Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Virtus Entella
Continua il logorante saliscendi della Ternana, che anche contro la Virtus Entella preme il bottone "0" sull'ascensore. E perde un'altra volta in casa, prolungando l'assurda serie Breda.
1 – Psicosi Liberati.
Ormai la diagnosi è chiarissima. Così come i numeri, incontrovertibili: 4 sconfitte su 7 partite casalinghe in stagione (più del 50%), 14 in totale sommate alle 10 della scorsa. 14 partite perse in casa su 28 disputate: esattamente la metà. Il capitano Vitale, in mixed zone, si è assunto le resposabilità che il ruolo gli fa gravare sulle spalle e, a nome della squadra, ha ammesso che "abbiamo paura di sbagliare in casa. Siamo bloccati al Liberati, soprattutto nei primi tempi. Ci lavoreremo e le cose cambieranno". Sarebbe anche ora: se non altro – oltre alle ripercussioni sul morale della tifoseria – perchè quanto potrà mai durare l'ascendente positivo sulla Ternana versione trasferta? Già sabato si va a Crotone e se sbagli sei nei guai. In bocca al lupo.
2 – Gli scontri diretti non fanno per la Ternana.
Un trend che, unito a quanto detto sopra, fa preoccupare, e non poco, relativamente al futuro prossimo della Ternana. La falce rossoverde ha mietuto vittime eccellenti come Bari, Pescara e Cesena, tutte stabilmente in zona playoff. Solo col Latina le Fere si sono aggiudicate uno scontro diretto: gli altri, li hanno persi tutti. Tutti. Con Entella, Avellino, Trapani, Perugia, Modena e Salernitana. Considerato che ancora bisogna affrontare Pro Vercelli, Ascoli, Lanciano e Como e che due di queste quattro partite sono in trasferta, pensieri foschi sono leciti. Perchè o la Ternana inverte anche questo trend, oppure bisogna sperare di salvarsi in scioltezza e senza bisogno di conteggi a livello di eventuali classifiche avulse.
3 – 90 minuti di lucidità 0.
Com'è possibile? Anche dopo la prima frazione – superato l'ormai celeberrimo blocco del primo tempo al Liberati, che intanto era costato due gol dell'Entella – la Ternana, come quasi sempre fa quando si trova in svantaggio, ha attaccato solo con cuore e foga (peraltro, dopo il 75', regalando praticamente tutta la partita agli avversari: ed è troppo tardi, certi regali in Serie B gli avversari se li godono eccome). Nessun ordine tattico, nessuna idea organica: nessuna lucidità. Lancio lungo, tentativo di cross e tutti in area. Squadra perennemente sbilanciata e incapacità totale di creare gioco. Quando poi impatti contro una retroguardia rocciosa come quella della squadra di Aglietti, c'è poco da fare. La personalità si vede anche e soprattutto in queste situazioni – non solo espugnando campi difficili.
4 – Torna l'incubo calci piazzati?
Argomento delicato come pochi: perchè in settimana è uno dei focus specifici dell'allenatore e dello staff tecnico e perchè in campo ha una rilevanza fondamentale. Vero che ieri il gol è arrivato da angolo, e che la Ternana aveva già segnato su calcio piazzato contro il Livorno in questa stagione, ma l'incapacità di sfruttare adeguatamente l'enorme quantità di palle inattive create sistematicamente dalla Ternana è un altro di quei trend negativi che le Fere sembrano non riuscire a scrollarsi di dosso – e non da quest'annata. Eppure i centimetri, volendo, ci sono. Prendiamo ad esempio la partita di ieri. 15 corner a favore: la Ternana ha capitalizzato soltanto in un'occasione (peraltro all'80'), rendendosi invece pericolosa pochi minuti dopo con Avenatti (colpo di testa neutralizzato sulla linea da Iacobucci) e anche in apertura di secondo tempo ("merito", però, dell'Entella, con un quasi-autogol neutralizzato sulla linea). Teniamoci larghi e consideriamo nel nostro "indice di pericolosità" 3 angoli su 15. I numeri non dicono sempre la verità, ma quasi sempre sì. Percentuale: 20%. Un po' poco?
5 – Ma che fine ha fatto Belloni?
Diverse sono state le scelte quantomeno opinabili di Breda nella gestione del match di ieri. Una, però, mi ha colpito in particolar modo: la perdurante assenza di Niccolò Belloni, che non è neanche subentrato. Al suo posto, infatti, hanno effettuato l'ingresso in campo nel secondo tempo Avenatti e Dugandzic. E se il primo, entrato peraltro successivamente al croato, è andato a dar peso – centrale – all'attacco rossoverde, l'altro è stato riproposto come esterno. Speriamo che il credito del gol di Pescara non sia infinito e che, anzi, si sia esaurito ieri: perchè va bene che il profilo del giocatore dice che Dugandzic (in Primavera, in Croazia…) ha giocato anche largo, e su entrambe le fasce (ieri ha operato, infatti, addirittura a sinistra); ma le caratteristiche fisiche e tecniche del giocatore, evidentemente, non lo rendono il migliore degli esterni offensivi. Breda ha deciso di sostituire la staticità di Gondo con la staticità di Dugandzic e, complice anche non una delle migliori giornate di Furlan, all'Entella il gioco è risultato facilitato. Davvero si pensava di poter scardinare così una delle difese più solide e dotate fisicamente del torneo? Perchè non provare un brevilineo – sicuramente fresco fisicamente, visto che non gioca da diverse partite – che avrebbe potuto rendersi insidioso tra le linee, con la sua velocità?