Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Pro Vercelli
Sprofonda nel baratro la Ternana, che rimedia la decima sconfitta interna della stagione contro la Pro Vercelli ed esce dal Liberati sotto una dura contestazione. Ecco cosa si può trarre dalla sfida di ieri:
1 – Bieco dato numerico: peggiore Ternana al Liberati in 24 anni di Serie B.
La sconfitta di ieri è la decima in casa in questa stagione, una statistica che parla da sola: finalmente superato il record della famosa Ternana 1992/93 di Clagluna, di 9 sfide perse in casa. Allora è bene, con soltanto il match contro il Varese che rimane a disposizione, ribadire il ruolino di marcia delle Fere al Liberati in questo campionato: 20 match giocati, 5 vinti, altrettanti pareggiati e 10 persi, segnando 13 reti e subendone 22 (-9, peggior differenza reti del campionato). Tra le mura amiche la Ternana ha perso contro Bologna, Livorno, Trapani, Virtus Lanciano, Vicenza, Latina, Virtus Entella, Carpi, Frosinone e Pro Vercelli.
2 – La squadra è, tutt'ora, in linea con gli obiettivi per cui è stata costruita.
Con un organico veramente minimale dal punto di vista numerico, che palesa qualità e soprattutto esperienza in molti reparti, nessuno, nonostante l'eccellente (e, in qualche situazione, illusorio) lavoro di Tesser poteva sperare in un obiettivo diverso da quello della permanenza in Serie B. Traguardo, di fatto, per cui, in un regime di spending review e di austerity dettato dalle – non chiare – vicende societarie, è stata costruita questa squadra che, per di più, è stata per la maggior parte del campionato falcidiata da infortuni e assenze. Solo le invenzioni del tecnico rossoverde hanno consentito alla piazza relativa tranquillità per la maggior parte del torneo e la possibilità di fare la bocca a qualcosa di più di una tranquilla salvezza: nonostante ciò, i veri valori, alla lunga, vengono fuori. La squadra è tutt'ora in linea con l'obiettivo della salvezza, ancora a portata di mano.
3 – Ora servono 6 punti.
Inutile, adesso, sottolineare l'importanza vitale delle sfide del Braglia contro il Modena e del Liberati contro il Varese. Se finora si è deciso di non parlare mai di "partita della vita", scelta adottata in larga parte dalla stampa anche in vista del playout anticipato contro la Pro Vercelli, ora non ci sono più scuse: la Ternana deve salvarsi e fallendo l'ennesimo scontro diretto si è complicata terribilmente la vita. E se i numeri potrebbero salvare i rossoverdi anche con qualcosa in meno di due successi, pare doveroso, da parte della squadra, collezionare 6 punti negli ultimi due impegni stagionali: per salvare la faccia e il campionato, evitando, magari, pericolose e spiacevoli congiunture negative. La piazza non merita un finale così negativo.
4 – "Se Avenatti non si sveglia, non può aiutarci".
Parola di un, furibondo, capitan Lito Fazio: "Tesser ha provato in ogni modo a scuoterlo, ma niente. Felipe può darci una mano solo se capisce che si deve svegliare nelle ultime due partite: allora può tornare utile. Sennò, se gioca così, in questa categoria non serve". Ed effettivamente l'involuzione di Avenatti non lascia spazio ad altre considerazioni: il cambio effettuato da Tesser all'inizio del secondo tempo contro la Pro – una decisione spontanea del tecnico rossoverde – è un gesto che sa tanto di bandiera bianca per l'attaccante uruguaiano. Ora si può solo sperare che Felipe si riprende in fretta e che il suo game over non si tramuti in quello della squadra.
5 – La tensione non giustifica i "colpi di testa".
Il fatto che i nervi a fior di pelle dello spogliatoio rossoverde si tramutino in reazioni scomposte non è giustificato dalla preoccupazione per il prosieguo della, brutta, stagione delle Fere: anzi, certi atteggiamenti sono un'aggravante per chi ancora può – e soprattutto deve – risollevarsi e riscattarsi. Dai malumori di Palumbo alla "depressione" di Avenatti, passando per la gravissima ingenuità di Dugandzic, che probabilmente si è bruciato una delle sue (poche) occasioni in rossoverde: tutte piccole cose che tanto piccole non sono e denotano una preoccupante mancanza di senso di responsabilità. Ora serve un esame di coscienza, da parte di tutti: la Ternana va salvata. Per piangere e giudicare c'è ancora tempo.