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Ternana, che ti succede?

Al di la dei comunicati, di quelli dei tifosi e di quelli dell'Amministratore Unico, al di la delle proteste, di chi entra e di chi rimane fuori, di chi contesta e di chi giustifica, la domanda dal termine della partita contro lo Spezia è sempre quella: che sta succedendo alla Ternana?

L'impressione è che il cambio di allenatore, l'arrivo di un nuovo ds, l'ingaggio di giocatori con un'esperienza importante alle spalle, tutte quelle situazioni che avrebbero dovuto dare una scossa all'ambiente rossoverde non abbiano invece inciso. La squadra sembra fare davvero troppa fatica a riprendere in mano una situazione che si sta facendo sempre più spinosa, sempre più pericolosa, e chi sta sugli spalti pare rispecchiare in pieno la difficoltà della squadra; sembra non crederci più nessuno, insomma. I rossoverdi fanno fatica ad arrivare in zona d'attacco, la paura inizia a farsi sentire sulle gambe e nella testa, anche non volendoci pensare il timore di subire fa chiudere la squadra, la rende insicura e imprecisa, ingaggiando un circolo vizioso che tutto fa tranne il bene della Ternana. I tifosi si scollano, c'è una frattura netta e ormai quasi insanabile fra Ternana e Terni, un clima di tensione e di scoramento che inghiotte tutto ciò che gravita intorno al Liberati; e la classifica piange, risucchia e macina. 

E allora, come si esce da questa situazione? La verità, ahinoi, è che nessuno lo sa, non esiste una formula che possa risolvere la questione in un battito di ciglia. L'unica cosa che si può fare, tutti, è impegnarsi: la squadra per prima deve rialzare la testa, smettere di incassare senza reagire, tirare fuori la "tigna", anche a costo di farsi ancora più male, ma provandoci sempre, in ogni modo. E i tifosi? Beh, i tifosi devono fare quello che sentono, chi vuole rimanere fuori per protesta che lo faccia, chi vuole vedere la partita che la veda, l'importante è non scollarsi ulteriormente, ma remare tutti dalla stessa parte. La proprietà ha cercato di porre rimedio in fase di mercato, ha ingaggiato giocatori di spessore, se poi questi sapranno dare il loro apporto alla causa sarà il campo a dirlo, sarà la classifica finale a decretarlo; la speranza, però, è che anche da parte della società ci possa essere meno silenzio, che si possa provare di nuovo ad instaurare una certa comunicazione, non solo quando si chiama in causa, ma magari anche quando si crede che possa essere il caso di avvicinarsi alla città.

Le cure miracolose non sono mai esistite, e sono ben lontane dall'essere inventate, ma i tentativi vanno fatti, altrimenti di questa stagione potrebbe non rimanere altro che un doloroso e bruttissimo ricordo.

Marina Ferretti

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