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Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo Ternana-Hellas Verona

Così è andata in archivio anche la sfida fra Ternana e Hellas Verona, forse la più sentita dalla tifoseria dopo Perugia ed Ascoli, certamente la disfatta più brutta dall'inizio del campionato; disfatta sotto parecchi aspetti, non solo legati alla preastazione dei rossoverdi. Ma iniziamo da quello (poco a dire il vero) che c'è da salvare.

Tengo Luca Germoni. In una partita difficile, resa praticamente quasi impossibile dal terribile tris di gol abbattutosi sulla Ternana nel giro di 12 minuti, il giovane terzino sinistro ha cercato di mantenere le bocce ferme, senza disdeganre qualche sgroppata sulla fascia fino a spingersi ai limiti dell'area avversaria. Troppa irruenza, probabilmente, in qualche recupero, ma tanta grinta e tanta voglia di non arrendersi al risultato ormai scritto, hanno fatto di Germoni una sorte di luce nelle tenebre, soprattutto per quanto riguarda la tenacia in campo. Come lui vanno elogiati anche Palombi e Sernicola, subentrati a danno fatto, ma che non si sono limitati a contenere gli avversari, cercando qualche buono spunto per qualche ripartenza, per l'orgoglio ferito di tutti i rossoverdi. Insomma, i giovani ci sono sempre.

Tengo i primi 32 minuti di gioco. Fino al primo rigore e, soprattutto, fino all'espulsione di cui discuteremo in un secondo momento, il Verona non aveva mai tirato a porta, non era mai stato realmente pericoloso; con qualche affanno, come in parte comprensibile, la difesa della Ternana era riuscita a mettere un freno al temibile attacco scaligero. Non solo contenimento, però, ma anche qualche azione in attacco, qualche tentativo di mettere in apprensione la difesa avversaria con Avenatti che lotta su ogni pallone e La Gumina che cerca di infilarsi in area; certo, tentativi, di fatto mai sfociati in nulla di pericoloso, ma l'impressione è che anche sotto di un gol, ma in parità numerica, i rossoverdi avrebbero potuto continuare a cercare la via del gol. Purtroppo non è andata così, ma tener testa al Verona non è semplice, e la Ternana ci è riuscita fino a che ha potuto.

Tengo Coppola che torna e gioca 94 minuti. Probabilmente la scioltezza e la corsa non sono quelle della condizione fisica migliore, ma una cosa che a Manuel Coppola non manca proprio mai è la grinta, la tigna, il cuore; nemmeno ieri ha perso le sue caratteristiche, nemmeno ieri che è tornato in campo dopo quasi un mese di stop e con un tutore sul ginocchio. Coppola, contro ogni previsione degli scettici, ha retto ed è rimasto in campo per 94 minuti, ha sofferto, ha stretto i denti ed ha faticato, ha sbagliato anche qualcosa, ma non si è arreso, in campo c'era bisogno di lui, in panchina c'era bisogno che lui resistesse, e Manuel lo ha fatto, nonostante se avesse resistito un'ora e poco più nessuno avrebbe potuto lamentare nulla. Ora che è tornato anche Coppola, sarà una bella lotta a centrocampo.

Butto il risultato così pesante. Non nascondiamoci dietro ad un dito, che la partita contro l'Hellas non sarebbe stata semplice e che esistesse il rischio concreto di perderla non era un mistero per nessuno, nè per gli addetti ai lavori, nè per i tifosi; quello che brucia è averla persa così, in 12 minuti. Tante le cose che hanno influito sul risultato, forse troppi i giocatori d'esperienza nelle fila degli avversari dei rossoverdi, molte le decisioni arbitrali discutibili, così come i demeriti della Ternana stessa, fatto sta che dopo cinque risultati utili consecutivi arriva la botta d'arresto, e che arresto, un vero e proprio schiaffo in faccia. Ormai è andata, cerchiamo di prendere il buono di questa sconfitta e ricominciamo a macinare, che di strada da fare ce n'è molta.

Butto l'esperimento difensivo. Forse era la partita meno adatta per fare esperimenti in difesa, il reparto più solido che la Ternana ha saputo mettere in luce, o forse era l'incontro migliore, se fossimo partiti già con l'idea di perderla. Il fatto, però,. che Carbone in conferenza stampa, venerdì prima della partita, avesse detto che non potevamo permetterci di partire già battuti, ci fa propendere per la prima ipotesi, cioè che contro una corazzata come il Verona, forse, non era il caso di stravolgere la difesa. Perchè rivedere un pacchetto, quello arretrato, che fino ad ora aveva garantito sicurezza, e stravolgerlo? All'assenza di Zanon non si sarebbe potuto sopperire schierando Sernicola dal primo minuto, senza dover snaturare il ruolo di Martin Valjent? Lo slovacco soffre terribilmente quella posizione in campo e, nonostante il grande, immenso impegno che profonde in ogni partita per adeguarsi alla volontà dell'allenatore, quel ruolo proprio non è il suo, e si vede. Col senno di poi è sempre inutile parlare, ma la speranza è che per il futuro si possa tener conto di questo brutto incidente di percorso per trarne alcune conclusioni, sempre premettendo che non siamo noi gli allenatori della Ternana.

Butto l'arbitraggio. Tenere questo aspetto negativo alla fine non è un caso, perchè comunque non è solo per demeriti arbitrali che la Ternana ha perso questo incontro, ma per tutti gli aspetti che abbiamo già analizzato e non solo; è certo e innegabile, d'altro canto, che la conduzione di gara del signor Francesco Paolo Saia ha lasciato a desiderare in più di una occasione. Al di la della differenza nei criteri utilizzati per fischiare o meno alcuni falli, e al di la del fatto che il secondo rigore concesso al Verona può essere discusso per giorni, due sono state le decisioni prese dal fischietto di Palermo che hanno fatto scuotere la testa a chi guardava la partita. Partendo da quella che meno ha inciso sul match, il rosso a Maresca per una testata rifilata ad Avenatti durante uno scontro di gioco: la botta c'è stata, giustissimo fermare il gioco, ma l'espulsione sembra francamente ingiustificata ed ingiustificabile, una sorta di compensazione per il guaio combinato nel primo tempo, e, si sa, le compensazioni non fanno mai bene. Il guaio a cui si fa riferimento, ovviamente, è il rosso sventolato sotto il naso di Meccariello, per aver atterrato Souprayen in area di rigore: ci sarebbe stato quel cartellino, se solo fosse stato Biagio a stendere il giocatore avversario, invece, come confermato poi anche dal diretto interessato, è stato Valjent a urtare Souprayen una volta che questo lo ha superato; a quel punto sarebbe scattato si il rigore, ma Meccariello non sarebbe stato espulso, Martin avrebbe preso un'ammonizione e la Ternana sarebbe stata sotto di un gol, ma con undici uomini in campo. Non sappiamo cosa sarebbe successo, forse avremmo perso comunque, forse l'avremmo riaperta, avremmo anche potuto vincerla in rimonta, non lo sapremo mai, quello che sappiamo, però, è che a Vercelli, domenica, avremmo potuto contare su Meccariello, cosa che ora non possiamo fare. 

Marina Ferretti

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