Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo Ternana-Perugia
E' tanta l'amarezza che accompagna chi scrive questa mattina, la stessa che probabilmente accompagna la stragrande maggioranza dei tifosi rossoverdi che ieri, e in settimana soprattutto, hanno vissuto con enorme trasporto il derby fra Ternana e Perugia. Oggettivamente, era solo una partita ma, senza nasconderci dietro un dito, valeva molto di più, e vederla sfumare per un niente fa male davvero. E allora non me ne vogliate se oggi ho deciso di non trovare tre cose che tengo e tre cose che butto, ero davvero in difficoltà nel dover riassumere in tre punti tutto quello che penso e sostengo. Facciamo così, col vostro permesso, oggi trovo soltanto una cosa da tenere e una buttare.
Tengo la squadra. Il timore poteva essere che la Ternana scendesse in campo un po' contratta, troppo nervosa e che sentisse troppo la pressione: non è andata così. I rossoverdi hanno giocato per far male al Perugia, ma con le giuste energie e la giusta carica, senza il tipico voler strafare di chi vuol vincere e deve vincere a tutti i costi. L'atteggiamento è stato quello giusto, la determinazione anche, la voglia di regalarsi i tre punti e di regalarli a tutti coloro che hanno il rossoverde dentro si è vista, e ha portato una prestazione positiva. Sarebbe servita più fortuna nei tiri di Signorelli, Coppola e Falletti, a volte più precisione sotto porta, una sorte migliore con gli infortuni, un po' meno ingenuità, ma questa volta alla squadra dobbiamo riconoscere di aver giocato una buona partita, che per quello che si è visto in campo non ha affatto dato i frutti che meritava. Intendiamoci, gli errori ci sono stati, ma ciò non toglie che la Ternana abbia costruito, creato, corso, provato più del Perugia a vincerla.
Butto la sconfitta. Banale e quasi sciocco da scrivere: a chi fa piacere perdere un derby? A nessuno, sacrosanta verità. Già sarebbe stato amaro perderlo con merito, magari giocando una scialba partita contro un avversario che ti ha costantemente pressato e messo in difficoltà e non ti ha permesso di arrivare in porta praticamente mai; ma perderlo come ieri è davvero dura da digerire. Uso le parole di Vncenzo D'Amico per riassumere il mio pensiero: "E' stato un derby deciso da un rigore concesso che probabilmente non c'era, e da un rigore non dato che probabilmente c'era". Utilizzo le sue parole perchè io non avrei saputo riassumere meglio la situazione vissuta ieri allo stadio. Potremmo sollevare qualche obiezione, ingenuità, errore fatale, leggerezza, ma la sconfitta si riassume proprio in quella frase, tanto lineare e lapidaria quanto giusta.
Ma tanto è. Ormai è inutile rimuginarci su, soprattutto perchè martedì ci aspetta una partita impegnativa in quel di Latina, e non c'è tempo per piangersi addosso. Tifosi e squadra devono stringersi nell'intento comune di superare l'amarezza e la rabbia per far si che queste non fermino quanto di buono stiamo facendo: se giochiamo tutti i sabati come ieri i punt arrivano, e anche le soddisfazioni. Non siamo noi, e nemmeno la squadra, a doverci preoccupare di cose che non possiamo aggiustare, quelle sono cose che riguardano il cosiddetto "palazzo": noi ternani e Ternana dobbiamo solo guardare avanti, per quanto oggi ancora bruci.