Verde: come la linea della Ternana.
Linea verde per la Ternana in campo ieri sera, al Liberati, contro il Rimini, una linea che a ben vedere, con le giuste considerazioni, ha funzionato egregiamente. Tanti i giovani in campo che hanno dato spinta, corsa, dinamismo e brio alla squadra, anche un po' di spregiudicatezza che non guasta mai, il tutto amalgamato in maniera convincente con i giocatori d'esperienza e più "anziani". Vero che il Rimini non è squadra che lotta per la promozione, ma Acori ha dato un'identità ai suoi che non hanno atteso la Ternana, ma hanno provato a giocarsela come poche altre hanno fatto contro i rossoverdi che, come prima del periodo di difficoltà, hanno mostrato come sia più agevole giocare contro una squadra che si spinge all'attacco e che di conseguenza apre le sue maglie. Giraudo e Pobega, ma anche Frediani e Bifulco, e Hristov col suo gol hanno dimostrato di essere elementi importantissimi per queste Fere e, al netto di qualche incertezza iniziale, imputabile però alla squadra nel complesso, la Ternana di ieri sera ci è piaciuta e si è piaciuta, fattore non trascurabile anche sul piano del morale e della condizione psicologica. Qualche distrazione da evitare per il futuro, ma l'importante era vincere e farlo senza soffrire: lezione da tenere a mente e testa alla Fermana.
Rosso: i gol mangiati.
Una manciata di freddezza in più in area di rigore sarebbe cosa buona e giusta, perchè se è vero che con il Rimini ai gol mangiati si è sopperito con quelli realizzati, la Ternana farebbe bene a tenere a mente che non sempre le cose potrebbero andare allo stesso modo, perchè non sempre le squadre avversarie concedono gli spazi per attaccare. Al di la del rigore sbagliato da Furlan, calciato non bene possiamo dirlo, sono state almeno altre due le occasioni che i rossoverdi hanno avuto per buttare la palla in rete senza però riuscire a sfruttarle. Dilapidare così quanto si costruisce e si crea, in altre situazioni, potrebbe comportare qualche grattacapo si troppo e quindi sarebbe bene che la lucidità sotto porta non mancasse mai: sempre meglio che sia il portiere avversario a compiere una parata miracolosa, che l'attaccante della propria squadra a togliergli le castagne del fuoco.
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