Una sconfitta di cui vergognarsi, nel risultato e nella prestazione. La Ternana perde 3-0 in casa con l'Avellino – una debacle dolorosissima da analizzare – ed è ora attesa dalla trasferta in casa della squadra più in forma del campionato.
1 – Turnover.
Senza un minimo di turnover, un minimo di rotazioni, non vai avanti, con tre partite in sette giorni. Breda si è creato, dal suo arrivo a Terni, delle certezze, ma quelle stesse certezze ieri sono crollate sotto i colpi (peraltro neanche troppo decisi) inferti dall'Avellino. A centrocampo l'alternanza è stata quasi obbligata, con gli infortuni occorsi nelle ultime due settimane agli uomini del reparto: ma anche in mediana, riproporre un Palumbo non al meglio non ha sicuramente dato i suoi frutti. Così come la linea difensiva, rimasta invariata, ha complessivamente prodotto una prestazione disastrosa e così come, sulle fasce, la Ternana non ha saputo spingere come al solito (Furlan, grande anche ieri, avrà il diritto di essere esausto, dopo aver tirato la carretta fino ad adesso). In avanti, evidentemente, Felipe non ne aveva più: perchè non provare Dugandzic, allora? La squadra ieri era esausta (anche, e soprattutto, dal punto di vista mentale: pochissima lucidità) e lo è parsa subito, dai primissimi minuti: mai la solita corsa, mai il solito gioco corto e dinamico, sempre imprecisi (anche in occasione di passaggi semplicissimi) e in affanno. Non una scusante, ma sicuramente una causa concorrente al disastro di Halloween.
2 – La Ternana non scende dall'altalena.
Altro giro, altra corsa. Una vittoria e una sconfitta da quando è arrivato Breda. 1,5 punti a partita, sicuramente una media salvezza. Ma il campionato delle Fere non riesce a prendere un verso e, considerata la partenza deficitaria, il bilancio del primo quarto di torneo è sicuramente quello di undici partite da retrocessione, con la classifica che non mente mai. Definire, dunque, discontinua questa squadra è eufemistico, soprattutto perchè continua da settimane ad alternare prestazioni clamorose ad inspiegabili blackout. Tempo ce n'è, sempre, in Serie B: ma il fatto che ci sia bisogno di ripeterlo, per rasserenare le prospettive, ogni settimana o quasi è indice di quanto questa prima porzione di stagione sia stata disastrosa. Con l'Avellino serviva afferrare con decisione il timone del vascello rossoverde e dargli una direzione: le Fere, però, hanno sbagliato la virata. E ora la legge "una vittoria, una sconfitta" sarà difficilissima da riproporre a Pescara.
3 – Il Liberati è tornato ad essere terra di conquista.
I tempi del record di imbattibilità casalinga, quando vincere a Terni faceva notizia per davvero, sono finiti e sembrano lontani anni luce. Purtroppo, ne iniziano ad essere consapevoli anche i tifosi, sempre più disamorati e sconfortati. Terza sconfitta casalinga in sei partite (poi due vittorie e un pareggio), tutte e tre incredibili. Il il 2-3, dallo svantaggio di due gol, del Livorno, l'inconcepibile 0-3 contro l'Avellino e, soprattutto, l'onta del derby perso. Tre colpi durissimi inferti al cuore dei tifosi rossoverdi, con la chimera del record negativo dello scorso anno che non sembra più, di questo passo, tanto irraggiungibile. La salvezza prima di tutto: ma queste giornate fanno male a chiunque abbia a cuore i colori rossoverdi. E la stagione non prende una bella piega.
4 – Questo Avenatti non serve alla Ternana.
Purtroppo in B, se giochi come ha oggettivamente fatto Avenatti in queste prime undici giornate, non servi a nessuno. Non è nascondendo la palese verità che si fa del bene a questo giocatore: anche il presunto gol revitalizzante contro il Bari è arrivato nel contesto di una prestazione non buona, tendenzialmente in linea con quelle sciorinate nel resto di un torneo, finora, molto negativo per Felipe. All'undicesimo gettone stagionale tocca la palla due volte, di numero, in un'ora. Breda lo cambia e fa discutere, poi dichiara che la punta uruguaiana è stata poco bene fisicamente. A maggior ragione: perchè non provare nessun altra soluzione, in questa settimana? Tanto, purtroppo, questo Avenatti contribuisce troppo poco alla causa rossoverde.
5 – La difesa è da rivedere.
È piuttosto evidente che qualcosa dietro non vada, che sia da rivedere. Con il fattore, determinante, dei 270 minuti giocati in otto giorni da tenere sempre a mente, in questa settimana decisiva per tracciare la strada della Ternana in questo campionato la retroguardia rossoverde non ha risposto presente. Da 1 gol nelle prime tre giornate con Breda a 5 gol nelle ultime tre: un'involuzione decisa in cui, come ieri, errori individuali e di reparto sono stati decisivi. In particolare, Alberto Masi si ripete in incertezze più o meno decisive – condivise, peraltro, anche da Zanon sulla fascia destra, con la fase difensiva che non sembra essere la sua qualità migliore – e la sintonia con l'altro centrale, Gonzalez, stenta ancora ad instaurarsi. Non è bastato un difensivamente straripante Vitale: la linea difensiva, in questa settimana, ha fatto acqua da tutte le parti. Sette giorni maledetti? Tutto è possibile. Se Breda crede in questi uomini, ha tutto il diritto di concedere loro la prova del nove. Ma i cambi, se servono, ci sono eccome: a cosa serve, allora, l'organico ampio di cui, tutti, ci siamo tanto gloriati se non vi si attinge nel momento del bisogno?
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