La speranza era quella di potervi raccontare un finale diverso, avrei voluto potervi dire “oggi non c’è niente da buttare, c’è finalmente tutta la Ternana da tenere”. Nonostante ci siano, a mio parere, più cose da tenere, purtroppo una di queste non è il risultato, perchè non è finita come mi sarebbe piaciuto raccontarvi.
Butto la superiorità numerica. A quanto pare, per un motivo o per un altro, rimanere con l’uomo in più non sembra esserci d’aiuto, anzi sembra sempre volerci condannare. E dire che oggi non siamo rimasti immobili ad aspettare la giocata del singolo, ma ci siamo buttati in attacco con tutto quello che avevamo, eppure non é servito. A questo punto che ben venga giocarsela ad armi pari, undici contro undici.
Butto gli errori. Ancora una volta qualche errore e qualche svista di troppo ti condannano oltre quello che avresti meritato. Una palla persa, un rinvio non perfetto, un tiro in area troppo alto, tutto in questo campionato e in questo periodo ti si ritorce contro. Lo hanno detto i giocatori stessi, serve maggiore concentrazione, perchè ogni svarione è un macigno soprattutto sul morale della squadra. Se a questo aggiungiamo oggi un paio di dubbi arbitrali, su tutti il presunto rigore in favore della Ternana, ecco che si fanno le frittate. Testa al Novara, quindi, e meno disattenzioni.
Butto la palla che non ne vuole sapere. È vero che manchiamo di lucidità sotto porta, è vero che in area piccola siamo troppo poco incisivi, ma è altresì innegabile che oggi la sfortuna ci ha un po’ remato contro, o se vogliamo giocava nella difesa granata. Un centimetro più a destra, un pelino più potente, un filo più in alto, fatto sta che questa benedetta palla non è voluta entrare: vorrà dire che dovremo impegnarci di più, per vincere anche sulla iella.
Nonostante la sconfitta, che fa male e brucia, ci sono aspetti positivi da non sottovalutare.
Tengo Stefano Avincola. Bene, è un allenatore pro tempore, tra qualche ora probabilmente tornerà ad allenare la sua Primavera e ha potuto lavorare con la prima squadra solo tre giorni, eppure il suo carattere ce lo ha messo. Non si è tirato indietro, in una situazione non certo facile, ma si è buttato anima e corpo in questa sfida, ha fatto suoi questi ragazzi che si è ritrovato ad allenare e dirigere in gara e ha cercato di interpretarli al meglio. Già in conferenza parlava dei suoi ragazzi, nel post partita ha detto “abbiamo fatto bene”, “dobbiamo lavorare”: è entrato in squadra in pieno. Anche questo vuol dire essere Fere.
Tengo il modulo. Inusuale per la Ternana, abituata ai più canonici 4312 o 352, ma lo schieramento in campo è sembrato efficace. Soprattutto, non conoscendo a fondo le caratteristiche dei giocatori a disposizione, Avincola si è prefisso lo scopo di arginare il reparto avanzato della Salernitana e di evitare al proprio centrocampo di soffrire troppo, e in linea di massima ci è riuscito.
Tengo la prestazione. Lo sappiamo tutti, è vincendo che si fanno punti e si smuove la classifica, mentre perdendo si rimane giù. Ma è innegabile che anche la prestazione in campo ha il suo peso, e quella dei rossoverdi non è mancata. Voglia, fame di punti, agonismo non hanno difettato in questa Ternana, i giocatori sono usciti dal campo con le maglie zuppe di sudore e non si può certo parlare di una squadra senza personalità. Questo è importante, per il morale, per ripartire e per trovare quell’appiglio su cui far presa per rialzarsi, il prima possibile.
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