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Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Cesena

Un punto contro un Cesena deludente e la Ternana, finalmente, è salva. Ora testa all'anno prossimo (speriamo, soprattutto, da parte della società).

1 – Il campionato è finito, la Ternana è salva.

Era solo uno il risultato da guardare, dopo la vittoria di Como. Il campo da osservare, per la Ternana, era quello dello Scida di Crotone, dove il punto conquistato dai rossoblu, nella storica festa-Serie A, inguaia il Latina, a quota 42 punti e ora a serio rischio retrocessione. Così, alla fine, il pareggio del Liberati ha contato poco (partita, per il vero, più importante per i romagnoli ospiti, impegnati nella prossima giornata nel decisivo spareggio per i play-off contro il Novara al Manuzzi). Alla 40°, due giornate dal termine del torneo, la Ternana è salva matematicamente. La permanenza in B, ovviamente, non è arrivata ieri, ma nella parte centrale del torneo ed è stata sigillata coi 3 punti del Sinigaglia. Un’altra annata in Serie B, la quarta, che se ne va via senza particolari sussulti, e che anzi è stata, per la prima volta, ufficialmente sotto le aspettative della società: la quinta seconda serie consecutiva, ora, aspetta le Fere.

2 – Contro il Cesena quanto basta.

Niente di straordinario, ma contro il Cesena la prova dei rossoverdi è stata quantomeno più dignitosa rispetto all’ultima, disgraziata, uscita casalinga contro l’Ascoli (visto anche l’ufficiosa mancanza di stimoli dal punto di vista agonistico). Poco dal punto di vista offensivo, grande sofferenza e vari errori per la difesa soprattutto nel primo tempo, ma complessivamente una prestazione più vicina alla sufficienza da parte dei rossoverdi, soprattutto grazie ad una ripresa frizzante. Non bene, a rimorchio di Ceravolo, Belloni e Dugandzic (fuori posizione?), mentre le note liete sono – oltre alla classe di Falletti, emersa anche nella mezz’ora circa giocata in sofferenza fisica – il buon debutto, sulla destra, del giovanissimo Leonardo Sernicola, che rileva un Santacroce con le batterie scariche nella seconda frazione, e le prove positive di Mazzoni e Zampa (che si fa trovare pronto all’appello da Breda). La nota negativa è, sicuramente, quella relativa agli angoli: altri 6 corner sprecati, in gran parte, con pessimi schemi che hanno sterilizzato le possibilità delle Fere di poter far male ai romagnoli – una possibilità consistente, vista la giornata storta di Magnusson e lo stiramento che ha costretto un ottimo Lucchini (ex) ad alzare bandiera bianca. I calci piazzati non sono esattamente il forte della truppa di Breda.

3 – Santacroce, debutto negativo.

Non era andato male, fino al clamoroso errore sul vantaggio cesenate, Fabiano Santacroce, nel suo debutto in rossoverde. Il 33 delle Fere tornava in campo dopo oltre un anno (Lazio-Parma 4-0 del 29 aprile dello scorso anno, Serie A 2014/15) e, nei primi 10 minuti, pur con una presenza in campo complessivamente – e ragionevolmente – un po’ goffa, aveva messo a referto anche 3 buoni interventi, ai quali ha dato seguito anche nel prosieguo della partita. Al 15’, però, un vero e proprio infortunio: retropassaggio sciagurato verso Gonzalez in area piccola, Ragusa recupera il pallone e serve facilmente Rosseti che insacca e premia la scelta di Drago, che lascia Djuric in panchina. Un gol regalato, per un esordio non indimenticabile: fortunatamente, il Cesena ha restituito il favore tre minuti dopo.

4 – Liberati brutto spettacolo.

Disaffezione diffusa nei confronti della squadra, con precise responsabilità della società: un discorso troppo complesso e ampio per essere affrontato in poche righe. Certo è che, per l’ennesima volta, gli spazi vuoti sui gradoni del Liberati sono stati uno spettacolo desolante. Appena 2500 tifosi circa (dato ufficiale: 3195 spettatori, di cui 430 da Cesena) e la spiacevole sensazione, provata spesso in questo campionato, di giocare fuori casa, accentuata contro i bianconeri dalla mancanza ufficiosa di stimoli dal punto di vista agonistico – con le Fere praticamente già salve prima della partita. A Salerno, per dire, in una situazione di classifica peggiore, oggi allo stadio c'erano 22000 persone per il Modena. Solo un discorso numerico, comunque, anzi: onore a quei ragazzi che ci mettono sempre voce e cuore per difendere l'onore della casa della Ternana. Nessun commento, però, in merito allo stato delle presenze allo stadio, sotto gli occhi di tutti (più in generale, del tifo: anche in trasferta). Bensì, come sottolineato in apertura di paragrafo, un invito: chi dovrebbe riflettere, rifletta. In ogni caso, vedere il Liberati così, in questa stagione, ha fatto veramente male.

5 – Ceravolo ancora top.

Fabio Ceravolo continua a trascinare la Ternana. Contro il Cesena non solo il gol che mette una pezza allo svarione difensivo sul vantaggio bianconero, ma anche la solita prestazione di spessore nell’attaccare la profondità da prima punta: non si può dire che abbia praticato nel deserto, ma poco ci manca, viste le prestazioni non indimenticabili dei tre alle sue spalle (meglio Furlan, male Belloni e Dugandzic). La rete è una vera prodezza: da attaccante rapace, sfrutta l’indecisione del pacchetto arretrato romagnolo e segna, di sinistro, da posizione angolata. Un bel gol e il decimo sigillo in campionato: doppia cifra raggiunta, meritatamente, per la seconda stagione consecutiva.

Federico Trastulli

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