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Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo il derby Ternana – Perugia

Così è andato, anche questo derby possiamo metterlo in archivio. Il giorno dopo, la sensazione è la stessa che si ha il giorno dopo Natale, quando hai aperto un regalo bello, che ti è piaciuto e ti serviva, e che solo con qualche piccolo dettaglio in più sarebbe stato davvero troppo perfetto. Ecco, il derby è stato così: una partita che ci è piaciuta e ci serviva davvero tanto, e che se quella traversa fosse stata un centimetro più alta allora sarebbe diventata davvero troppo perfetta da poter raccontare. Che sia stata una buona, buonissima prestazione da parte dei rossoverdi lo testimonia anche la fatica fatta per trovare tre cose da buttare, tre errori da non ripetere assolutamente. Alla fine li abbiamo comunque scovati, e siccome siamo stati contenti di questo derby, cominciamo proprio da questi intoppi, perchè il meglio è sempre da lasciarse alla fine.

Butto gli infortuni. Lo aveva detto Tesser, "mentalmente arriviamo nella condizione migliore, fisicamente non abbiamo lavorato come avrei voluto a causa delle assenze e degli infortuni". Ieri ha dovuto rabberciare letteralmente alcuni giocatori nell'undici di partenza, schierando quattro giocatori sicuramente non al top della condizione fisica: Gavazzi di ritorno da una forte contusione al piede, Vitale e Avenatti ancora alle prese con le rispettive distorsioni alle caviglie, e Valjent che ha forzato il rientro dopo una infiammazione al ginocchio. Come se non bastasse, nel secondo tempo Ceravolo chiede il cambio e contestualmente, al posto di un Vitale comprensibilmente dolorante, entra in campo Janse, che non scordiamolo è stato convocato in extremis dopo non essersi mai potuto allenare col gruppo, a causa della tallonite. Ciliegina sulla torta, cadendo Brignoli prende una botta all'anca, che lo costringe a medicarsi, fra una parata e l'altra, con un bel po' di ghiaccio spray. Nonostante ciò, gli infortunati hanno disputato una grande partita, ma di questo parleremo più avanti. Per ora, per come siamo messi a livello fisico dopo questo derby, c'è da rifugiarsi nella scaramanzia. Per la serie "Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio".

Butto i cartellini gialli. Non perchè i giocatori rossoverdi che sono stati ammoniti non lo meritassero, anche se il primo giallo a Meccariello poteva essere evitato, quanto per la loro distribuzione un po' a senso unico. Diciamo che il signor Mariani è stato molto inflessibile con la Ternana, un po' meno con il Perugia, al quale ha graziato la doppia ammonizione per uno dei suoi giocatori e con il quale ha chiuso un po' troppe volte un occhio. Se avesse voluto essere rigido e ferreo nei gialli, avrebbe dovuto applicare ad ogni situazione lo stesso metro di giudizio. Per fortuna il derby non ne ha risentito in particolar modo. Lo stesso non si può dire della preparazione in vista della partita contro il Catania, ma questa è un'altra storia. Resta il fatto che un po' più di coerenza nella gestione delle ammonizioni e dei falli non avrebbe di certo fatto male.

Butto l'arroganza di Ardemagni. Non si è soliti, qui, parlare degli avversari e parlarne in termini non lusinghieri, ma la tracotanza che ha dimostrato il numero 45 biancorosso, soprattutto al primo minuto, quando si è scontrato con Meccariello, non è stata certo piacevole da vedere. In un derby giocato in campo con correttezza e intensità, la sceneggiata di Ardemagni non è passata inosservata: insegue Meccariello, lo spintona, lo tira per la maglia, continua ad urlargli contro anche mentre i compagni lo allontanano, lo sbeffeggia come se fosse l'ultimo degli sconosciuti. D'accordo che la partita è sentita, anzi sentitissima, e forse l'attaccante del Perugia non ha saputo ben gestire l'ansia. Non dovrebbe succedere, ma può capitare, l'importante è trarne un insegnamento.

Squillino le trombe, rullino i tamburi, è il momento di abbandonare le dolenti note e di dar voce alle liete novelle: le tre cose da tenere.

Tengo la squadra. Si scende in campo con la mentalità adatta ad una partita di questo calibro, con la grinta giusta di chi vuole conquistare qualcosa di importante e vuole farlo sin da subito. A livello di testa ci siamo, abbiamo una condizione pressoché perfetta, e dove non arriviamo con le gambe, e con il fisico in alcuni un po' provato, arriviamo con la caparbietà. Soprattutto nel primo tempo, solo Ternana, ovunque, in qualsiasi reparto. La difesa si dimostra di nuovo solida, una muraglia, ognuno al proprio posto a dare l'anima per recuperare ogni pallone prima che sia tardi; a centrocampo si corre e si imposta, si gioca di fino ma si fa anche legna e soprattutto, non si tira mai indietro la gamba; in attacco si tenta qualsiasi soluzione, qualsiasi via per il gol, e la traversa di Gavazzi ne è la riprova. Non possiamo farci nulla se la palla non è voluta entrare, l'importante è aver portato a casa un punto d'oro, e soprattutto aver visto undici, anzi, quattordici Fere vere in campo. D'altra parte, non sarà un caso se da quattro partite non subiamo gol.

Tengo Antonio Palumbo. Quanto può essere impegnativo, anche e soprattutto a livello mentale, per un ragazzo così giovane affrontare da titolare una partita così sentita, un derby così accesso non possiamo saperlo, ma possiamo immaginarlo. Magari in alcuni c'è stato un po' di scetticismo all'inizio, quella convinzione che un giocatore con così pochi anni di esperienza non possa tenere il campo e non possa giocare da esperto e navigato centrocampista. Invece Antonio smentisce anche gli ultimi scettici, con una partita giocata senza paura e a viso aperto, con quel pizzico di spensieratezza e intraprendenza che magari un uomo di esperienza osa in misura minore, proprio perché negli anni che ha giocato ha imparato ad essere un po' più prudente. Palumbo, specialmente nel primo tempo, imposta il gioco, smista e recupera palloni a più non posso, non teme affatto i grandi nomi che ha di fronte, prende qualche botta ma si rialza sempre, gioca a calcio e questo è l'importante. In un centrocampo solido e dinamico, che ha davvero ben fatto ieri, c'è anche lui che porta il suo contributo e dimostra anche a chi titubava di essere in grado di gestirla. Coltiviamo i giovani talenti.

Tengo, infine, il colpo d'occhio al Liberati. Quasi tredicimila persone, il rosso e il verde che imperavano in ogni settore (tranne, comprensibilmente, in curva Ovest, anche se i tifosi perugini vestiti di rosso accanto ai gradoni verdi portavano un po' di Ternana anche li!), i cori e l'incitamento costante da parte delle curve, hanno reso l'atmosfera carica di tensione positiva. Le coreografie delle due curve, la Nord e la Est, sono state davvero ben fatte, e hanno colorato ancora di più uno stadio intero. Chissà come si vedeva dal campo, lo spettacolo sugli spalti? Ci viene quasi da invidiare i giocatori che ieri hanno potuto gustarselo. 

Marina Ferretti

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