Ternana, D’Alessandro: “Se mi danno il terreno pronto a fare lo stadio di proprietà”
La conferenza stampa integrale del presidente della Ternana Calcio Stefano D’Alessandro.
Abbiamo letto le dichiarazioni del Presidente del Trapani e, onestamente, siamo un po’ sorpresi. Può spiegarci cosa è successo con Carriero? Vuole rispondere alle affermazioni del Presidente Antonini?
Guardi, queste sono le normali dinamiche del mercato. Mi meraviglia che il Presidente Antonini si sorprenda ogni volta. Funziona così, lo sappiamo tutti. E, d’altra parte, situazioni simili sono capitate anche a noi nelle scorse settimane.
Detto questo, sono sicuro che avremo modo di incontrarci di persona, magari davanti a un caffè, e riderci sopra – almeno da parte mia. Se poi dall’altra parte non c’è la volontà di spegnere questa polemica, allora la porteremo avanti nei modi che ognuno riterrà più opportuni. Non è un problema per noi.
Se i fatti seguono le parole – e non ho dubbi che sarà così – posso dire di essere soddisfatto. Ho ascoltato i quattro ragazzi arrivati in questa sessione di mercato e ho percepito in loro grande entusiasmo, voglia di lavorare e soprattutto di vincere. Non sono qui per passare il tempo, ma per dare il massimo.
Il valore del gruppo è sempre stato un punto centrale della nostra stagione. Spesso vince la squadra che è più unita, che riesce a creare quella forza collettiva che fa la differenza. E noi, fortunatamente, abbiamo sia un grande gruppo che una squadra competitiva.
Soddisfatto del calciomercato di gennaio?
Mi sembra che il risultato finale di mercato non lasci spazio a dubbi. Insomma, positivo, positivo assolutamente. Positivo anche il fatto che, per quanto ho potuto capire, anche per il discorso di Carlo Mammarella, questa emergenza, che comunque sembra in via di risoluzione, c’è stato un impegno globale della società a livello operativo. Questo è un segnale molto positivo per affrontare proprio gli ultimi giorni, le ultime ore, no?
Quanto era corta la rosa, secondo lei, prima di questa sessione di mercato? E come mai c’è stato un inizio un po’ rallentato, nonostante le trattative fossero state imbastite?
Allora, mi aggancio alla considerazione iniziale. Ovviamente, devo fare un grosso ringraziamento a tutte le componenti della società e, in particolare, al direttore Mangiarano e a Vanessa, che sono stati lì fino a l’una di notte sul pezzo, perché, come sappiamo, le dinamiche di mercato possono cambiare in qualsiasi momento. Quindi li ringrazio per il grande lavoro che hanno fatto. Mi sono stati dietro, perché comunque li ho, diciamo, stressati e spremuti fino all’ultimo. Quindi grazie a loro, perché alla fine tutto è andato come ci eravamo prefissati.
Le altre due domande… Allora, si usa molto questo termine “corta”, che, onestamente, non riesco a capire fino in fondo. Innanzitutto, sugli infortuni non ci possiamo fare nulla. Purtroppo hanno condizionato un po’, ma non sono stati un problema. Gli infortuni di Damiani e Krasev ci sono stati a inizio anno, a settembre. Eppure a dicembre eravamo primi in classifica. Quindi in quel momento non si parlava di una rosa corta, no?
Consideriamo anche che c’è stata la sosta, e la sosta serve proprio a ricaricare le energie. Se si era arrivati un po’ con il fiato corto, ci può stare, ma in teoria la sosta avrebbe dovuto rimettere benzina nel serbatoio.
Il nostro mercato non è stato lento. Signori, la finestra di mercato dura un mese. Se poi tutti si aspettano che nella prima settimana dobbiamo chiudere tutto, allora sarebbe stato un altro problema. Perché poi oggi si direbbe: “Abbiamo fatto tutto subito, ma potevamo aspettare, perché poi quello è andato lì, quello è andato là…” Insomma, non va mai bene niente.
L’ho detto prima: nessuno di noi si aspettava che il mercato servisse per rincorrere. No, il mercato doveva servire per fare lo strappo. E credo che su questo siamo tutti d’accordo.
Abbiamo lavorato fin dalla prima settimana. Come sapete, prima della partita contro il Pineto ho provato a chiudere personalmente un giocatore, ne ho parlato anche con il presidente a bordocampo. Ho fatto la mia offerta, ma ho trovato un muro dall’altra parte. Lì non ci si può fare niente.
L’immobilismo, dunque, non c’è mai stato. Ci sono state trattative valutate attentamente. Ricordo ancora un nome arrivato sulla mia scrivania quando ero in sede: ho deciso di dire no, perché non rientrava nella mia idea di calcio e di come voglio costruire la Ternana del futuro.
Se notate, tutti i ragazzi che sono arrivati, a parte due prestiti, sono stati presi a titolo definitivo e con contratti importanti. Questo significa programmazione. Perché? Perché se raggiungiamo il nostro obiettivo, l’anno prossimo non dobbiamo ripartire da zero, andando a caccia di nuovi giocatori. No. Programmiamo.
Abbiamo già una rosa forte, l’abbiamo puntellata. Se raggiungiamo l’obiettivo, l’anno prossimo la base è solida. Ma per fare questo serve programmazione.
Poi, nella mia scelta dei giocatori, ho voluto ragazzi con duttilità in mezzo al campo. Voi stessi avete chiesto: “Può fare questo? Può fare quello? Si trova bene?” Perché nel calcio ci sono argomenti che vanno oltre. Non esiste che un giocatore possa fare solo l’esterno, solo il braccetto o solo il centrale.
Chi sa giocare a calcio può adattarsi. Certo, con delle prerogative diverse: se un sinistro gioca a destra, avrà la tendenza a stringere e calciare; se gioca a sinistra, magari punta di più il fondo. Ma chi ha qualità può fare tutto.
Alla fine, la responsabilità delle scelte ricade sempre sulla proprietà. Se le cose vanno bene, siamo tutti contenti. Se si sbaglia, le critiche arrivano a chi ha scelto.
Quindi quel tempo che qualcuno può pensare sia stato sprecato, magari aspettando le ultime 48 ore per chiudere il mercato, in realtà è stato un lavoro continuo. E credo che ne sia valsa la pena, visto il mercato che siamo riusciti a fare.
La Ternana, a parte i due prestiti, ha preso quattro ragazzi con contratto fino al 2027, giocatori non giovanissimi ma nemmeno anziani, segno che avete puntato su programmazione e continuità di gruppo. L’unico giocatore in scadenza che avete è Kees De Boer. Ci sono novità per un suo eventuale rinnovo? E per quanto riguarda il mister, visto che anche lui rientra in una programmazione a lungo termine? Inoltre, per i prestiti con opzione che avete, avete già deciso un orientamento su come procedere a giugno?
Allora, sono arrivati quattro ragazzi a titolo definitivo. Per gli altri due vedremo cosa succederà. Sono due profili giovani, ma già importanti. Anche lì ci sarà l’opportunità di valutare.
Per quanto riguarda De Boer, la sua è una situazione abbastanza particolare. Io ne sono venuto a conoscenza a dicembre, perché il contratto era strutturato in un modo particolare. Quando mi è stato detto che l’idea era di arrivare più avanti per discuterne, ho detto subito di no: dovevamo rinnovare subito. Ci assumiamo la responsabilità con il procuratore e tutto il resto. Ho forzato la mano, e in questi giorni faremo il rinnovo, perché il ragazzo vuole rimanere con noi.
Ci ho parlato personalmente prima di Natale e mi ha espresso la volontà di restare, perché si trova bene a Terni. Quindi, nei prossimi giorni ufficializzeremo il rinnovo.
Per quanto riguarda il mister, oggi c’è il campo e dobbiamo andare avanti con quello. Non possiamo parlare di rinnovi ora, perché l’obiettivo stagionale ha la priorità su tutto. Non è una domanda da prendere in considerazione in questo momento.
Stiamo vedendo che in questi giorni sono saltate più panchine che trasferimenti. Vi dico la verità, alcuni casi ho provato a sistemarli già a gennaio. Oggi stanno facendo tutti così bene che altrove potrebbero iniziare a pensare di muoversi. Spero che non succeda e che restino con noi.
Complimenti per come è andata questa sessione di mercato. Abbiamo parlato degli arrivi. Ora, chi va fuori lista? Uno dovrà restare fuori. Le operazioni in uscita, invece, quando sono state difficili e non si sono concretizzate, quali sono stati i fattori che le hanno ostacolate?
La lista la consegneremo il 7. Quando si chiude la lista, faremo tutti i ragionamenti del caso. Adesso ci prendiamo il tempo necessario, ci mettiamo seduti con calma e valutiamo. Abbiamo tempo fino al 7 per depositarla.
Per quanto riguarda le partenze, si parlava di Viviani, di Mateus e di altri. Partiamo da un presupposto: noi non abbiamo messo nessuno sul mercato, perché per noi il consolidamento del gruppo è fondamentale.
Ovviamente, se qualcuno avesse avuto esigenze particolari, ci saremmo messi a disposizione. Non facciamo prigionieri, ma l’idea di mantenere tutti era chiara.
Ci sono state delle richieste a cui abbiamo detto di no. È stato carino, perché in un caso è successo in diretta telefonica: “Presidente, sai che c’è? No.” Punto.
Novità sul progetto Stadio e la Clinica
Lo Stadio e la Clinica… Come avete sentito, ci sono molti rumors intorno a questa questione. Anche qui mi è stato rimproverato che sembriamo immobili. Ma non lo siamo, credetemi. Con la Ternana Women ci sono stati diversi incontri, anche a Roma recentemente. Io ho sempre detto che lo stadio deve essere un valore aggiunto per la Ternana. Ma perché lo sia davvero, devono esserci tutte le condizioni giuste.
Voglio entrare leggermente nel dettaglio, senza che nessuno si offenda o inizi a interpretare male le cose. C’è un nodo fondamentale che molti sottovalutano: lo stadio non è della Ternana. L’investimento che la Ternana farà per la ristrutturazione e per il nuovo “Liberati” non patrimonializza nulla per il club. Lo stadio rimane un patrimonio della città e del Comune. Questo significa che nel bilancio della Ternana non ci sarà alcun beneficio patrimoniale. Anzi, il peso potrebbe addirittura aumentare, per come è strutturata l’operazione del piano finanziario. Il progetto originale era diverso. Anche prima lo stadio era del Comune, ma la Ternana aveva la proprietà del terreno su cui sarebbe sorta la clinica privata. Questo significava che la Ternana avrebbe patrimonializzato quel terreno e la clinica sarebbe stata un bene del club.
Oggi non è più così. E quindi tutte le valutazioni che dobbiamo fare, vanno fatte considerando questo aspetto fondamentale. Perché se non passa questo messaggio, diventa tutto più facile da dire. Io devo salvaguardare la Ternana. Per me il bene supremo è la Ternana. Punto.
Il resto? Sì, va bene tutto. Per me quello che conta è questo. Lo stadio è una priorità. Spero, e stiamo lavorando, per strutturare il PEF (Piano Economico Finanziario), per fare alcune modifiche alla Convenzione, per sistemare alcune cose, affinché per la Ternana sia sostenibile. È importante, è fondamentale. Non si può pensare che la Ternana faccia lo stadio e riceva solamente, al netto dell’esborso finanziario della Ternana Women, che comunque è una parte minoritaria rispetto all’investimento complessivo. Se ci fermiamo ai famosi 14 milioni su 41, capiamo bene la differenza, no? Ok, quindi questo è un discorso importante.
Non possiamo pensare che i ricavi derivanti dalla parte commerciale, oppure dallo sfruttamento dello stadio per eventi o concerti – che sono comunque incerti – siano una garanzia. Sono cose che vanno fatte e strutturate, ma con tutto il rispetto io faccio calcio, non il PR che organizza eventi o il commerciale. Anche perché in questi anni abbiamo visto quanto tutto sia labile. Chi avrebbe mai pensato che ci avrebbero chiuso per due anni a causa della pandemia? Bisogna tenere conto anche di questi aspetti. Sembra una cosa banale, ma quando si fa una programmazione per un investimento di 40 e più milioni, visto che la maggior parte dei ricavi arrivano da lì, bisogna essere molto attenti. Altrimenti il peso economico finisce tutto sulla Ternana, senza girarci intorno.
Quindi, la mia priorità è il bene della Ternana. Una volta chiusa la fase di rielaborazione e ristrutturazione, se ci saranno le condizioni, si chiuderà e partiranno i lavori. Questi sono discorsi condivisi anche con la Ternana Women. Non è qualcosa che sto dicendo solo io, ma sono già stati discussi in incontri precedenti. Tutti convengono con me sulla necessità di trovare la soluzione giusta per la Ternana. Ovviamente anche per la città di Terni, perché è importante, ma voglio sintetizzare la questione in questo modo: La Ternana si sta sobbarcando l’onere di ristrutturare un bene pubblico.
Un privato che investe per un bene pubblico. Siamo contenti di farlo. Qualcuno potrebbe dire che il pubblico dovrebbe intervenire. No, il pubblico non deve intervenire. Non sto dicendo questo. Sto dicendo che, nel caso specifico, se la Ternana fa questo investimento, non ne ricava un beneficio patrimoniale perché lo stadio resta un bene pubblico. Non sto dicendo che servono soldi pubblici. Anzi, i soldi pubblici vanno investiti in cose più importanti del calcio. Non c’è una quota mancante che deve arrivare, il punto è capire come strutturare l’investimento dal punto di vista economico-finanziario per la Ternana. Bisogna valutare il suo impatto diretto sul bilancio, perché si tratta di un investimento importante, con un ritorno economico basato unicamente sui flussi finanziari generati dallo stadio, con costi e oneri finanziari da sostenere. Perché, ricordiamolo, il denaro costa, non è gratis. Quindi, quando qualcuno dice che è tutto semplice… No, non lo è. Sembra facile, ma non lo è.
Stiamo parlando di un investimento complessivo di oltre 60 milioni che avrà un impatto enorme sulla città di Terni. Ci auguriamo tutti che vada a buon fine. Io per primo, perché pensate cosa significherebbe per me essere colui che ha avviato il progetto dello stadio e riuscire a portarlo a termine. Quindi, nessuno fraintenda le considerazioni che sto facendo qui. Sono considerazioni già condivise.
Mi è stato detto che non è possibile vendere beni pubblici, come impianti sportivi. Se fosse possibile, per me sarebbe la soluzione migliore e più facile: acquistare lo stadio. Guarda, lo dico pubblicamente: se c’è la possibilità di acquistarlo, iniziamo a discuterne fin da domani mattina. Per me sarebbe la soluzione migliore, perché significherebbe davvero fare lo stadio della Ternana. Ecco, lo rilancio. Se è fattibile, valutiamolo. (Ride) Ora scatenerò un putiferio, eh! Ma te lo dico: se non è possibile, la responsabilità è tua! Non l’ho detto io, eh! Se non si può fare, la colpa è tua!
I fatti sono che la Ternana è la regina del mercato, nel proprio girone perlomeno, che esce molto rinforzata da un mercato che è andato anche oltre le più grosse aspettative e che sulla carta è la migliore del girone. Sulla carta, poi dopo il campo dirà, ma sulla carta la società. Aver costruito, tramite questo mercato, questo tipo di rosa, quanta soddisfazione le dà rispetto ad un atteggiamento di una parte minoritaria della tifoseria, ma anche della stampa, di incomprensibile diffidenza nei confronti di una società, e chiudo che è semplicemente evitato che la Ternana sparisse dal calcio?
Beh, me lo spiego… me lo spiego col fatto che il mondo è bello perché è vario. E lasciamolo… lasciamolo così. Tanto comunque chi… ma nel loro intimo anche chi magari gli piace essere un contestatore, a prescindere… quello lo farà sempre, lo farà sempre. Se magari arrivi in B diretta, diciamo proprio che dobbiamo arrivare con la giornata d’anticipo perché abbiamo sofferto una giornata di più, quindi troveranno sempre quel pelo.
Poi i tifosi… allora diciamo che lo… mi dà leggermente più fastidio, se voglio usare una parola che poi non è fastidio, è più l’atteggiamento di alcuni organi di stampa che è quello che dà un po’ più… no? Perché comunque sanno, tutti sanno le cose che c’erano qui alla Ternana. Faccio un esempio per… così è abbastanza chiaro quello che rischiavamo.
Quando io sono arrivato, se non pago la bolletta della luce dello stadio, ci staccavano la luce. Allo stadio. Bolletta non pagata da dicembre 2023. No? Io non c’ero. Non c’erano nel tutto il 24… io non c’ero. E nessuno si è premunito ad andare a pagare quella bolletta. Ok? Questo è per sintetizzare quello che era… No? E queste cose la maggior parte di voi le sanno. I tifosi no.
I tifosi sono tifosi. Cioè, loro sono… ma sono belli per questo. Cioè, io… tanti… mi arrivano tanti messaggi di tutti i tipi. Anche, diciamo, privati. Quello che è contento, quello che è un po’ così, i famosi leoni da tastiera. Cioè, c’è un po’ di tutto. Sui leoni da tastiera spero che smettano da questo momento in poi di essere leoni da tastiera e diventano fere da stadio. Quindi, venissero… venissero… Quindi, facciamo lo switch da leoni di tastiera a fere da stadio. Così si divertiranno. Poi, ritornano a casa e riprendessero a fare i leoni da tastiera. Però, almeno, diamo un po’ più de calore, riempiamo un po’ più di spalti. Forse è l’unica volta in cui non vorrei vedere la scritta Ternana. No? Che venga totalmente oscurata dai nostri tifosi. Quindi… però ci sta, dai.
La diffidenza… il tempo… il tempo, come vedete, è galantuomo. Cioè, chi lavora e chi fa le cose con criterio, poi, dà sempre ragione. C’è poco da fare. Presidente, buongiorno. Continuiamo a far girare la palla. Continuiamo a far girare la palla.
Torniamo un attimo al suo stadio clinica, perché dopo le parole che ha detto. Quindi, diciamo, se dovesse naufragare stadio clinica, perché comunque è un progetto..
No, no, no. No, no, no. Un attimo. Non la prendiamo in considerazione come ipotesi.
Però, dico, la Ternana ha un piano B per rifare lo stadio? Lo stadio è una priorità della Ternana?
Allora, guarda, facciamo così. Voglio essere… voglio prendere il tuo aspetto negativo. Non perché sia una domanda negativa. Cioè, l’aspetto più negativo. L’aspetto più negativo. Domani mattina. Comune. Regione. Provincia. Sta, chi più ne ha più ne mette. Mi dia un pezzo di terra e io costruisco lo stadio. Pronto a farlo. Più di questo. Non posso. Domani mattina dico, guarda, che non facciamo più lo stadio clinica. Quello è il pezzo di terra che deve essere sullo stadio. In quel caso, Ternana patrimonializza, proprietaria dello stadio, e l’investimento ne vale totalmente la pena. Più di questo.
In ultimo faccio un ulteriore ringraziamento ed in bocca al lupo al direttore Mammarella, speriamo che questa situazione si risolva presto.