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Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Varese

La Ternana batte il già retrocesso Varese, peraltro infarcito di giovani, e guadagna così la matematica salvezza. Finalmente una festa, seppur moderata, davanti al pubblico di casa, con il lieto fine che tutti, nell'ambiente rossoverde, aspettavano impazientemente. Con l'animo un po' più leggero, possiamo scrivere delle cinque cose che abbiamo imparato dalla partita di ieri:

1 – Finalmente si è potuto festeggiare al Liberati.

Una gioia bella e dovuta a tutto l'ambiente, rimasto sempre compatto intorno alla squadra nei momenti buoni e in quelli negativi, soprattutto recentemente. La vittoria contro un Varese che, seppur già retrocesso, ha continuato ad onorare il campionato regala la soddisfazione di un sofferto e importante traguardo raggiunto in casa propria: alleviato, dunque, il dolore (comunque incancellabile) inferto dalle dieci sconfitte al Liberati, in un successo che "risolleva" la Ternana anche nella graduatoria dei punti ottenuti tra le mura amiche. Fere non più ultime, bensì penultime: 23 punti per i rossoverdi e superato il Cittadella, sconfitto al Tombolato dal Perugia e retrocesso, fermo a quota 22.

2 – Alla fine del torneo la Ternana si è fatta trovare pronta agli appuntamenti decisivi.

È stato necessario soffrire più del previsto: essere "nati per tribolare" è una peculiarità tutta ternana, ma la sconfitta contro la Pro Vercelli (uno dei tanti scontri decisivi, questo da dentro o fuori, fallito dalle Fere) aveva gettato la piazza nell'incubo che, mai come dopo la quarantesima, aveva preso forma e sostanza. Poi, un doppio appello dal carattere critico: prima il disperato e insperato colpo di reni a Modena, poi l'ultimo sforzo contro il Varese. Impensabile sbagliare ancora nelle ultime due partite: questa squadra si è fatta trovare pronta quando più ha contato, vincendo anche contro lo scetticismo di buona parte della tifoseria. Di errori ne sono stati fatti tanti, ma alla fine le due "pezze" dell'ultima settimana hanno consentito di raggiungere l'obiettivo: di arrivare a quella salvezza che era l'unica cosa davvero importante.

3 – All'ultimo turno, è arrivato il primo rigore realizzato nel campionato rossoverde.

Al 37' del primo tempo, Avenatti serve in area Ceravolo che, in corsa, anticipa La Gorga, arriva per primo sul pallone e viene abbattuto dall'estremo difensore biancorosso: penalty netto assegnato dal signor Merchiori di Ferrara e Viola sul dischetto. Conclusione precisa e centrale, avversario spiazzato: sfatato, così, anche l'ultimo, grande tabù di questa a suo modo indimenticabile stagione rossoverde. Prima realizzazione rossoverde, dunque, su due rigori concessi nell'arco del campionato: il precedente tentativo, fallito da Vitale nel recupero del secondo tempo del match interno contro la Virtus Entella, poteva addirittura pesare come un macigno in alcune delle 729 combinazioni che, fino a ieri, potevano configurare la zona salvezza.

4 – Il Liberati è stato più caldo della gelida serata ternana.

Nonostante il diluvio universale che si è abbattuto per tutta la serata su Terni, buon bottino di presenze allo stadio Liberati per la conquista della matematica salvezza e il saluto a questa squadra che, dalle prime avvisaglie, sembra destinata allo smantellamento totale. Tanti biglietti venduti, complice anche l'iniziativa promozionale di via Aleardi, e 6650 persone a sfidare freddo e acqua, scaldando lo stadio come solo la tifoseria rossoverde sa fare. Calore, passione, sofferenza e gioia: se la squadra si è salvata sul campo, il pubblico ternano, sempre vicino ai suoi ragazzi, si è dimostrato, per attaccamento, dedizione e tenacia, probabilmente di categoria superiore, ieri come per tutta la stagione. Peccato per l'inondazione degna di Giove Pluvio: sarebbe stato possibile un colpo d'occhio ancora migliore.

5 – Ora inizia la diaspora rossoverde.

Difficilmente ci si potrà scordare del postpartita di ieri sera dove, a campionato finito e ad obiettivo raggiunto, in molti si sono voluti levare più di un sassolino dalla scarpa: da uno stanco Tesser lasciato, colpevolmente, solo per un anno e mezzo dalla diregenza a un Valeri Bojinov in conflitto (neanche tanto velato) con la guida tecnica, passando per i vari partenti (uno su tutti, Brignoli), il tempo della gioia ha lasciato subito spazio a quello della riflessione. Perchè poco, pochissimo, tra prestiti in scadenza, mancati rinnovi e giocatori intenzionati a lasciare Terni rimarrà di questa squadra: la sensazione generale di stanchezza, profondo logorio, fine di un ciclo che, seppur non vincente, è stato positivo e voglia di lasciare la piazza che è emersa dovrebbe indurre la società ad un esame di coscienza sul suo operato. Perchè questi sono i risultati di un certo tipo di gestione e ora, volenti o nolenti, da quasi zero si riparte: sul futuro prossimo della Ternana permangono, insomma, tanti punti interrogativi. Il più grande? Quello relativo a chi sarà in sella alla società di via Aleardi nella prossima stagione: sarà un'estate bollente…

 

Federico Trastulli

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