Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo Cagliari-Ternana
Tengo la difesa. I rossoverdi si sono trovati di fronte il miglior attacco della Serie B, quello di un Cagliari pronto a tornare subito nella massima serie, quello di una squadra organizzata e ben strutturata, eppure la difesa è riuscita a contenere la straripante verve realizzativa dei padroni di casa. La difesa a 3, o meglio a 5 quando era necessario, ha dimostrato di poter essere una buona arma in più nelle mani di Breda, e ci ha fatto ritrovare anche il Masi che conoscevamo, ci ha confermato la solidità di Gonzalez, ci ha restituito l'importanza di Meccariello. Certo, qualche sbavatura c'è stata, ma va anche tenuto conto del calibro della squadra che ti trovi ad affrontare, e non era certo semplice bloccare un Cagliari che giocava in casa (dove non ha mai perso) e in cerca di riscatto per risanare l'orgoglio ferito. Insomma, la scommessa del 352 è stata di fatto vinta.
Tengo la consapevolezza che non sono queste le partite da vincere. Intendiamoci bene e subito, non si tratta di partire battuti e di andarsela a giocare nascondendosi dietro l'alibi che loro sono più forti e quindi si perderà certamente; mai validi sono questi discorsi, ma allo stesso tempo non si può certo dire che la partita contro la seconda in classifica sia una di quelle che non devi e non puoi perdere. La Ternana ha dimostrato, per lunghi tratti, di poter tener testa ai padroni di casa, cosa che poche, pochissime altre squadre hanno saputo fare, e non ha disdegnato di provare la conclusione. Questa sfida serviva anche per mettere alla prova l'identità e l'agonismo dei rossoverdi, che di certo non hanno difettato: se da ora in avanti giocassimo tutte le partite come abbiamo giocato quella di ieri, non avremmo molti problemi a toglierci qualche soddisfazione.
Tengo la vena da attaccante di Janse. L'olandese è passato da occupante fisso della panchina come terzino, a pedina importantissima per il reparto avanzato rossoverde, con buoni risultati per altro. Anche ieri ha fatto il suo, una volta chiamato in causa, e alla mezzora del secondo tempo si è anche creato una ghiottissima occasione da gol, uscita di un nulla al lato del secondo palo. Non è la prima volta che “rischia” di far gol, dimostrando di potersi adattare a più ruoli, a seconda di quello che serve in un preciso momento:poliedrico.
Butto la sconfitta. Lo abbiamo già detto, non sono queste le partite che si devono vincere per ottenere una salvezza tranquilla, ma visto come si stava mettendo la questione, la sconfitta lascia un po' di amaro in bocca. Senza recriminare su rigori e presunti tali, senza stare troppo a puntualizzare su palloni usciti di poco, di molto, poco precisi, la sfida di ieri sarebbe potuta tranquillamente terminare con un pareggio, che non sarebbe stato rubato, e oggi saremmo tutti più felici. Ma il calcio, si sa, è fatto anche di episodi e di centimetri: è andata così, è stata una partita di sostanza quella della Ternana, quindi ricominciamo a correre, già con il Modena.
Butto la sfortuna. Vero che saremmo potuti essere anche più precisi in attacco, ma nel famoso gioco del pallone c'è anche un fattore imponderabile, ovvero sia quello della fortuna e, come contraltare, quello della sfortuna; e diciamocelo, ieri la Ternana è stata anche un po' sfortunata: il possibile pareggio di Janse che esce di un soffio, il tiro di Busellato nel primo tempo che finisce sull'esterno della rete, la punizione di Furlan che si alza troppo sopra la traversa, la rovesciata di Gondo stoppata in area. Quando i rossoverdi ci hanno provato, lo hanno fatto bene, ma se la palla non vuole entrare, non entra. Peccato.
Butto il giallo a Coppola. E' davvero un peccato che un Manuel Coppola che si stava ritrovando, dopo un inizio di stagione determinato da infortuni più o meno seri, debba saltare la prossima gara interna contro il Modena per il giallo preso ieri. Un momento di nervosismo, qualche parola e qualche spinta di troppo ed ecco che scatta l'ammonizione, che oltre a condizionare un po' anche il resto della partita del mediano rossoverde, lo costringerà a guardare il prossimo match dalla tribuna: capita.