La partita Giampiero Pocetta la vedrà dal divano di casa sua.
“Preferisco non andare allo stadio: ci vado raramente. Ci ho passato praticamente tutta la mia vita negli stadi: prima in campo e poi sugli spalti. La partita me la vedo lo stesso anche in tv, anzi ne vedo anche di più”.
Pocetta per Ternana e Palermo non è uno qualsiasi. La sua carriera da calciatore si è divisa fra Ternana e Palermo, quasi in parti uguali. 143 presenze in rossoverde 148 in rosanero. 5 anni a Terni, 6 anni a Palermo, capitano in entrambe le squadre. Ha iniziato a giocare nella Ternana da ragazzo, a 18 anni in prima squadra. Era il 1984 ed era la Ternana di Salvemini in panchina e Taddei come presidente. C’era in squadra con Pocetta Silvio Paolucci (attualmente al settore giovanile della Ternana). C’erano Ratti e Raggi. C’erano Trudu e Truddaiu. Era la C1. Rimase anche l’anno successivo: con la retrocessione e i tre allenatori (fra i compagni si aggiunsero Eritreo e Picchiante). Rimase 3 stagioni, anche con Migliucci presidente. Gioco in quella ultima stagione con Di Canio, D’Amico e Di Carlo. Sfiorando la promozione con Facco in panchina, per poi essere ceduto proprio al Palermo. Passaggio diretto. E’ poi tornato nella Ternana di Tobia, quella post fallimento nel 93-94, quella che fu presa da Ammoniaci l’anno successivo. Erano anni tribolati, dove la Ternana soffriva. Fra serie D e C2. Gli anni certamente più difficili della storia recente rossoverde.
Poi il rapporto con Terni non si è esaurito lì. Quando ha iniziato a fare il procuratore lo ha fatto seguendo le orme di un ternano doc: Ernesto Bronzetti. Ora Giampiero Pocetta con la sua agenzia gestisce fra i migliori giocatori italiani (Pellegrini su tutti, insieme a Defrel e Zalewski tanto per citarne alcuni), ma per la partita non ha avuto preferenze, o almeno dice così.
“No. Non ho tifato per nessuno. Non posso permettermelo. E’ vero a Terni ho avuto in questi ultimi anni la possibilità di fare operazioni insieme, ci sono stati e ci sono ancora giocatori molto importanti (Palumbo, Mantovani, Celli, Furlan giusto per citarne alcuni, ndr) ma tanto per farvi capire: mio figlio è nato a Palermo e vive a Terni. Pensate ancora che devo scegliere?”
No no ci mancherebbe! Ma che tipo di sensazioni hai per la gara te lo possiamo chiedere?
“Certo. Penso che – vista da lontano – il Palermo abbia la necessità di riscattarsi. Con la nuova proprietà e con i nuovi dirigenti ho avuto modo di lavorare in questo mercato per Bisoli. Era un obiettivo anche della Ternana. Non si è fatto nulla perché per il Brescia era incedibile. Poi conosco Corini e naturalmente conosco la mentalità del City. Vorranno fare le cose per bene con il loro modo di lavorare. Corini è un ottimo allenatore, sa già come si vince”
E la Ternana?
“La Ternana ha un’ottima squadra. Conosco bene il direttore Leone e so come lavora. Nel corso degli anni si è rinforzata sempre di più, anno dopo anno. L’ambizione è quella di arrivare in Serie A. Il presidente vuole arrivarci e prima o poi ci arriverà. Quest’anno? E che ne so io… che faccio il mago?”
E dei suoi assistiti? Che stagione stanno facendo?
“Io conosco il loro valore e lo dico da tempo. Antonio è diventato un punto di riferimento per la categoria. Uno dei migliori centrocampisti della B se non il migliore. Ora sta giocando, per necessità dell’allenatore, in un ruolo che non ha mai fatto ed è comunque il migliore della squadra. Immaginatevi cosa riuscirà a fare quando sarà nel suo ruolo ideale”
Che sarebbe?
“Centrocampista, senza dubbio, mi pare di averlo già detto no?”
E Mantovani e Celli?
“Celli ha un atteggiamento e un fisico addirittura da categoria superiore. E’ in grado di giocare sia esterno che centrale difensivo. E’ un jolly e gioca nonostante nel suo ruolo ci sia molta concorrenza. Mantovani credo che abbia dimostrato le sue qualità e la sua personalità in pochissimo tempo: non a caso ha conquistato subito la fiducia di tutti e ora gioca con continuità”
Quindi neanche il pronostico ci dice?
“No. Me la vedo però, come sempre. Con il telefono in mano. Perché poi quello che ho da dire lo devo dire subito. Ma non a voi!”
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