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Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Hellas Verona

La sconfitta ci stava, ma il pesante passivo di 0-3 è ingeneroso nei confronti delle Fere. Come da pronostico, la Ternana cede il passo al Verona nella settima giornata di campionato e perde l’imbattibilità casalinga. Tutto d’un tratto, la striscia di pareggi infilate nelle precedenti quattro giornate assume una sfumatura più grigia.

1 – Saia è stato il vero protagonista della partita.

Non la qualità dei Bessa, Valoti, Siligardi e Pazzini, nè tantomeno qualche svarione difensivo di troppo da parte dei rossoverdi. Il fischietto di Palermo ha indirizzato irrimediabilmente la partita con una decisione sbagliata – non il rigore, ma il rosso a Meccariello: il fallo era di Valjent che, da regolamento, andava semplicemente ammonito -, a cui hanno fatto seguito una regola del vantaggio non ravvisata (salvato l’arbitro, in questo caso, dalla prodezza di Siligardi) e un calcio di rigore quantomeno dubbio per fallo di mano (barra braccio) di La Gumina. Poi, nel secondo tempo, l’evitabilissimo rosso a Maresca, probabilmente frutto di un meccanismo di compensazione più o meno inconscio. Insomma, una brutta direzione di gara da ambo le parti, con la Ternana maggiormente penalizzata rispetto al Verona. Sullo 0-1 e con l’uomo in meno, contro la Juve della B, la partita era finita appena trascorsa la mezz’ora. Saia, però, ha tenuto a ricordarci per tutto l’arco dei 90’ la bassezza del livello della classe arbitrale del nostro campionato.

2 – Oltre al danno, la beffa: problemi in difesa a Vercelli.

La coppia fondamentale di trasferte, approfondita più avanti, che ora attende la Ternana si aprirà a Vercelli con più di qualche grattacapo difensivo. Il rosso beffardo e sbagliato a Meccariello priverà le Fere anche del secondo centrale titolare, oltre a Valjent che salterà la trasferta piemontese a causa del suo nuovo impegno con la Slovacchia Under 21. Al Piola, dunque, presumibilmente recuperato Zanon, si prospetta l’ipotesi di un’inedita linea difensiva a quattro con il terzino destro abruzzese affiancato, alla sua sinistra, da Masi, Contini e Germoni. I dubbi sono, al momento, consistenti e su più piani: Masi deve ancora ritrovare il ritmo partita, come testimoniato dalla sua presenza in Coppa Italia Primavera solo la scorsa settimana; Contini, ieri, non ha demeritato, nè brillato, come d’altronde il resto del reparto. Più in generale, sarà una configurazione difensiva che non ha mai giocato insieme: non l’ideale per affrontare una sfida già fondamentale nella stagione della Ternana, per di più dopo due uscito nelle quali si sono registrati passi indietro proprio per quanto riguarda il reparto arretrato. Beffarda dunque, ancora una volta, l’espulsione a Meccariello. Ma, come sottolineato da Carbone, piangersi addosso non serve proprio a nulla adesso.

3 – Avenatti rischia di saltare Vercelli.

Diciamo che, più che sabato primo ottobre, la giornata di ieri è sembrata il primo di aprile per la Ternana. La pioggia sul bagnato è rappresentata dai postumi dell’involontaria testata di Maresca, costata all’ex Siviglia un rosso immeritato e altrettanto errato, a Felipe Avenatti, che evidentemente ha fatto più danni di quanto non si potesse pensare. Che la situazione fosse moderatamente seria l’aveva lasciato subito pensare, in presa diretta, il lungo periodo di tempo passato a terra dal 20 rossoverde. Poi, nel postpartita, Carbone ha fatto il punto di una situazione “affatto buona, anzi abbastanza grave”: punti di sutura in bocca, con i quali non si può scendere in campo, e necessaria valutazione giorno dopo giorno con lo staff medico per definire la lunghezza dello stop. In poche parole, c’è il rischio concreto di un’altra grave assenza per la sfida del Piola di Vercelli.

4 – La classifica si complica.

Eccolo, il risultato che ha definito la natura della striscia di pareggi consecutivi dalla quale veniva la Ternana e volendo, estendendo il discorso, l’inizio di campionato dei rossoverdi. In parte buono, sì, ma che adesso dopo 7 giornate recita 7 punti, 1 a partita. Prematuro, e forse ovvio, dire che con una media del genere la prospettiva è un cinquanta/cinquanta tra una salvezza sofferta e una partecipazione ai playout (ora distanti una sola lunghezza). Non che l’obiettivo di inizio anno fosse diverso. E non che la sconfitta contro l’Hellas non ci stesse come risultato, anzi: tutti abbiamo detto che, sulla carta e a prescindere dall’effettivo svolgimento della partita, l’impegno sarebbe stato estremamente probante. Detto questo, però, evitare la sconfitta contro la squadra regina di questa categoria sarebbe stato un toccasana dal punto di vista della classifica, soprattutto in chiave futura, e una notevole iniezione di fiducia per il giovane gruppo rossoverde. Così non è stato, complice anche una gara, per così dire, sui generis: perciò, pazienza. Nessun dramma, assolutamente, e anzi guardare subito avanti. Perchè ora la Ternana ha bisogno soltanto di due cose: continuare a lavorare, e tanto (perchè tanti sono gli aspetti da migliorare in ogni reparto), e ritornare alla vittoria, che manca dal 7 settembre.

5 – Vercelli-Trapani: testacoda dello Stivale già decisivo.

Perchè la Ternana, adesso, ha forte bisogno di punti e del ritorno al successo. Il compito non è semplice, poichè il Piola e, soprattutto, il Provinciale di Erice sono due campi storicamente ostici per i colori rossoverdi. Le Fere affronteranno due avversarie in simili posizioni di classifica, di fatto contendenti dirette nel discorso-salvezza, che hanno il loro identico bisogno di centrare i tre punti, per di più in casa e contro un avversario sulla carta abbordabile. Ma, per converso, Pro e Trapani sono due squadre assolutamente alla portata della Ternana, che proprio adesso deve reagire e centrare quantomeno la prima vittoria stagionale lontano dal Liberati. Lo chiede già la classifica, nonchè il prossimo – tostissimo – impegno casalingo contro il Cesena: presentarsi contro i romagnoli senza aver riportato a casa almeno tre punti nelle prossime due partite sarebbe molto pericoloso. Ecco, allora: una vittoria e una sconfitta saranno meglio di due pareggi. E non siamo noi a dirlo, ma la matematica…

Federico Trastulli

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