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Le 5 cose che abbiamo imparato da Vicenza-Ternana

Se il Vicenza avesse concluso, al 90', sul 4-0, probabilmente nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. La partita, invece, è finita con lo stretto punteggio di 2-1, il quale può essere fuorviante: mettiamo subito in chiaro che la prova dei rossoverdi è stata deludente anche (e secondo qualcuno soprattutto) dal punto di vista caratteriale. Visto che non è stato fatto molto (anzi) per voler riaprire una sfida che la Ternana si poteva giocare fino in fondo.

1 – Alcune Fere molto sottotono.

Intendiamoci, non che la croce ricada soltanto sulle spalle di qualche elemento, per la brutta prestazione corale di ieri: tutti (o quasi) hanno disputato una brutta partita a Vicenza e basta leggere le nostre pagelle per riscontrarlo. Quando, però, in tanti incorrono contemporaneamente in una giornata "no", è tutto più difficile: Meccariello, in difficoltà per tutta la partita, si è espresso in una delle prestazioni peggiori del suo campionato e, suo malgrado, si è ritrovato per un'altra volta "complice" di una rete avversaria; anche Janse è tornato a faticare e l'impressione è che l'avvicendamento – obbligato – con Vitale arrivi al momento opportuno, anche per rifiatare. Signorelli impalpabile, non ha toccato quasi mai la palla e per ora c'è un abisso tra le sue prestazioni e quelle dei colleghi di reparto come Coppola e Busellato (ma anche Zampa), magari meno tecnici ma sicuramente più sostanziosi; Furlan sbaglia tanto e Grossi, subentrato, continua ad essere il lontano parente di quella versione di sè stesso che, nelle sue parole del post-Pescara, dovrebbe essere, praticamente, titolare fisso di questa squadra. Di Cedric Gondo avremo modo di parlare, purtroppo ancora non bene, più avanti: per ora diciamo che se la voglia c'è, e non lo metteremmo mai in dubbio, le prestazioni da Serie B ancora no. Insomma, un pomeriggio da dimenticare quanto prima per la Ternana.

2 – È tornata la sindrome da corner.

Dispiace doverne riscrivere con una certa regolarità: a dire il vero, era un po' che non ne parlavamo, ma dopo ieri è impossibile non tornare sulla clamorosa sterilità della Ternana sui calci d'angolo. Nella speranza che a Vicenza la giornata sia stata maledetta anche da questo punto di vista e che non si tratti di un campanello di allarme più serio dal punto di vista strutturale (anche se, alla 36sima, ormai le lacune non le colmi). Il 2-1 del Menti, reso possibile grazie alla cronica carenza di cinismo dei biancorossi e al gol allo scadere di Avenatti, è reso ancora più frustrante dagli 11 (leggasi undici) corner, spesso in sequenza, sprecati dai rossoverdi. Si è visto di tutto: cross troppo lunghi, troppo corti, angoli battuti con tocchi ravvicinati, ripetuti falli in attacco, eccetera. Il comune denominatore? Mai un pericolo creato, nemmeno uno. Ed è un peccato: perchè se la Ternana ci avesse creduto un po' di più, magari sfruttando anche uno solo dei calci d'angolo – sempre ghiotte occasioni -, avrebbe potuto riportare via quantomeno un punto importantissimo per classifica e salvezza. Che era assolutamente nelle sue corde. E invece…

3 – Minelli "gatto nero" delle Fere.

Personalmente, adoro i gatti e i felini in generale. Quindi, al posto di "gatto nero" potete leggerci quello che volete: "maledizione", "specchio rotto", "carro funebre vuoto" ed equivalenti. Insomma, Daniele Minelli di Varese, l'avrete capito, non ha mai portato benissimo alla Ternana. Di recente, poi, sarebbe meglio direttamente non giocarle le partite da lui dirette: cinque le sconfitte consecutive dei rossoverdi col fischietto lombardo, in ordine col Bologna (1-2), a Carpi (3-1), col Latina (0-2) e con lo Spezia (1-2). Ora anche il 2-1 di Vicenza. Il dato c'è: non che la sconfitta sia "colpa" sua, ci mancherebbe. Anzi, Minelli ha anche arbitrato bene ieri. Quanto manca alla salvezza?

4 – Avenatti: quanta voglia in campo!

Finalmente, è la parola che viene in mente. Che, finalmente, sia arrivata la reazione di Felipe Avenatti, tanto attesa da Breda, tifosi e probabilmente dallo stesso Felipe? Non sappiamo se sia l'aria del matrimonio, ma il 20 subentrato ieri ad inizio ripresa – e sotto di due reti – è parso tutt'altra cosa, a livello di voglia, rispetto all'altra versione di quest'anno. Per carità, siamo ancora lontanissimi dal giocatore determinante della scorsa stagione. Ma l'unica cosa che doveva cambiare, in Avenatti, era l'atteggiamento mentale e a Vicenza si è visto un grossissimo passo in avanti: subito un colpo di testa, poi un grande gol sfiorato con una conclusione da fuori. Infine, un gol di Avenatti alla Avenatti – arrivato sull'unica azione buona di tutta la partita della Ternana (al 93'… un po' tardi), innescata da un fantastico dribbling più cross di Gigi Vitale (bentornato capitano!) – che è sembrato, peraltro, molto voluto. L'ennesima bocciatura a favore di un Cedric Gondo ampiamente insufficiente in pianta stabile (a sei partite dal termine, senza un contributo fattivo a breve potrebbe essere ora di "riporre in soffitta" questa opzione) potrebbe aver avuto l'effetto sperato e toccato le "corde" giuste in Avenatti: la speranza è che il tardivo gol del Menti sia il raggio di sole dopo la tempesta di una brutta prestazione e di un periodo da 1 punto in tre partite; il preludio all'arcobaleno che, contro Pro Vercelli e Ascoli, potrebbe voler dire Serie B 2016/17.

5 – I playout non si faranno (?).

Come successo la scorsa settimana, anche in questo turno, nonostante la sconfitta, i risultati delle dirette concorrenti hanno complessivamente sorriso alla Ternana. Stavolta i punti persi dalle Fere sulla quint'ultima sono 2 invece di 1 (ora c'è la Pro Vercelli a 40, -4 dai rossoverdi, in quella posizione di classifica): ma è un ragionamento che "rischia", in positivo per la Ternana, di aver fatto il suo tempo. Andiamo con ordine: viste le sconfitte incassate anche ieri, il trenino per le pretendenti alla retrocessione diretta – ovviamente Como e Livorno, ma anche il Modena a 36 – appare abbastanza chiaro. Da questo lotto, però, non si è sganciata la Salernitana, che dopo aver condotto per larga parte del match ha impattato sull'1-1 proprio nella fondamentale sfida-salvezza di Vercelli. Con i granata, quart'ultimi, a 36 e i piemontesi (prossimi avversari delle Fere: anche questa sfida di capitale importanza) sopra di ben quattro lunghezze, torna la concreta prospettiva della retrocessione diretta di ben quattro squadre (complessivamente le peggiori nell'arco del campionato) in Lega Pro, senza passare per i playout. La regola è chiara: se il distacco tra la quart'ultima e la quint'ultima eguaglia o supera i cinque punti, lo spareggio non si fa. Ad oggi, quindi, si disputerebbe. Ma visto il distacco già accumulato e il calendario dei granata (quattro scontri diretti con Vicenza, Livorno, Ascoli e Modena, poi il Cagliari al Sant'Elia e il Como in casa all'ultima) sono ugualmente possibili e la salvezza, e il crollo definitivo (sarebbe la seconda volta dal ritorno in B delle Fere). Insomma: la Ternana i calcoli li fa sulla quart'ultima? Assolutamente sì, visti gli 8 punti di distacco, che deve mirare quantomeno a conservare. Ecco perchè, allora, il KO di Vicenza fa ancora più male…

 

Federico Trastulli

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