Pescara e Ternana cercano lo strappo per il titolo d’inverno
Il ritmo è diventato sempre più incalzante e non tutte le grandi sembrano riuscire a tenerlo con continuità.
La sedicesima giornata di campionato non è stata una giornata qualunque. Forse perché lo sprint lanciato per il titolo di campione d’inverno che non dà titoli ma infonde grande autostima è ormai lanciatissimo. Forse perché nei muscoli dei giocatori cominciano ad accumularsi le tossine. O forse perché infortuni e squalifiche evidenziano qualche lacuna negli organici. Fatto è che tante concause hanno portato ad un riallineamento in vetta al girone.
Il Pescara è tornato a vincere allontanando i fantasmi di una piccola crisi che potevano emergere dopo le ultime due sconfitte. Saranno state le parole di un Baldini super ottimista ad infondere coraggio e determinazione ai suoi. Di sicuro è stata l’espulsione di Proietti a inizio ripresa a facilitare il compito degli abruzzesi che per un tempo non erano parsi superiori al Gubbio rabberciato di Taurino. Ha vinto il Pescara ma di sicuro non ha convinto come faceva qualche settimana fa. Però ha mantenuto la testa.
La risposta della Ternana non si è fatta attendere ed è stata forte, fragorosa. Tre gol rifilati al Milan Futuro con una dimostrazione di forza, di compattezza davvero importante. Quella vista al Liberati è stata una Ternana sempre padrona della partita: quando ha attaccato segnando tre gol e mancandone altrettanti (palo e parate del portiere compresi), ma lo è stata anche quando ha contrastato con sicurezza la reazione degli avversari nel finale del primo tempo e all’inizio della ripresa.
L’Entella nel recupero ha fornito una immagine controversa. Quella del primo tempo è stata remissiva, troppo spesso in balia delle folate di un Arezzo che ha confermato la propria forza ed è andata sotto nel punteggio. Meritatamente. Nella ripresa, con l’uomo in meno, si è vista un’altra squadra, almeno fino al pareggio. Aggressiva, determinata, cattiva nella ricerca del gol. Il punto è buono ma ai ritmi imposti da Pescara e Ternana anche un bon pareggio in trasferta ti fa scivolare indietro.
In tante sperano d’inserirsi nella lotta per il primato ma nessuna convince in pieno
Fino a qualche settimana fa la Torres era compresa nel ristretto novero delle favorite per il primato. Poi è incappata in tre sconfitte consecutive e con le altre che vanno a tavoletta l’hanno ricacciata indietro, a 10 punti dalla vetta. Però le crisi passano e le rimonte sono sempre possibili. Pensare quindi a una Torres definitivamente fuori dai giochi sarebbe un errore grave. Anche se tre passaggi a vuoto consecutivi saranno difficili da smaltire anche a livello ambientale. Puntuale infatti è arrivata la contestazione dei tifosi.
Tra le squadre che potrebbero inserirsi c’è l’Arezzo che anche contro la Ternana, pur perdendo, fece una buonissima figura. Però contro l’Entella ha buttato via due punti mollando la presa a inizio ripresa, quando invece avrebbe dovuto chiudere il conto con l’uomo in più. Segno che ancora qualcosa manca alla squadra di Troise che fa dell’aggressività e della corsa le sue armi migliori. Concederle il contropiede spesso diventa un errore decisivo.
E’ folto il gruppo delle mine vaganti che ambiscono ai play off
La Vis Pesaro apre il gruppo delle squadre che noi consideriamo mine vaganti. Perché vince con una certa continuità (2-1 sulla Lucchese) ma poi si concede qualche scivolone. Come il Rimini (2-1 rifilato a domicilio ad un Campobasso in calo) come Pineto e Pianese (prossima avversaria della Ternana, che chiudono il gruppone dei play off. Nel confronto diretto hanno prevalso gli abruzzesi ma i toscani sanno mettere in difficoltà chiunque, soprattutto sul proprio terreno, angusto.
Restando nella nostra regione Gubbio e Perugia mostrano volti diversi ma non rinunciano certo ad ambire ad una posizione migliore. La squadra di Taurino anche stavolta oltre agli infortuni ha pagato l’ennesima espulsione. Il Perugia a Sestri Levante ha dimostrato la soluta preoccupante debolezza difensiva che ha vanificato la ripresa di un attacco che non può fare a meno di Montevago. La rosa è ampia: sfoltirla e riqualificarla non sembra essere un lavoro da poco anche se Meluso è uno che sa il fatto suo.