Era la partita della verità, quella che poteva condannarci a soffrire o darci nuovo spirito e una spinta verso la salvezza: la Ternana ha scelto la seconda, e ha giocato per questo. Tre punti che hanno dato nuova aria da respirare ai rossoverdi e ai tifosi, tre punti che valgono una stagione intera e che la ipotecano seriamente. Insomma, mancano solo 90 minuti per prolungare ufficialmente di un altro anno la permanenza in Serie B. Della sfida del Braglia ricorderemo tante emozioni, tanti momenti, perchè è stata una di quelle partite che ti fanno stare con il cuore a bagno dal primo secondo fino all'ultimo, una di quelle partite in cui un errore può pesare come un macigno e in cui un guizzo può valere tutto. Anche in una sfida così, sulla quale tutti metteremmo una firma per vederla ripetere per un intero campionato, ci sono però alcune cose da buttare.
Butto l'ennesimo rigore non concesso. Poteva essere determinante per il risultato finale e per gli sviluppi della partita, ma fortunatamente non lo è stato e ce la siamo cavata egregiamente anche senza. Resta il fatto che la mano di Calapai ha toccato il pallone in area, e prendere la palla in area di rigore con un braccio è un fallo da rigore, e noi ne sappiamo qualcosa avendo ripassato la regola in quel di Lanciano. Purtroppo Pairetto era distratto in quel momento e non ha voluto sentire ragioni: capita di sbagliare, è umano.
Butto l'autogol di Meccariello. Ieri abbiamo fatto tutto da soli, anche andarci un po' a complicare le cose andando a segnare, del tutto involontariamente, il gol del Modena. Pallone in area, gli attaccanti canarini cercano di prenderlo di testa, la palla sfila e colpisce il ginocchio di un Meccariello totalmente incolpevole, finendo nell'angolino alla destra di Brignoli, che nel mentre si era spostato tutto a sinistra per far sua la palla e far ripartire la squadra. Un autogol dei più classici, che per fortuna ci ha condannati soltanto ad una ventina di minuti di apprensione e niente di più. Ma qui siamo di fronte ad un classico esempio di un vecchio adagio popolare:"La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo".
Butto i risultati alle nostre spalle. Va bene, avete ragione, non è bello gioire delle disgrazie (sportive) altrui, ma il finale di campionato per chi lotta per la salvezza è un po' una battaglia ombattuta con piedi e cuore,e si sa che in amore e in guerra tutto è lecito. Se la Virtus Entella non avesse vinto contro il Latina, alla luce degli altri risultati, la Ternana sarebbe stata già salva ieri pomeriggio, e la partita con il Varese sarebbe stata vissuta con una maggiore serenità da parte di tutti. Sarebbe bastato un pareggio fra la squadra di Chiavari e i neroblu per farci fare festa grande. Così non è stato, ce ne faremo una ragione e andremo avanti.
Ovviamente, dopo aver conquistato tre punti, ci devono essere anche delle cose da tenere.
Tengo i gol. Li tengo entrambi per motivi diversi ma ugualmente importanti. Il gol del pareggio è arrivato al 45' del primo tempo, zona nella quale siamo noi, solitamente, a subire gol tornando negli spogliatoi col morale sotto le scarpe e una partita da reinventare. Ieri è toccato agli altri, ieri è stata la Ternana a cambiare la partita, ieri è stato il gol di capitan Fazio a mandarci al riposo con la consapevolezza di poter fare qualcosa di importante. La rete di Lito Fazio, la prima in questa stagione, cercata per tutto il campionato e trovata quando se ne aveva più bisogno.Il destino di un capitano è essere fondamentale per evitare che la propria nave vada a fondo e Lito lo è stato. Discorso molto simile ma anche differente si può farlo per il gol di Avenatti, un vero e proprio toccasana per squadra, tifosi e forse ancor di più per lo stesso attaccante. Un periodo difficile, in cui Felipe sembrava aver perso un po' di smalto ma soprattutto la fiducia in se stesso e nelle sue capacità e possibilità, un periodo in cui anche i tifosi sembravano aver smarrito quello che ad inizio campionato era il faro dell'attacco e in cui i suoi compagni avevano cercato in ogni modo di spronarlo e rincuorarlo. Ieri Avenatti ha lottato su ogni pallone, ha fatto sponde e ha provato il numero, e già in occasione del gol del pareggio c'era il suo zampino, anzi la sua testa per essere precisi. Passavano i minuti e Felipe ci credeva sempre di più, fino al gol al 35' del secondo tempo, bello e molto meno facile di altri che non è riuscito a realizzare, talmente liberatorio che lo stadio è esploso in un boato e tutta la panchina è corsa in campo ad abbracciare il suo campione ritrovato. Pesano sempre i gol di Avenatti, è sempre stato così quest'anno, ma quello di ieri è un timbro sulla pratica salvezza, e lui lo sa e trasforma la gioia in una prestazione ottima, gli ultimi dieci minuti non sbaglia un pallone e non molla di un centimetro, prima di buttarsi a terra e piangere di gioia. Una scena bellissima che ripaga tutti di tanti sacrifici e tanto lavoro.
Tengo l'ingresso di Falletti. Una mossa coraggiosa, quella di Tesser, che non aspetta il secondo tempo per mettere in campo il fantasista uruguaiano al posto di un Vitale, che non me ne voglia, che ha giocato piuttosto a fari spenti ieri. Cesar entra alla mezzora del primo tempo, appena incassato il gol dello svantaggio: da quel momento la partita cambia. Spacca la difesa e il centrocampo del Modena, con le sue incursioni in velocità manda in confusione gli avversari e fa in modo che la Ternana abbia il tempo di posizionarsi in campo nel migliore dei modi. Crossa, scarta e prova il tiro in porta una gran quantità di volte, anche se in cocnlusione non è mai fortunato, soprattutto quando Pinsoglio riesce a parargli un gran tiro dal limite dell'area. E' di Falletti la punizione che propizia il gol di Avenatti, e sono suoi senza ombra di dubbio i pericoli e gli scompigli maggiori creati al Modena. Essere decisivi non è mai facile, ieri Cesar ci è riuscito in pieno.
Tengo lo stadio Braglia. Al di là del fatto che lo stadio, architettonicamente e strutturalomente è una piccola bomboniera, una nota di merito va data ai tifosi modenesi presenti sugli spalti, non moltissimi a dire il vero. L'atmosfera all'interno dello stadio non è mai stata tesa, da entrambe le parti, ognuno ha tifato per la propria squadra e a fine gara niente fischi e niente offese, solo rispetto. Da sottolineare, inoltre, come la tifoseria del Modena a fine partita abbia applaudito la Ternana e i tifosi presenti in curva ospiti, scegliendo di polemizzare con la propria squadra complimentandosi con gli avversari: un modo molto elegante per sottolineare il proprio scontento.
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