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Ternana: l’analisi di una stagione da dimenticare – 4 puntata

E’ cominciato il nostro resoconto sulla stagione rossoverde. Sarà un viaggio lungo 6 puntate per cercare di analizzare tutte le componenti che secondo noi hanno determinato il mancato raggiungimento di tutti gli obiettivi. Lo abbiamo fatto a modo nostro: cercando di essere obiettivi e non offensivi.

Se volete dire la vostra, senza trascendere, potete farlo anche voi inviando il vostro pensiero alla nostra mail: ternananews@gmail.com

Nel frattempo buona lettura

Gli allenatori

E’ innegabile dire che De Canio ha la miglior media punti. 30 in 19 partite, significa una media di 1.57, il doppio rispetto a Gallo (0.85) che a sua volta ha fatto il doppio rispetto di Calori (0.4). Ma non bastano solo i numeri a capire gli allenatori. Anche se i numeri ci aiutano a capire le partite ed i momenti.

Non si può dire che in assoluto De Canio abbia lavorato male. Di “alibi” ce ne sono molti: di alcuni abbiamo parlato, di altri non c’è bisogno di farne menzione (errori incredibili sul campo, anche da parte dell’arbitro), ma questo non basta per spiegare completamente il lavoro di De Canio.

In realtà De Canio, in primis, paga un rapporto mai nato con buona parte della tifoseria. Non che questo abbia mai preoccupato l’allenatore rossoverde, ma di sicuro non lo ha aiutato nel vissuto della tifoseria che non gli ha praticamente perdonato nulla. Da una parte le aspettative molto alte, dall’altra (per qualcuno) un paragone (francamente non comprensibile se non per un atteggiamento completamente diverso) con il suo predecessore Pochesci. Di sicuro il rapporto conflittuale con Pagni, sottolineato sempre da una parte della tifoseria. Ma la prima parte della stagione di De Canio non è stata negativa. La Ternana non prendeva gol, e nelle prime 10 giornate aveva portato a casa 20 punti. Piena media promozione: 5 vittorie e 5 pareggi. Una squadra che faceva sprazzi di buon calcio e che spesso lavorava sulla qualità dei singoli (Marilungo su tutti). Poi alle prime difficoltà la Ternana è come se si fosse piantata. Sono arrivati gli infortuni in mezzo al campo (Vives, Rivas e Altobelli) e tutto è stato complicato. Molto più complicato visto che non c’era tempo di poter recuperare, visto che si giocava ogni 3 giorni. Qualche esperimento tattico (dovuto) a partita in corso (Furlan trequartista per esempio) dettato dalle necessità. E tutto è cominciato a crollare. 5 sconfitte nelle successive 9 partite, una difesa che ha cominciato a prendere gol a raffica (e che praticamente non ha più smesso di prenderli fino a poco tempo fa), un attacco che non è riuscito più ad incidere. Con in mezzo tanti, troppi errori grossolani, da parte di chi avrebbe invece dovuto reggere la baracca. E’ stato questo il trend che ha pagato De Canio. Ha dimezzato la sua media punti, non è più riuscito a ridare un’anima alla Ternana. Ha sicuramente pagato l’infortunio di Vives (il giocatore intorno al quale comunque la squadra era stata costruita) ma ha pagato soprattutto la mancanza di intensità nelle partite in cui c’era bisogno di cambiare il passo. In cui c’era bisogno di dimostrare di essere la Ternana. Ha pagato la pressione, la necessità di vincere. Un allenatore navigato come lui ha cercato di mettere un freno, di razionalizzare il momento di difficoltà. Che forse poteva anche essere preventivato e quindi assecondato. Ma la scorta di pazienza da gestire era sicuramente poca. Qui non vogliamo entrare nelle singole partite, nelle gestioni di ogni singolo momento di ogni singola gara. La Ternana non brillava, la gente si spazientiva, la società idem. E tutto è andato di conseguenza. De Canio è stato sempre molto lucido nell’analisi della partita, anche in pubblico. Aveva ben chiaro cosa non andava ma non è riuscito a mettere nella squadra quello che mancava in quel momento.

C’era bisogno di cambiare, probabilmente, per cambiare la tendenza, il trend. Come detto il cambio sarebbe potuto arrivare anche prima. Ma sicuri che sarebbe cambiato tutto? Calori ha ereditato una situazione pesante ma il suo arrivo non ha prodotto nulla. Anzi ha peggiorato la situazione…  non che Calori sia stato più fortunato di De Canio (anzi) ma quello che ha stupito, in negativo, è stata la mancanza della scossa psicologica che generalmente avviene quando c’è un esonero. La squadra è rimasta piatta, i risultati sono addirittura peggiorati. Calori non è entrato nella testa dei giocatori. Forse non era convinto fino in fondo che si poteva ancora rimediare alla situazione. Ma la Ternana, quando l’ha presa lui era quarta in classifica con due gare (Rimini e Sambenedettese) ancora da recuperare. La squadra precipita addirittura fuori dalla zona playoff, commette degli errori in difesa pazzeschi (da “mai dire gol”) e sembra cadere in un tunnel senza fine. Tanto che il nuovo cambio di allenatore (sebbene mostri almeno nell’atteggiamento un piglio diverso) comunque non riesce a migliorare la situazione. Il punto più basso di Gallo è la sconfitta con l’Imolese. Le prime sette partite (al di là come detto di un piglio diverso) raccontano di 4 sconfitte e 3 pareggi. Stessa media punti di Calori. Ma il lavoro da fare era improbo. Una squadra scarica fisicamente e mentalmente devastata da un girone di ritorno kafkiano. Il lavoro di Gallo è stato estremamente complicato ed ha (a nostro avviso) meritato la riconferma per aver cercato di dare un’anima alla squadra, provandole tutte. Alla fine, dopo lo 0-3 in casa, Gallo non perde più e riesce a vincere con il Ravenna: dopo aver sfiorato la vittoria in almeno un paio di partite. Piccoli segnali di risveglio che almeno sono serviti per una salvezza tutt’altro che scontata. La media in queste ultime gare è da 1,33 ma al di là dei numeri ha provato a ricompattare ambiente e squadra, dando dei segnali importanti a tutto il gruppo con delle scelte anche molto coraggiose, se inserite nel contesto in cui le ha prese.

Le puntate fin qui pubblicate:

– Il peso del ritardo (1)

– Costruzione della rosa, mercato e “comunicazione” (2)

– I direttori sportivi (3)

Ternananews Redazione

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