la festa grande dell’Ascoli, che passa al Liberati e concede alla Ternana la sua quarta sconfitta in quattro derby stagionali, la diciannovesima stagionale e la settima casalinga. Dove l’ha vinta la squadra di Mangia? Probabilmente nel cinismo e forse, come all’andata, nella grinta. Non era di certo un avversario insormontabile, ma questa è un’altra occasione in cui la Ternana si è dimostrata stanca, troppo stanca per un rush finale che doveva essere più tranquillo. E forse la pancia troppo piena da qualche settimana non ha giovato. Perchè anche oggi la difesa (11 gol in 5 partite, in cui la Ternana ha raccolto 2 punti) ha commesso gravi errori, con troppe distrazioni. Per carità, non una prestazione “indegna”, per così dire: ma quando conta, questi rossoverdi hanno sempre fallito, per stessa ammissione di un Breda scurissimo in volto nel postpartita. Dunque, attendiamoci conseguenze dopo questa sfida che ha consentito al “Picchio” di affiancarsi alle Fere a quota 45: perchè la Ternana non vince da un mese, cinque partite. Troppo anche per una squadra salva. O quasi.
2 – Difesa in sofferenza, male i centrali.
Era andato abbastanza bene, fino al 33’ minuto, Biagio Meccariello, con anche qualche buona chiusura da annotare sul taccuino. Poi, una leggerezza fatale, di quelle che in B paghi: Carpani lo punta in un uno contro uno, all’apparenza, non irresistibile, ma che manda in sofferenza il centrale ex Andria, costretto a concedere un angolo assolutamente evitabile. Il corner (1 contro 4 a favore delle Fere nel primo tempo, a dimostrazione che conta la qualità – non la quantità – dei calci piazzati) costa non solo il giallo evitabilissimo di Mazzoni per proteste (ammonito, salterà Como), ma anche il vantaggio bianconero. Sul corner, altra sequela di gravi distrazioni: stacca Cacia da solo, la difesa si sposta tutta sulla sinistra, Pecorini da solo sulla destra della porta rossoverde la tocca piano piano e batte un immobile Mazzoni. Poco c’era da fare, lì: di più, probabilmente, i rossoverdi dovevano farlo nel resto della partita. Anche nei due gol avversari del secondo tempo, gravi gli errori della difesa. Meccariello ha responsabilità sul secondo gol, dove si fa saltare da Altobelli. Non bene, ovviamente, neanche Gonzalez, che tenta di mettere una pezza in una situazione impossibile sul terzo, dopo che era stato lasciato da solo in difesa e bruciato sullo scatto da Cacia. E la difesa (basti guardare il dato di cui sopra), ora, fa acqua da tutte le parti.
3 – Ternana incerottata, rischia di perdere pezzi.
I problemi fisici attanagliano la Ternana in questo finale di stagione. Cesar Falletti, che ha giocato infiltrato contro la Pro Vercelli per un problema all’adduttore, ha disputato l’ennesima prova positiva (con il decimo, stupendo, acuto e le lodi sperticate dell’ennesimo allenatore, stavolta Mangia), seppur fisicamente ancora non al massimo. Lo stesso dicasi, relativamente alla condizione fisica, per Manuel Coppola: in sofferenza in tutto il primo tempo, con difficoltà a correre nel finale, ha dovuto lasciare poi il posto a Palumbo ad inizio ripresa. Poi, ovviamente, non si può non parlare del capitano Vitale, fermato dal mal di schiena dopo appena 22 minuti di gioco. Peccato, perchè era appena rientrato da un altro infortunio. Usciti acciaccati anche Ceravolo e Busellato, con quest'ultimo che zoppicava vistosamente. La Ternana perde i pezzi e, in questo finale di stagione, dovrà lottare anche contro gli infortuni.
4 – Quattro derby persi: peggio di così non si può.
Oltre ogni più negativo pronostico pre-campionato. I tifosi rossoverdi guardavano con ansia, alla vigilia di questa B, a due coppie di incroci in particolare: la prima, ovviamente, era quello con il Perugia, ma il secondo avversario per importanza era, indubbiamente, l’Ascoli. Anche per diretta ed esplicita ammissione (se c’è, batta un colpo) di Simone Longarini all’andata – gara, quella persa al Del Duca, dopo la quale l’amministratore unico rossoverde si è ritirato dalle scene. Lo scenario di 0 punti su 12 era difficilmente pronosticabile anche dai più pessimisti, ma si è avverato e ha inferto un gravissimo colpo al cuore dei tifosi: perchè è vero che, ai fini della salvezza, i punti in palio sono gli stessi contro ogni avversario. Sacrosanto. Ma il tifoso non vive solo di numeri. C’è un detto orribile, ma ormai di comune uso e quantomai calzante: “mai una gioia” e questo campionato (nonché questa salvezza) sarà ricordato, per forza di cose, tra i più tristi “happy ending” della storia rossoverde.
5 – Salvezza sempre vicinissima, ma ora conta solo vincere.
Le altre dietro alla Ternana graziano i rossoverdi, attendendo i posticipi ovviamente. Le Fere sono ancora a distanza di sicurezza dai playout (+5) e dal quart’ultimo posto (+6), con 4 giornate al termine. Non tutto il male vien per nuocere, ma – usando le parole di Breda – ora basta: la Ternana deve solo rialzare la testa e al più presto, visto che da quando ha vinto col Pescara ha deluso fortemente le aspettative. Per ora la tranquillità permane, ma è relativa. I rossoverdi hanno solo l’imperativo di vincere a Como, a prescindere da quel che faranno le altre. E non sarà semplice: c’è da scommetterci che, domenica prossima, i lariani non ci terranno a essere la prima a retrocedere in Lega Pro. Ma le Fere si devono salvare prima delle ultime tre, impegnative, partite di questo campionato che, davvero, non vuole finire mai.