Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo Salernitana-Ternana

Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo Salernitana-Ternana

Ammettiamolo, trovare lo spirito giusto per salvare qualcosa in una partita così beffarda è davvero difficile, eppure qualcosa di buono lo abbiamo visto, anche oggi, anche a seguito di un risultato così difficile da metabolizzare e di una classifica tanto brutta da vedere e da vivere.

Tengo il primo gol di Palombi. Partito per la prima volta titolare per sostituire l’infortunato La Gumina, il giovane attaccante scuola Lazio si è subito fatto trovare pronto, ha lottato, ha corso e ha anche segnato; una gioia illusoria, certo, ma autentica. Il gol dell’esordio in Serie B, purtroppo, è arrivato in una partita ai limiti dell’assurdo, ed è un peccato, perchè Palombi si sarebbe meritato di mettere la sua firma su qualcosa di più bello; un peccato, ma anche una consapevolezza, quella che l’attaccante sappia come far male agli avversari.

Tengo la perla di Falletti. Non che il fatto che sforni gol di tale pregevole fattura sia una novità per Cesar, ormai lo conosciamo, sappiamo che dai suoi piedi possono partire perle rare; quest’anno, però, era partito un po’ in sordina, con qualche difficoltà che forse nemmeno lui si aspettava di vivere. Qualche prestazione sotto tono, il gol di Perugia che sembrava aver spianato la strada e poi di nuovo un anonimato che per un fuoriclasse come lui sembrava davvero una nota stonata. Oggi, però, la rete del momentaneo doppio vantaggio ha restituito alla Ternana il vero Falletti, quello imprendibile, immarcabile, quello che semina il panico sulla trequarti, quello di cui la squadra ha tanto bisogno per risollevarsi da una situazione sempre più delicata. Bentornato, Cesar!

Tengo Damiano Zanon. No, non è solo una questione di singoli, ma certamente il capitano rossoverde visto oggi in campo è stato il migliore di tutta la stagione: difesa, assist, cross, sovrapposizioni, una miniera di idee. Impreciso, forse, qualche passaggio, ma un motorino che non si è mai fermato, che non ha mai smesso di spingere e di crederci, nemmeno quando ormai la frittata era stata fatta. Peccato solo che il suo sforzo non abbia potuto riaprire una partita così importante.

Butto Minelli. Come scrivevamo anche ieri sera, non è colpa dell’arbitro se la Ternana ha perso la partita, ma alcune sviste certo non si dovrebbero commettere. Due su tutte? Il primo gol annullato alla Salernitana, per posizione irregolare di Donnarumma non sarebbe stato da annullare, mentre la barriera posizionata in area sulla punizione battuta da Coda, che sappiamo tutti come è andata a finire, era davvero troppo lontana dal punto di battuta. Al di la della severità mostrata sul rosso a Meccariello e in occasione del calcio di rigore concesso ai padroni di casa, su cui si può discutere, i due errori commessi nelle occasioni che abbiamo analizzato pesano eccome sulla sua prestazione.

Butto la partita persa. Una partita che la Ternana stava vincendo, con un doppio vantaggio, contro una squadra che, non ce ne voglia nessuno, ha messo in mostra molti dei suoi limiti, una partita così non si può proprio perdere. Ingenuo il fallo di Meccariello, per quanto severa l’espulsione, ingenua la difesa in occasione del primo gol, brutta la respinta di Di Gennaro in occasione della quarta rete, sciocca l’espulsione rimediata da Surraco; insomma, una sequela di errori che hanno permesso ad una modesta Salernitana di vincere largamente un incontro che i rossoverdi non avrebbero demeritato. Peccato, davvero, perchè se la Ternana avesse saputo gestire meglio il vantaggio e se non avesse mollato la presa, questo sarebbe stato uno scontro diretto in suo favore; così non è.

Butto la classifica. La situazione è buia, pericolosa, scomoda, una classifica del genere potrebbe gettare la squadra in uno stato di depressione davvero troppo pericoloso in questo momento. Ritrovarsi penultimi, a solo due punti di distacco dall’ultima in classifica fa male, e non si può altro che lavorare per cercarne di venire fuori, in ogni modo. Non ci sono alibi che possano tenere, adesso, nessuno se li può permettere.