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Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo Ternana-Pro Vercelli

Ci è voluta qualche ora per poter affrontare la questione Ternana-Pro Vercelli con calma e gesso, senza abbandonarsi agli spettri e alle chimere che si sono manifestate durante tutto questo campionato. La prima delle tre finali che dovevamo giocare è andata, male, forse come peggio non sarebbe potuta andare, per tutta una serie di motivi, tanti da buttare e alcuni, pochi a dire il vero, da tenere.

Butto il record battuto. Non era semplice, ma abbiamo battuto anche il record tutto negativo delle nove sconfitte casalinghe stagionali, mettendo la firma sulla decima, ieri. Abbiamo perso, praticamente, la metà delle partite giocate al Liberati, una volta roccaforte dei rossoverdi e gogna dalla quale dovevano passare i nostri avversari, che raramente portavano via qualcosa. Quest'anno qualcosa è andato storto, stortissimo se lo stadio di casa è diventato un tabù, e se lo è diventato ancor più quando dovremmo trovare nel Liberati quel fattore in più che dovrebbe sopperire a qualche calo di tensione della squadra. Il fatto è che ieri di cali di concentrazione ce ne sono stati troppi, di cattiveria sotto porta troppo poca, di forza mentale in alcuni quasi nulla, e lo stadio non è riuscito a dare una mano. A tal proposito, va sottolineata l'inadeguatezza dei fischi, di una parte dei tifosi presenti, che hanno accompagnato la squadra per l'intero svolgimento della partita. Ci sta la contestazione finale, possono starci fischi e lamentele dopo il triplice fischio dell'arbitro, ma non si capisce bene a cosa possa servire scagliarsi contro i propri giocatori a partita in corso. Un conto è contestare dopo che per 96 minuti si è cercato di incoraggiare e sostenere la squadra, un altro è buttare la croce addosso ai giocatori dal primo minuto. 

Butto gli scontri diretti. Con la sconfitta di ieri siamo in svantaggio con tutte le nostre dirette avversarie e concorrenti per la salvezza: a parità di punti andremmo sotto con tutte, tranne che con il Crotone. Troppo poco e troppo rischioso per stare tranquilli, perchè purtroppo gli scontri diretti potrebbero essere fondamentali per decidere chi disputerà i play-out in una classifica così affollata nelle retrovie, e noi ieri avremmo dovuto vincere anche per quello. Ma non è successo, e allora dobbiamo per forza trovare un altro modo per tirarci fuori dai guai.

Butto gli episodi. In primis butto la partita lampo di Dugandzic: sette minuti, un giallo e un rosso, e la Ternana si ritrova in dieci contro undici. Posto che forse l'ammonizione da parte di Saia al croato ci è sembrata un po' troppo fiscale, e posto che forse il rosso potrebbe essere stato eccessivo, resta il fatto che un calciatore che si è appena visto sventolare il giallo sotto il naso dovrebbe sempre evitare di polemizzare con l'arbitro, perchè lo abbiamo visto, si rischia grosso. Dugandzic era entrato per far meglio di Avenatti, invece ha fatto peggio, ma siamo certi che questo errore gli insegnerà qualcosa. Come speriamo che impari qualcosa anche Saia, che ieri non ci è sembrato impeccabile nella gestione degli episodi, specialmente in occasione del rigore non concesso a Ceravolo. Eppure il fallo non sembrava così di difficile interpretazione, e il rigore sembrava piuttosto netto, ma non agli occhi dell'arbitro. Non possiamo attaccarci agli episodi, è vero, ma è anche vero che questi episodi contano eccome in questo tipo di partite.

E cosa tenere di ieri? Anche se sembra tutto nero, qualcosa da salvare c'è sempre. 

Tengo la quantità di occasioni create. La Ternana ha creato tanto, forse così tanto solo con il Frosinone e poche altre squadre. Se potessimo per un attimo dimenticarci di quanto sia sterile creare e impostare senza finalizzare, ci renderemmo conto di quanta intensità i rossoverdi hanno messo in fase offensiva e quante volte sono arrivati in area. Lo ripetiamo, serve a poco senza buttarla dentro, ma buttarla dentro sarebbe impossibile senza impostare il gioco. Ripartiamo da qui.

Tengo la grinta che ci abbiamo messo in dieci contro undici. Stesso discorso fatto per le occasioni create: serve a poco metterci cuore se non segni, ma difficilmente si segna senza impegnarsi. E la Ternana ci ha provato, non bene magari, ma non si è arresa allo svantaggio, sia per quanto riguarda il punteggio sia numerica. Non ci ha portato tre punti, e nemmeno uno, ma dobbiamo necessariamente continuare a buttare il cuore in campo. Noi e loro.

Tengo sei punti. Ci sono ancora due partite da giocare, sei punti da portare a casa, sei punti che ci servono come il pane. Sei punti che devono assolutamente essere nostri, per mantenere la categoria e cercare di fare qualcosa in più il prossimo anno. Per ora nulla è perduto, seppure la strada sia impervia. I deboli mollano, i coraggiosi provano: scegliamo di provarci tutti insieme.

Marina Ferretti

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