Ci risiamo, siamo di nuovo al luna park sulle montagne russe, ma non è divertente come sembra.
Tengo il gol di Masi. Alberto entra dalla panchina, sfrutta i suoi centimetri in difesa, insomma fa il compito che Breda si aspettava che facesse. Quando la Ternana passa ad una difesa a tre, poi, si ritrova in una situazione a lui ancor più congeniale. Non è, però, il suo lavoro nel reparto arretrato che lo pone di diritto nelle tre cose che tengo, bensì la sua incursione da attaccante: è suo il gol che riaccende le speranze per la Ternana e per i suoi tifosi. Segna sugli sviluppi di un calcio d'angolo, e dal suo gol i rossoverdi traggono nuova cattiveria e nuova voglia; peccato solo che non sia bastato per agguantare un pareggio o, chissà, qualcosa di più.
Tengo l'ultimo quarto d'ora del secondo tempo. Gli ultimi 15 minuti sono strettamente connessi alla rete di Masi: da quel momento in avanti, infatti, la Ternana ha ritrovato la fiducia scemata via via nel corso della partita. I rossoverdi hanno saputo creare molti pericoli alla porta avversaria, hanno innervosito la retroguardia dell'Entella, già provata fisicamente dal tento sforzo fisico profuso fino a quel momento. Anche in questo caso, è un peccato che si sia giocato con tutto questo agonismo solo sul finire della partita, quando anche le energie fisiche si stavano esaurendo. Sarebbe stata forse una gara diversa se avessimo giocato con la stessa intensità per un periodo più lungo.
Tengo il rispetto del minuto di silenzio. Non è un aspetto prettamente calcistico, anzi, non lo è affatto; è stata, però, una dimostrazione di sensibilità e di serietà che va riconosciuta e a cui va dato il giusto spazio. Un minuto di silenzio denso di significato, sentito, che ha lasciato il Liberati sospeso in una atmosfera al tempo stesso surreale e senza tempo. Molto bello anche il gesto della Ternana Calcio di indossare una maglia speciale, con la bandiera francese cucita sul petto. Ammirevoli tutti.
Butto la reazione tardiva. Non ci si può permettere, in Serie B, di regalare stralci di partita all'avversario. Lo abbiamo patito già sulla nostra pelle: gli errori si pagano, e il conto è sempre salato. I rossoverdi hanno davvero tirato fuori gli artigli soltanto nel finale di questo non può bastare in un campionato in cui si giocano partite così impegnative. Può succedere che ti basti un quarto d'ora per rimontare una partita e addirittura girare il risultato in tuo favore, questo è chiaro, ma non possiamo aggrapparci a questo, perché come si è visto anche oggi, questo non basta.
Butto il ritardo dei cambi. L'andamento del secondo tempo ha dimostrato che i cambi messi in campo da Roberto Breda sono stati azzeccati e, anche se solo in parte purtroppo, hanno sortito l'effetto desiderato. La questione è che le sostituzioni sono parse arrivare con un po' troppo ritardo: con i se e con i ma non si va lontano, e non si fa la storia, ma l'impressione è che avendo un po' più tempo a disposizione avremmo potuto sistemare la situazione.
Butto la sindrome da Liberati. Ormai è innegabile: lo stadio di casa non ci è amico. La Ternana e i suoi tifosi soffrono di una sindrome che non consente a nessuno di godersi una partita fra le mura casalinghe. I giocatori in campo non riescono a sfruttare la spinta che dovrebbe arrivare dagli spalti, i tifosi, dal canto loro, non trovano più il modo di remare insieme alla squadra verso un obiettivo comune. Insomma, il Liberati è diventato un'incognita che, come confermato anche da capitan Vitale, va affrontata e curata, tutti insieme. Il prima possibile.
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