La Ternana capitola anche contro la capolista Carpi: i dati, che parlano di una crisi infinita e di piena zona playout, fanno paura e inducono la giusta dose di timore per le sorti dei rossoverdi, a sole dieci giornate dal termine del campionato. Ecco quel che abbiamo imparato dalla sfida di ieri:
1 – Il copione è sempre quello, giocare bene non basta.
Non basta mettere sotto, per buona parte della partita, la prima della classe, se poi sprechi clamorosamente le tante occasioni create. Perchè in Serie B alla prima occasione gli avversari ti fanno male, soprattutto se sono di quelli cinici, come il Carpi. Nonostante ciò, la lezione non sembra esser stata appresa e parliamo ancora una volta dello stesso film, già visto più e più volte: contro il Lanciano, come a Livorno e in numerose altre occasioni.
2 – Alla Ternana piace complicarsi la vita da sola.
Perchè, come detto sopra, se riesci a impostare una buona gara, giocata al tuo ritmo (complice anche un Carpi non al top della condizione, in questo frangente del torneo) e con netto controllo della sfera, e poi ti concedi il lusso di non capitalizzare le nitide palle gol create (con Ceravolo, Gavazzi, Russo e Crecco, per citarne alcune), allora un po' ti vuoi far male da solo. Come ti sei fatto male (malissimo) nelle precedenti uscite di Trapani e (soprattutto) in casa contro Virtus Entella e Latina: perchè nessuno pretendeva il miracolo contro la capolista, ma al contempo nessuno si aspettava un simile tracollo – a livello di risultati e, soprattutto, di prestazioni – contro squadre mediocri, dirette concorrenti per la salvezza. Giocare quelle partite come si è giocato contro i biancorossi era chiedere troppo?
3 – Le partite al Liberati sono un vero e proprio incubo.
Niente di nuovo, ma stavolta si è riusciti nell'impresa di arrivare al 50% di partite perse in casa: 16 incontri giocati tra le mura "amiche", 4 vittorie, 4 pareggi e 8 sconfitte. Nessuno, ovviamente, è riuscito a far peggio. Intanto, ogni sfida al Liberati è vissuta come un incubo, da giocatori e tifosi: non osiamo pensare al derby. Un fatto paradossale, di una stagione, da questo punto di vista, da dimenticare.
4 – La crisi sembra non aver fine.
La Ternana non vince più da 8 giornate, ovvero dal successo dell'8 febbraio in casa contro il Brescia (2-1). Da allora, in 7 partite i rossoverdi hanno collezionato 2 punti sui 21 a disposizione, andando a pareggiare ad Avellino e Bologna e perdendo tutte e 3 le partite disputate in casa. In particolare, mette paura la striscia rossa di quattro sconfitte nelle ultime quattro partite, che hanno relegato la Ternana in piena zona playout, in piena bagarre per non retrocedere e hanno rimpinguato il numero totale delle debacle rossoverdi in questa stagione, portandolo a ben 14 (a fronte di 9 vittorie e altrettanti pareggi). Domenica prossima, intanto, si va a Cittadella, contro una formazione reduce dal successo sul campo – non esattamente semplicissimo – del Livorno, per l'ennesimo, decisivo, scontro salvezza.
5 – La squadra è incapace di reagire.
Perlomeno, è incapace di farlo in maniera incisiva. Sarebbe ingeneroso e poco oggettivo bocciare le Fere per quella che, avulsa dal contesto, è parsa come una buona prova, contro la numero uno del campionato, e un passo in avanti, dal punto di vista della prestazione, rispetto alle ultime – imbarazzanti – uscite casalinghe. Tuttavia, ancora una volta la Ternana ha avuto più di un tempo per reagire allo svantaggio, inaspettato, che l'aveva gelata alla fine della prima frazione: tutto l'intervallo per guardarsi negli occhi e caricarsi a vicenda e 50 minuti per sbranare gli avversari e portare a casa punti salvezza fondamentali. Invece, non è accaduto nulla di tutto ciò: la squadra è tornata in campo nella ripresa senza la forza necessaria per poter veramente impensierire gli avversari. Solo qualche timido e velleitario tentativo, peraltro sprecato malamente, e nulla più. In 50 minuti, in casa. Si tratta di un deficit caratteriale già evidenziatosi in tantissime altre occasioni e che lascia, francamente, molto preoccupati in vista del finale di stagione, che sarà tostissimo.
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