E' decisamente più semplice, ultimamente, trovare tre cose da tenere piuttosto che tre cose da buttare, ma si sa, in ogni vittoria c'è sempre qualcosa da migliorare: nessuno è perfetto.
Tengo la seconda vittoria consecutiva. Volevamo tutti a gran voce la continuità, e la continuità è arrivata, non soltanto in termini di prestazione. La Ternana trova per la prima volta in campionato, quest'anno, due risultati utili uno dietro l'altro, fa bottino pieno, 6 punti in 2 partite, e riesce a mettersi un po' alle spalle la zona pericolosa della classifica. Probabilmente gli automatismi inziano a funzionare, il gruppo è diventato squadra e sta registrando i movimenti voluti da Roberto Breda. Si è acquisita una certa sicurezza e una certa facilità di gioco, ma attenzione, questo non deve farci abbassare la guardia: nella vita non si arriva mai, c'è sempre da imparare.
Tengo Simone Longarini in panchina. Che piaccia o meno, l'amministratore unico della Ternana sta dimostrando come non mai un attaccamento crescente alla sua creatura. Ora, non solo al Liberati, ma anche in trasferta si siede in panca e segue le Fere da bordo campo, certo un atteggiamento che da parte di quello che è, di fatto, il presidente non si vede in tutti gli stadi e in tutte le società. Già dall'inizio di questa nuova era Longarini qualche passo avanti, qualche novità era semprata piuttosto evidente, ma adesso che il figlio del patron sta anche preferendo la presenza fisica a quella virtuale dei comunicati, la strada intrapresa sembra proprio quella giusta. In ogni rapporto si va coi piedi di piombo, all'inizio, ma piano piano la tensione si allenta.
Tengo il gol di Antonio Palumbo. Come sempre, quando si decide di mettere in luce un solo giocatore, chiedo a tutti gli altri di non avermene, perchè davvero si sarebbero dovute spendere parole per l'intero organico oggi; così come spero non me ne voglia Antonio per aver menzionato solo il gol. La sua prestazione è stata tutta complessivamente buona, ma l'irruenza, il coraggio e se vogliamo la sfrontatezza di andare a tirare in porta, da 30 mentri, quando la squadra era un po' in sofferenza, lo colloca di diritto al ruolo di uomo partita. Lui ha detto di aver tirato ad occhi chiusi, quello che noi abbiamo visto è stato un tiro di una precisione balistica impressionante, con una potenza non indifferente che ha gonfiato la rete alle spalle del portiere avversario e ha regalato i tre punti alla Ternana. Poi un'esultanza genuina, e una dedica gioiosa e al tempo stesso molto dolce alla donna che presto lo renderà papà. Un giovane da valorizzare, Palumbo, un giovane che sta crescendo.
E ora veniamo alle "dolenti note", se di qualcosa di dolente possiamo parlare.
Butto il gol del pareggio. Bellissima azione della Pro Vercelli, questo è fuori di dubbio; probabilmente, però, Mustacchio si è trovato un po' troppo solo nella nostra area. L'attaccante piemontese ha avuto il tempo di ricevere palla, posizionarsi e lasciar partire un tiro sul quale Mazzoni non ha potuto nulla: avrebbe potuto condannarci al pareggio, o ancor peggio a tornare a casa con un nulla di fatto. La Ternana è stata molto brava a tener botta e a riprendersi il risultato, ma forse si poteva stare più attenti.
Butto la fretta. Dopo aver subito il gol del pareggio, spesso, i rossoverdi hanno mostrato un po' di fretta di troppo di riagguantare la gara. Comprensibile la smania di riprendersi una cosa che era tua, come i tre punti, ma con buona probabilità per alcuni tratti della partita la Ternana ha peccato un po' di imprecisione, in fase di possesso, proprio derivata dalla voglia di rimettere la partita sui giusti binari il prima possibile. Si tratta proprio di cercare il pelo nell'uovo.
Butto l'ammonizione di Damiano Zanon. In questa Ternana, lo abbiamo visto, tutti sono importanti, anzi importantissimi, ma nessuno è insostituibile o inamovibile. Fatto sta che il giallo sventolato sotto il naso del terzino destro lo costringerà, al Del Duca, a guardare la partita dalla tribuna, e dovrà far trovare a Breda una soluzione alternativa al quasi sempre presente Zanon. I giocatori, di certo, non mancano e l'allenatore di Treviso saprà come sfruttarli al meglio.
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