La Ternana perde il primo derby dell'anno (che passerà alla storia come quello di Ardemagni), quello casalingo, purtroppo in maniera beffarda. E così fa ancora più male.
1 – I derby non si giocano, si vincono.
E la Ternana l'ha perso, in casa, davanti ai propri tifosi. Possiamo stare qui a parlare di tutto: di Maresca, dei rigori, della sfiga. Non servirebbe a niente. La mazzata per i rossoverdi è di quelle vere: ora, dopo questo avvio di campionato così difficile, vedremo di che spessore è davvero questa squadra. Che deve saper chiudere gli occhi e ripartire subito, a Latina e da Latina.
2 – Le ingenuità le paghi.
Purtroppo per tutti noi, Alberto Masi ne ha commessa una gigante in una gara, fino a quel momento, altresì assolutamente perfetta: vero che Ardemagni – oggettivamente – è un cliente scomodissimo, ma fino a quel maledetto 56' era stato, nuovamente, neutralizzato dai centrali rossoverdi, in particolare dallo stesso Masi. Che poi se l'è perso, sul movimento sulla bella palla di testa di Spinazzola, e ha allargato il braccio. Fallo o simulazione? Sicuramente Ardemagni ha accentuato la caduta, ma lì l'errore è tutto di Masi. Scaltrezza contro ingenuità, per un fischio che spessissimo ci sta.
3 – Senza tirare in porta è difficile vincere le partite.
Perchè, all'infuori delle conclusioni da fuori di Signorelli e Coppola nel primo tempo e di quella di Falletti nel secondo tempo, la Ternana non ha mai tirato verso lo specchio della porta, con Rosati (puntuale nelle suddette circostanze) praticamente inoperoso. Se non tiri in porta, non segni. E chi ha sofferto, in particolare, è stato Avenatti, che ha combattuto quanto ha potuto (anche contro i suoi problemi fisici) contro la difesa biancorossa – meritevole di lode, soprattutto per quanto riguarda i due centrali -, ma che continua a non essere incisivo. Come una prima punta dovrebbe essere. Discorso a parte per Gondo, subentrato con il compito di rendere più pericolosa la Ternana: lento e impacciato, spreca due palle gol clamorose, di cui una, incredibile, al 73'. In sintesi, c'è tanto da lavorare.
4 – Se non reagisci al derby, allora quando?
Tante volte in questa stagione, soprattutto in trasferta, tutto l'ambiente rossoverde ha lamentato alcuni segni di distintivi di una presunta mancanza di carattere della squadra, soprattutto in trasferta. Ora, a Latina, gli attributi vanno tirati fuori, per cancellare tutto quanto di brutto è stato visto finora. Soprattutto nei 35 minuti finali del derby casalingo dove, una volta sotto a causa di un episodio, comunque, dubbio, ci si aspettava una reazione imperiosa e una squadra con gli occhi iniettati di sangue. Doveva essere così, per i 10000 e passa tifosi rossoverdi allo stadio: invece, è andata diversamente. Questo collettivo è ancora gruppo e non squadra? Questo non sappiamo dirlo, ma le parole stanno a 0: sono passate 9 giornate, la Ternana ha perso il derby ed è stabilmente in zona retrocessione da giornate. Ora Latina.
5 – La chiave del 4-2-3-1 è la coppia Coppola-Busellato.
E, fin quando è stata operativa al massimo, la Ternana ha avuto il predominio assoluto sul Perugia. Con l'esperienza di Coppola e la determinazione di Busellato (purtroppo condizionato dopo 10' dal giallo inesistente affibiatogli da Maresca, fino a quel momento il migliore in campo) le Fere erano, seppur sempre in battaglia, in controllo del match. Uscito Coppola, i rossoverdi non ci hanno capito più niente e Breda non ha saputo che inventarsi: una delle componenti decisive per l'assenza di pericoli dopo la rete di Ardemagni. Ma ora il problema vero è per Latina: con Signorelli fuori, Coppola in forse e Busellato squalificato, il centrocampo – reparto nevralgico di questa squadra – è tutto da inventare.
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