Era l’estate di tre anni fa, quando Alberto Brignoli arrivava appena ventunenne alla corte di Toscano, in una Ternana neopromossa in Serie B, in una Terni che cavalcava l’onda della promozione tanto desiderata e finalmente arrivata. Il giovane portiere arrivava in comproprietà dal Lumezzane, e si giocava il posto con il capitano delle Fere dei miracoli, Stefano Ambrosi, quel capitano con il quale avrebbe fatto una staffetta lunga una stagione.
Esordisce subito Alberto, in campionato parte titolare nonostante la giovane età, nonostante quel suo essere esile, ben lontano dai portieroni palestrati e ben piazzati, che dall’inizio gli vale il soprannome di colibrì. A dirla tutta, non parte nel migliore dei modi, incappa in un inizio di stagione con qualche errore e qualche incertezza di troppo, e allora dopo la partita di Bari ritorna fra i pali Ambrosi, e Brignoli torna in panchina ad aspettare il suo momento. Il timore in chi osserva la situazione da fuori è che possa demoralizzarsi, che possa perdere fiducia nei propri mezzi, che sono molti e si vedono seppure in forma ancora “grezza”, insomma che l’impazienza dei suoi ventuno anni possa essere controproducente per lui. Invece Alberto è già un professionista, e a testa bassa accetta la panchina per un intero girone, si allena e si lascia allenare da tutti coloro che di porta ne sanno e che vedono in lui più di qualcosa di buono, immagazzina i consigli di Quironi e dello stesso Ambrosi, che ha quasi il doppio dei suoi anni, e ne fa tesoro davvero. Alberto lo sa che il suo momento arriverà, di nuovo, e questa volta vuole farsi trovare più che pronto; e così è stato, perchè dopo aver (ri)esordito fra i pali, proprio nella partita contro il Varese, e può sembrare uno strano gioco del destino, quella maglia da titolare non la lascia praticamente più. Migliora, partita dopo partita, parata dopo parata, è capace di imparare dai suoi errori, e anche col cambio di allenatore e di staff tecnico si mette si nuovo a disposizione per allenarsi e migliorarsi ancora. Continua ad essere inamovibile titolare per proteggere la porta della Ternana di Attilio Tesser, e nello stesso momento studia e si allena con Cortiula per crescere e diventare un portiere ancora più completo, ancora più solido.
Di pari passo va anche la sua crescita personale, il ragazzo magrolino e impacciato degli inizi si trasforma pian piano nell’uomo che conosciamo adesso: un Peter Pan dalle spalle larghe, sempre sorridente che mette, però, una grande serietà in tutto quello che fa, e che non ha paura di metterci la faccia quando le cose non vanno e c’è da rispondere a qualche protesta o a qualche domanda scomoda. Ma che il carattere non facesse difetto in Alberto Brignoli lo avevamo già capito da tanto tempo, così come avevamo capito che sarebbe potuto diventare davvero un portiere importante, non solo in Serie B. Se n’è accorta anche la Juventus, che nel mercato invernale ha voluto aggiudicarsi il suo cartellino per farlo crescere ancora, e si sa che la Juve non si muove mai senza un valido motivo.
Brignoli ha collezionato 101 presenze in campionato, indossando la maglia rossoverde, venerdì, a meno di clamorose sorprese, metterà il timbro sulla centoduesima, probabilmente l’ultima dopo tre anni. L’augurio è che, ovunque lo porterà il suo destino, Alberto si ricordi sempre un po’ di Terni e della Ternana, che nel bene e nel male gli hanno sempre dato tanto, e che Terni e la Ternana si ricordino sempre di quel portiere esile e un po’ impacciato che ha saputo diventare un pilastro di una squadra che intorno a lui ha cambiato molti interpreti e che grazie alle sue parate ha fatto molti punti e molta strada. Poi, chi lo sa, magari le nostre strade si incroceranno ancora, in un modo o nell’altro.
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