Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Vicenza

Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Vicenza

Era uno scontro diretto fondamentale, che – visto le crisi in casa Trapani e Pisa soprattutto – poteva voler dire un bel pezzo di tranquillità. Invece la Ternana l’ha perso (un altro, scontro diretto) e la classifica è tornata a complicarsi. Come a riportare sulla terra dopo la striscia di risultati utili consecutivi e a ricordare: da lottare ci sarà ancora, parecchio pure.

1 – Occasione persa. E ora la classifica è di nuovo pesante

Era transitoria prima, quando era visivamente migliore, e lo sarà anche stavolta, la graduatoria della Serie B: certo che, però, rivedere le Fere non solo in piena zona playout, ma ad un punto dalla retrocessione diretta, fa male. Soprattutto visto che al cospetto dei rossoverdi ieri, per di più in casa, c’era un avversario assolutamente abbordabile come il giovane Vicenza di Bisoli, che ha anzi fatto jackpot e superato proprio le Fere. Quello che resta, però, è un altro scontro diretto perso e il timore che la Ternana, anch’essa giovane e relativamente esperta, possa soffrire ancora in situazioni simili. Per questo siamo convinti che, alla vigilia della difficile trasferta di Ferrara ancor prima che in ottica Ascoli, Benito Carbone debba lavorare soprattutto sulla testa. Perchè la squadra e il gioco ci sono.

2 – Un passo indietro. Male Zanon (e non è il solo)

Inutile girarci intorno, però: dopo 4 prestazioni assolutamente convincenti, la Ternana ieri sul più bello ha fatto un passo indietro. Non che il Vicenza – classica organizzazione targata Bisoli per i biancorossi – abbia fatto chissà che di più, anzi: più pericolose, complessivamente, sono state le Fere. Allora, quali sono le mancanze che hanno condannato le Fere? Non tanto la mancata prestazione, quanto la mancanza di alternative al bel gioco palla a terra contro avversari che, come il Vicenza, si racchiudono interamente dietro alla linea del pallone (oltre che a quello che è parso un leggero calo fisico). Ma soprattutto, ancora una volta, si pagano errori individuali. E questo giro è impossibile parlare di inesperienza, quando emblematici sono le due responsabilità di capitan Zanon che, da vero leader, nel postpartita ci ha messo la faccia, senza nascondersi. Non bene neanche i tre davanti, Di Noia, Defendi e Germoni; Valjent un po’ meno sicuro del solito. Evidentemente non era la giornata delle Fere.

3 – Aresti c’è, la voglia anche. E torna Dugandzic

La punta croata è tornata in campo per qualche minuto di gioco dopo un lungo periodo d’assenza (ultima presenza in assoluto in Coppa Italia a Cesena; in B sempre contro i romagnoli, ma a maggio) e può sicuramente essere una freccia in più nella faretra di Carbone. Il rientro di Dugandzic è tra gli aspetti positivi da tenere in casa rossoverde dopo il KO contro il Vicenza, oltre alle prestazioni di Petriccione e Masi (gran gol per il primo; peccato la palla persa che ha poi portato al rigore decisivo per il Vicenza) e, soprattutto, di Aresti. Sicurezza nelle uscite, grande abilità nel guidare vocalmente la difesa davanti, oltre ad almeno due miracoli (quelli su Rizzo e Orlando): gli manca solo il rigore parato, perchè sul primo gol di Giacomelli non può nulla. Torna subito in porta, smaltito il problema all’adduttore e complice l’assenza di Di Gennaro, dopo l’assenza a Carpi e l’impressione è quella di una sicurezza diversa in mezzo ai pali rossoverdi.

4 – Bisoli tabù della Ternana

Uno degli avversari più sportivamente detestati dalla piazza rossoverde – complice anche magari qualche esultanza di troppo e qualche parola fuori posto nel postpartita dello scorso Ternana-Perugia -, Pierpaolo Bisoli esce ancora una volta dal Liberati imbattuto (come peraltro gli era successo anche da giocatore proprio con la maglia del Perugia), bissando il colpaccio esterno della scorsa stagione. La ricetta è sempre quella: organizzazione, magari non spettacolo in campo, ma cattiveria e cinismo puri nello sfruttare i gravi errori degli avversari, oltre ad una condizione fisica parsa superiore da parte dei giocatori veneti. I meriti dell’allenatore emiliano, subentrato a Lerda a stagione in corso, sono evidenti e si riflettono sulla classifica del Vicenza, galvanizzato anche dal derby vinto inaspettatamente contro il Verona la scorsa settimana. E a Terni è arrivata una vittoria fondamentale, a fronte anche delle tante assenze. 0-0 e 0-2 col Cesena, 0-1 col Perugia e 1-2 col Vicenza: il Liberati è campo “amico” di Bisoli e il ruolino recente lo dimostra.

5 – Nord e Longarini: la contestazione continua

Anche la scorsa settimana, Simone Longarini ha proseguito nella sue serie di incontri con vari rappresentanti di gruppi della tifoseria rossoverde, seppure tutti nell'ambito di quelli più o meno “affiliati” alla società rossoverde (tra questi, infatti, in precedenza anche i club ufficiali). Manca, dunque, un incontro con quella parte dei tifosi di "colore" e opinioni diverse se vogliamo, con i quali finora non c’è stato, specifichiamo in questa stagione, un confronto. E allora il settore parterre della Curva Nord ha tenuto ferma la sua linea: altro striscione molto chiaro, “Longarini vattene”, per ribadire il punto e la posizione ferma di quello che al momento è il più grande agglomerato di tifo organizzato a Terni. Possibile che anche il dialogo con la parte più apertamente critica della piazza ternana sia nei piani di “apertura” del numero uno di via Aleardi nel prossimo futuro?