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Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo Ascoli-Ternana

Dopo due ottimi risultati è tornata la sconfitta in casa rossoverde, contro un'avversaria diretta che tutti, forse, avevamo sottovalutato.

Tengo l'intensità del secondo tempo. Purtroppo fine a se stessa, in fin dei conti, ma certo il pressing nei secondi 45 minuti, non è mancato. Si è giocato di fatto ad una sola porta, spesso e volentieri la Ternana non ha permesso all'Ascoli di oltrepassare la propria metà campo, mettendo i bianconeri e i loro tifosi in ansia più di una volta. A parere di chi scrive non si può imputare ai rossoverdi svogliatezza o poca grinta nella partita. Di sicuro le difficoltà erano soprattutto nella prima mezz’ora. 

Tengo la consapevolezza che in trasferta non si può sempre vincere. No, non è consolarsi con l'aglietto (come si usa dire a Terni), ma un dato di fatto: fuori casa non è facile fare la partita. Si è più volte parlato di Ternana da trasferta, di una squadra che fa i punti lontano dal Liberati, ma la realtà è che giocare fuori non assicura un buon risultato: per quanto si possano inanellare buone prestazioni buoni risultati, rimane lo stadio di casa quello dove si dovrebbe costruire il proprio campionato. Tutto questo per dire una sola cosa: niente tragedie per una sconfitta esterna, impariamo e mettiamo da parte.

Tengo l'avere ancora quattro partite. Fortunatamente il girone d'andata non è finito oggi, e non finirà nemmeno sabato prossimo; ci sono ancora 12 punti in palio, 4 sfide per migliorare la classifica. La posizione attuale della Ternana non è certo invidiabile, ma un giro di boa relativamente tranquillo è ancora alla nostra portata. Sicuramente bisognerà far meglio di quanto messo in campo al Del Duca, sarà necessario fare più punti possibile, ma anche essere consapevoli che ancora nulla ci è precluso. 

Ora veniamo a quello che proprio non ha girato nella trasferta delle Marche.

Butto 30’ minuti senza azioni da gol. Era da più di qualche partita che non si vedeva una Ternana soffrire l’intensità dell’avversario. Non si tratta di mancanza di voglia, di averla presa alla leggera, ne siamo certi, più probabilmente invece si è trattato di alcune difficoltà (soprattutto sulle fasce. Non sta nemmeno a noi, in realtà, cercare un motivo convincente, sarà chi di dovere a spiegare cosa è successo. Quello che fa male è la netta impressione che con l’impostazione più efficace Del secondo tempo probabilmente avremmo raccolto un altro risultato.

Butto l'imprecisione in fase di impostazione. Probabilmente ha detto bene Breda in conferenza: se la Ternana va sotto arriva l'ansia da prestazione. Ieri ne è stata l'ennesima dimostrazione, si è preso il gol dello svantaggio e i rossoverdi via, in attacco a testa bassa, ma senza precisione. Troppi errori, troppe disattenzioni, troppe giocate poco precise, tutte figlie della fretta di pareggiare il conto e poi di andarla a vincere. Abbiamo, come scritto tante volte, fin troppa smania di portar via la vittoria che ci scordiamo che anche un pareggio ha il suo valore e la sua dignità, e che una volta pareggiato puoi anche pensare di vincerla. La Ternana, probabilmente, non ha cercato di pareggiarla, bensì voleva vincerla per forza, e a volte questo è deleterio. Rivalutiamo la dignità di un pareggio.

Butto il comunicato di Simone Longarini. Una calda e una fredda per l'amministratore unico della Ternana: se la scorsa partita era stata apprezzata la sua vicinanza alla squadra, la sua presenza in campo, ora mi sento di storcere il naso sulla nota ufficiale pubblicata sul sito. Sia chiaro, opinioni e impressioni personali, proprio come quelle rispettabilissime del presidente, solo che si sarebbero potute esprimere in altri toni e modi. Che Longarini stia vestendo anche un po' i panni del padre preoccupato, oltre che del presidente e del figlio del patron, è piuttosto evidente e altrettanto apprezzato ed apprezzabile, ma forse i toni dovrebbero rimanere un po' meno altisonanti. Intendiamoci, giusto che Longarini cerchi di rimettere la sua creatura sui binari giusti, giusto che vedendo qualcosa che non gli piace lo faccia presente, ci mancherebbe, ma  è preferibile quando lo fa con la vicinanza, il dialogo e col confronto, anche duro, con squadra e staff. Non credo ci sia bisogno di comunicati ufficiali per farsi sentire dai suoi giocatori, né per dimostrare ai tifosi il suo interesse per le sorti rossoverdi.

Marina Ferretti

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